Uve della Valpolicella: chiesto il Patrimonio Unesco per la storica lavorazione
Lanciata a Vinitaly la candidatura a Patrimonio immateriale Unesco dell’antica tecnica di appassimento delle uve. Per la Regione Veneto è una grande opportunità per lo sviluppo del territorio
Parte ufficialmente da Verona, dal Vinitaly, il cammino della candidatura a Patrimonio Immateriale Unesco della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella. «Una grande opportunità in chiave di sviluppo della denominazione e del territorio, volano per le economie locali e di valorizzazione della tradizionale, inconfondibile e inimitabile tecnica di lavorazione - ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia a Verona Fiere in occasione del Vinitaly - In tutti questi anni non è mai stata riconosciuta una tecnica di vinificazione, per questo è una sfida, ma questo dossier rappresenta quello che Unesco richiede». Se venisse concesso per il Veneto si tratterebbe del decimo sito Unesco.
La tecnica dell’appassimento dei vini della Valpolicello
L’unicità dei vini più prestigiosi della Valpolicella deriva dalla tradizionale tecnica dell’appassimento: le migliori uve, selezionate e vendemmiate rigorosamente a mano perlopiù da donne, vengono messe a riposare sulle tradizionali “Arele” Cerimoniale del Presidente (graticci di canna di palude anticamente utilizzati per l’allevamento di bachi da seta) o in moderne cassette, all’interno dei cosiddetti “fruttai”. Questo periodo dura circa tre mesi e in questa fase, di fondamentale importanza, le uve perdono tra il 30% e il 50% del proprio peso, concentrando gli aromi e tutti quegli elementi che rendono riconoscibili e inimitabili i grandi rossi del territorio.
La promessa del Governatore Zaia: «Tra un anno celebreremo il decimo sito Unesco in Veneto»
Assieme al Governatore del Veneto a Vinitaly per sponsorizzare la candidatura della tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella a Patrimonio immateriale dell'Unesco erano presenti il vice presidente organo esperti mondiali Unesco, Pier Luigi Petrillo, il rettore dell’Università degli Studi di Verona, Pier Francesco Nocini, insieme al presidente del Consorzio Valpolicella Christian Marchesini e il presidente di Strade del Vino. «Con il professor Petrillo ho condiviso gran parte della mia storia da Ministro, lo definisco un enfant prodige dei provvedimenti in agricoltura che mi ha fatto innamorare della partita Unesco – ha proseguito il Governatore - Dal dossier sul Prosecco, passando a quello del Passito di Pantelleria e della pizza. Tra un anno conto di tornare al Vinitaly per celebrare il decimo sito Unesco del Veneto».
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Alberto Lupini
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