Il turismo post-covid? Servono infrastrutture e regole

Il settore non è stato tenuto in giusta considerazione da parte del legislatore. Non c’è stata una visione strategica. Questi alcuni spunti dal convegno “Il turismo ai tempi del Covid-19”

18 maggio 2020 | 18:11
di Gabriele Ancona
Un webinar di grande richiamo è stato organizzato il 18 maggio, la data del re-start, dal corso di laurea in Turismo e valorizzazione del territorio dell’Università europea di Roma. Tema dell’incontro, “Il turismo ai tempi del Covid-19”.


Il turismo si interroga sul futuro

I lavori, moderati dal vicedirettore del Tg La7 Andrea Pancani, hanno analizzato due argomenti di fondo. Il primo, che ha trattato il tema “Incertezza delle regole”, ha visto intervenire Marcella Gola, professore ordinario di Diritto amministrativo presso Università di Bologna, Ruggiero Dipace, professore ordinario di Diritto amministrativo dell’Università del Molise e Giovanna Iacovone, professore associato di Diritto amministrativo dell’Università della Basilicata.

La seconda sessione ha affrontato il tema “Traiettorie di sviluppo sostenibile e nuovi modelli di business”. Hanno preso parte al dibattito: Giorgio Palmucci, presidente Enit, Paolo Giuntarelli, dirigente Area predisposizione degli interventi della direzione regionale Istruzione, formazione e ricerca alla Regione Lazio, Roberto Ottaviani, direttore Agenzia regionale del Turismo alla Regione Lazio, Marina Lalli, presidente Federturismo Confindustria, Barbara Casillo, direttore generale Associazione italiana Confindustria Alberghi, Valentina Castello, docente di Reti e sistemi turistici locali e marketing del turismo all’Università europea di Roma e Filippo Brunetti, avvocato. Ha introdotto la giornata Loredana Giani, coordinatrice del corso di laurea in Turismo e valorizzazione del territorio dell’ateneo capitolino.

Dopo i saluti del rettore Pedro Amador Barrajón Muñoz, che ha sottolineato il fatto che oggi «bisogna gestire l’incertezza, immaginando nuove traiettorie di accoglienza puntando su valori fondo come volontà e creatività», Loredana Giani  ha ricordato che «il turismo non è stato tenuto in giusta considerazione da parte del legislatore. Le norme sono state calate dall’alto ed è mancato il dialogo diretto con gli operatori. Non c’è stata una visione strategica».

«Ci accorgiamo del turismo, perché non c’è – ha ammonito Marcella Gola – ma oggi è un settore che deve essere qualificato davvero; un comparto fondamentale del mercato, ma il mercato vuole certezze e stabilità».


Fermo immagine del webinar “Il turismo ai tempi del Covid-19” organizzato dall’Università europea di Roma


Dal dibattito è emersa la necessita di infrastrutture e di una drastica semplificazione amministrativa. È stato inoltre sottolineato il fatto, a proposito di incertezza delle regole, che il Decreto Rilancio non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. «Nel decreto – ha ricordato Ruggiero Dipace – sono presenti poche norme strutturali». Dipace ha posto l’attenzione sull’elemento psicologico che penalizzerà le grandi mete turistiche, per cui potranno rivelarsi vincenti le aree interne che avranno da giocare le carte natura, cultura e vocazione gastronomica. Il distanziamento sociale favorirà gli alberghi diffusi, molto presenti in queste aree, in grado di trasmettere sensazioni di sicurezza e tranquillizzare.

Anche per Giovanna Iacovone «in merito alla certezza delle regole il Decreto Rilancio ha il fiato corto. Prospettive ben delineate che riguardano il turismo e le aree urbane non ce ne sono: sono necessari interventi normativi con regole chiare per offrire prospettive e favorire opportunità».

Sul tema sviluppo sostenibile il presidente Enit Giorgio Palmucci ha esortato l’Europa ha muoversi in modo compatto, con regole identiche e senza corridoi privilegiati. «Stiamo prevedendo azioni di sostegno alle regioni per sostenere il turismo domestico  – ha puntualizzato – e in parallelo ci stiamo muovendo per favorire nei mesi prossimi e per il 2021 il turismo di prossimità europeo. I turisti stranieri vogliono tornare a visitarci, ma in sicurezza. Per questo sono necessarie regole chiare e soprattutto dobbiamo agevolare gli spostamenti tra regione e regione».

Sulla stessa linea Paolo Giuntarelli: «No ai passaporti sanitari, come sta ipotizzando la Sardegna, che ricordano le corsie preferenziali prospettate da Croazia e Grecia. Bisogna interpretare il turismo facendo rete, cooperando e mettendo a sistema il nostro patrimonio composto da capitale umano e imprese».

Sostenibilità economica, sociale e ambientale le parole chiave della presidente di Federturismo Marina Lalli. «È necessario cambiare il modello di business. Prima della pandemia era costante la crescita di viaggiatori nel nostro Paese, ma questo afflusso, soprattutto in alcune città, aveva un impatto negativo sul territorio; pensiamo solo alla massa di rifiuti, per esempio. Dobbiamo preservare e lo dobbiamo fare anche snellendo una burocrazia che blocca più del virus».

«Va elaborato un protocollo operativo per la sicurezza degli ospiti  - ha segnalato Barbara Casillo – ma c’è bisogno di un ritrovato equilibrio economico per poter riaprire. Al momento il 96% dei lavoratori del comparto alberghiero è in cassa integrazione. Economia e regole devono stare insieme, ma manca ancora chiarezza. Non ci possono essere modelli che cambiano da regione a regione sulla distanza sociale. Come si possono fidare gli ospiti se non c’è unitarietà delle regole a livello nazionale?».

Per informazioni: www.universitaeuropeadiroma.it www.enit.itwww.federturismo.it www.alberghiconfindustria.it

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Alberto Lupini


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