Con la fine dello stato di emergenza, previsto per il 31 marzo, dal 1° aprile ripartono ufficialmente le escursioni didattiche e i viaggi d'istruzione. Di fatto, salvo alcuni periodi brevi, dove la morsa della pandemia sembrava essersi allentata, le gite scolastiche sono rimaste ferme per due anni. Adesso che il Governo ha dato il via libera per il settore del turismo organizzato significa una vera e propria boccata d'ossigeno. Il mercato prima del Covid valeva infatti circa 3 miliardi. In Italia sono circa un migliaio le agenzie di viaggi che propongono viaggi di istruzione nella loro offerta, all'interno di un comparto che occupa circa 8mila lavoratori diretti e circa 40mila indiretti, se si considera l'intera filiera (aerei, treni, bus, alberghi, ristoranti e guide turistiche). Ma la ripartenza non è così immediata. La fine dell'anno scolastico si avvicina, il periodo per organizzare le escursioni è limitato. Le agenzie hanno spiegato che le prenotazioni si stanno concentrando tra dopo Pasqua e maggio. La scuola finisce all'inizio di giugno e poi ci sono anche gli scrutini; di conseguenza è impossibile organizzare escursioni in quel periodo. Dall'altra parte, fra le scuole c'è ancora un po' di timore a prendere al balzo questa opportunità. C'è chi ha infatti subìto un vero e proprio esborso per rimborsare immediatamente studenti e famiglie che nel 2020 e nel 2021 avevano già pagato le quote delle escursioni che furono poi cancellate dall'emergenza pandemica. In cambio gli istituti dalle agenzie hanno ricevuto dei voucher che ora possono utilizzare per le nuove escursioni. Per fortuna il decreto Milleproroghe ha portato a 30 mesi la durata dei voucher emessi due anni fa; quindi sono ancora spendibili, ma la data di scadenza resta.
Ripartono le escursioni scolastiche, ma c'è molta incertezza
Il turismo organizzato e in particolare i tour operator e le agenzie di viaggio plaudono alla ripresa del mercato delle gite scolastiche. Nel 2019 il settore valeva ben 3 miliardi di euro e dava lavoro a circa 1.000 agenzie, per un comparto ch occupava circa 8mila lavoratori diretti e altri 40mila considerando l'intera filiera (aerei, treni, bus, alberghi, ristoranti e guide turistiche). Il via libera è previsto per l'1° aprile, con la fine dello stato di emergenza legato all'emergenza pandemica; ma c'è ancora molta incertezza. Fiavet, la Federazione italia a associazioni imprese viaggi e turismo, in un recente incontro con il ministro dell'Istruzione Paolo Bianchi ha fatto delle richieste specifiche al Governo. Tra queste, quella di allungare la finestra per gite scolastiche e di rimborsare i docenti accompagnatori che negli ultimi anni, sono sempre stati sempre più ritrosi a dare il proprio consenso, per questioni di responsabilità. «Effettivamente comincia ad arrivare qualche richiesta, ma ci si sta affollando nelle date subito dopo Pasqua - ha spiegato Giuseppe Ciminnisi, vice presidente di Fiavet e titolare di una agenzia di viaggi in provincia di Agrigento - Così facendo si finiranno per creare inevitabili ritardi. Il timore è quindi quello di non riuscire ad accontentare tutte le richieste».
Ciminnisi ha poi avanzato un altro problema, di tipo burocratico, e che inevitabilmente finisce per rendere complesso il meccanismo di prenotazione delle escursioni scolastiche. «Per prenotare le gare le agenzie si basano sul codice del turismo, mentre per le scuole c'è quello degli appalti e inevitabilmente le procedure difformi finiscono per creare ulteriori ritardi nel procedimento di prenotazione». Fiavet, anche per questo aspetto, ha fissato un tavolo tecnico col Governo che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni a Roma.
La scuola: «In passato ci siamo esposti economicamente per le gite, adesso andiamo cauti»
Nonostante il via libera del Governo alla ripresa delle escursioni didattiche il mondo della scuola al momendo si sta muovendo cautamente. A spiegare la situazione di incertezza è Francesco Perrini, dirigente scolastico dell'Istituto tecnico commerciale Jacopo Nizzola di Trezzo sull'Adda, una scuola superiore in provincia di Milano che ha una popolazione di poco superiore ai mille studenti e che prima del Covid ha sempre organizzato escursioni didattiche. Poi è arrivato lo stop forzato a causa dell'emergenza pandemica e per la scuola è arrivato un vero e proprio salasso. «Per rimborsare immediatamente le famiglie e gli studenti che avevano pagato la loro quota di iscrizione in questi due anni abbiamo dovuto versare 65mila euro - ha spiegato Perrini - In cambio abbiamo ricevuto dalle agenzie dei voucher. Sono dei coupon che potremo utilizzare per le prossime escursioni didattiche, ma di fatto equivalgono a dei pezzi di carta. Ci auguriamo che vengano rinnovati fino al loro totale consumo. Altrimenti ci ritroveremmo con niente tra le mani».
Il Nizzola ha colto subito il via libera per organizzare le escursioni didattiche, ma scegliendo di muoversi con prudenza. «Anzitutto abbiamo deciso fino alla fine dell'anno di organizzare escursioni di una sola giornata. Sono molto più semplici da imbastire e ci sono anche meno probabilità che un gruppo finisca contagiato dal Covid. Andremo quindi a Venezia, a Bologna e ad Aosta, ma torneremo in giornata. Inoltre, la finestra per organizzare le escursioni, che abitualmente si svolgevano tra marzo e aprile, per quest'anno è stata spostata a maggio. Il periodo quindi è limitato, ma d'altronde a giugno per noi è impossibile organizzarle. La scuola finisce e poi c'è il periodo degli scrutini che impegna di datto tutto il corpo docenti». Perrini è inoltre dubbioso sulle richieste avanzate dalle agenzie di viaggio al Governo, come quelle di rimborsare i docenti che scelgono di accompagnare i ragazzi in gita. «Per ora si tratta solo di ipotesi, finché non vedo nulla di certo - ha spiegato - Stiamo alla finestra e vediamo che succede».
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Alberto Lupini
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