Turismo in Italia tra risorsa e degrado Sistema ancora da rivedere

05 giugno 2017 | 11:54
di Gabriele Ancona
L’editoriale di Gian Antonio Stella, “Il turismo? Ricchezza non incuria”, pubblicato sul Corriere della Sera di sabato 3 giugno, trova Italia a Tavola in pieno accordo. Oltre un anno fa il direttore Alberto Lupini segnalava, in sintonia con il ministro Franceschini, che è necessario restituire valore e identità ai centri storici italiani e dare impulso a un turismo di qualità, conferendo il giusto peso a quello “stile di vita” che da sempre Italia a Tavola indica come il pilastro di ogni strategia per promuovere il turismo nel nostro Paese. Nel frattempo è stato approvato il Piano strategico per il turismo e una rotta è stata tracciata.



Stella fa comunque bene a mettere il dito nella piaga prendendo spunto dalla levata di scudi dei sindaci di Firenze Nardella e di Venezia Brugnaro, che hanno agito con polso fermo per tappare le falle di un afflusso turistico al limite della gestibilità. Nello specifico Nardella ha deciso di bagnare marciapiedi e sagrati di solito utilizzati come aree picnic e Brugnaro si è opposto all’apertura di nuovi alberghi e bed&breakfast. Azioni sacrosante che, come denuncia Stella, sono la punta di un iceberg del sistema turistico Italia, per molti versi virtuoso, ma per altrettanti agonizzante. Stella ricorda come il borgo di San Gimignano venga assalito da orde di turisti mordi e fuggi vomitati da almeno cinquantasei pullman al giorno (con punte a tre cifre) che ricordano i grattacieli da crociera a San Marco e quanto debba investire l’amministrazione comunale per evitare che la cittadina affoghi nei rifiuti.

Il turismo nostro giacimento petrolifero? Certo. Ma pur vantando il triplo dei siti Unesco del Regno Unito, abbiamo circa due milioni di occupati in meno nel settore e la meta, con l’indotto, della Germania. E poi c’è il valore aggiunto che dovrebbe essere investito da ognuno di noi. Non ci possiamo lamentare se il turista, cittadino educato, rigoroso e rispettoso a casa propria, qui si trasforma in un troglodita all’insegna del “tutto è lecito”. Non deve essere così e i segnali lanciati da Firenze e Venezia sono un urlo di dolore, ma anche un monito che ci deve far riflettere. Siamo stati per secoli i custodi della civiltà. Ricordiamocelo.

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Alberto Lupini


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