Turismo in picchiata a settembre Italia in ginocchio da Nord a Sud

L'estate ha mitigato solo in parte le perdite, ma le località di villeggiatura si sono di nuovo svuotate e le prospettive per l'auturnno e l'inverno sono drammatiche quasi ovunque . Dopo Genova, gli esempi di Bergamo, Sanremo e della Sicilia. E anche a Bologna nel weekend torna l'obbligo delle mascherine

30 settembre 2020 | 10:44
di Sergio Cotti
In Liguria i turisti scappano dopo le restrizioni imposte dalla Svizzera e l’obbligo delle mascherine in centro a Genova (che dal prossimo weekend sarà replicato anche a Bologna). In Sicilia la mancanza dei visitatori stranieri ha fatto precipitare i fatturati del 70%, con punte ancor più superiori, al punto che Federalberghi ha parlato addirittura di “turismo a rischio default”. Sappiamo quali difficoltà hanno dovuto affrontare le città d’arte, da sempre meta degli stranieri e che proprio su di loro hanno calibrato la loro offerta turistica. Neppure a Bergamo, una delle province più colpite in primavera dall’emergenza sanitaria, gli operatori del settore stanno meglio, anzi: l’86% di loro, secondo l’Associazione dei commercianti che fa capo a Confcommercio, ritiene che il Paese non sia ancora uscito dall’emergenza.

Turisti in fuga anche dalla Sicilia

Insomma, da nord a sud il mese di settembre che si chiude oggi ha portato solo preoccupazioni e nuovi patemi: l’estate ha solo mitigato le perdite accumulate nei primi mesi dell’anno, e neppure dappertutto, mentre le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che rosee, con tanti alberghi, nelle località di mare, ma anche in città, che presto torneranno a chiudere i battenti, in attesa di una ripresa che ancora non si vede e che in tanti prevedono non prima dell’estate che verrà.

Sicilia
In Sicilia è già tempo di bilanci: l’estate si è chiusa con un calo generalizzato del 70% per il comparto turistico, secondo i calcoli di Federalberghi. Un crollo che per l’associazione potrebbe rivelarsi addirittura fatale per tante imprese. I dati d’altronde parlano chiaro: a giugno i turisti italiani sono diminuiti del 79%, mentre quelli stranieri si sono praticamente azzerati. È andata un po’ meglio a luglio e agosto (dati ufficiali, ancora, al momento non ce ne sono), ma non così bene da risollevare le sorti dell’intero comparto.

Da qui le aspettative degli addetti ai lavori, che rivolgono di nuovo le loro speranze al Governo: «Aspettiamo una presa di coscienza da parte del governo nazionale, delle amministrazioni comunali e regionale - dice Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia - nei confronti di un comparto che ha vissuto il momento più critico degli ultimi 50 anni. Chiediamo attenzione verso i tributi sociali, come l’Imu e la Tari, con misure che consentano uno sgravio fiscale». A parlare di default del turismo in Sicilia è stato il presidente di Fedralberghi Palermo, Nicola Farruggio: «Abbiamo cercato di resistere con grandi sacrifici per mantenere anche un servizio alla nostra isola in termini di ricettività, ma è chiaro che adesso non si vedono le condizioni per poter immaginare come affrontare questo lungo inverno».

Bergamo
Dati preoccupanti sul turismo arrivano anche da Bergamo, dove l’82% delle imprese del terziario orobico ritiene che il Paese non sia ancora uscito dall’emergenza sanitaria: le più preoccupate sono le imprese del turismo, per cui la percentuale sale a quota 86%. Il 69% delle imprese bergamasche teme una seconda ondata di contagi (il 69% delle imprese del turismo e il 68% del commercio) con bar ristoranti e alberghi che rilevano le maggiori difficoltà. Ed è qui che viene incontro lo sviluppo di un nuovo modello di business, quello sviluppato durante i mesi dell’isolamento, che però riesce a mitigare solo in parte le perdite di presenze: il numero delle imprese che oggi ricorrono all’e-commerce è cresciuto in pochi mesi del +134%, passando dal 15% al 35%, con il servizio di consegne a domicilio che è cresciuto del 143%. Oggi quasi 2 aziende su 10 lo prevede tra le sue attività, mentre all’inizio dell’anno erano solo il 7%.



Restano però numeri molto negativi, anche per quel che riguarda le nuove aperture: in provincia di Bergamo il crollo delle nuove imprese nate è del -59% (rispetto al -41% in Italia in riferimento al secondo trimestre 2020 anno su anno). Il dato è ancora più negativo se si considera il solo turismo (bar, ristoranti, alberghi): -80% (contro una media nazionale del -59%). «Il pensiero del prossimo inverno ci fa rabbrividire - ha detto il presidente dell’Ascom, Giovanni Zambonelli nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione - il turismo è completamente fermo; ora servono politiche strutturali e di sostegno e una nuova riforma fiscale che con meno pressione faccia ripartire i consumi».

Meno di una settimana fa il Governo ha presentato il Fondo nazionale per il Turismo, nel quale finiranno due miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Tuttavia i benefici di questa iniziativa di vedranno non prima del 2021.

Anche a Sanremo tanti alberghi rischiano la chiusura

Sanremo
Detto di Genova che, nonostante l’apertura del Salone nautico, sta spopolandosi dopo la decisione di rendere di nuovo obbligatorio l’uso della mascherina nel centro storico (come peraltro già avviene in Campania, dopo l’impennata dei nuovi contagi dei giorni scorsi), a soffrire in Liguria c’è anche Sanremo: lì, come altrove, i turisti stranieri sono tornati a farsi vedere con il contagocce, dopo che i contagi in tanti Paesi dell’Unione europea sono tornati a salire, molto più che in Italia. «Non ce lo aspettavamo - dice Silvio Di Michele di Federalberghi Sanremo - ci eravamo concentrati sui nostri problemi ma dall’estero è arrivata la botta finale. I loro problemi ci stanno penalizzando in maniera esponenziale. La situazione è tutt’altro che rosea, si rischia di chiudere dopo il Rally e qualcuno rischia anche di non aprire a Natale. Dovremo aspettare il Festival a marzo per rivedere gli alberghi aperti e nel frattempo speriamo che la situazione non peggiori ulteriormente».

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Alberto Lupini


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