Il turismo enogastronomico sostenibile funziona. L'esempio di Franco Pepe

La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica, genera attenzione, stimola alla partecipazione. Alta è l’attenzione verso la tematica ambientale: per il 75% degli intervistati , degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Il caso emblematico di Caiazzo grazie alla pizzeria Pepe in Grani

18 settembre 2023 | 15:17

Piani di sviluppo, trasporti sostenibili, accessibilità e una destinazione che sia in grado di attrarre importanti flussi turistici. Sono i concetti alla base di un ritorno a un turismo, per l’appunto, sostenibile che si è riscontrato negli ultimi anni. È quanto emerge da un recente rapporto stilato da Roberta Garibaldi, proprio in merito a un nuovo trend turistico che sposa, o torna comunque a farlo, appieno il concetto di sostenibilità.

Si aprono nuovi e rinnovati scenari, il turismo enogastronomico può muovere i visitatori verso aree di grande fascino, ma accessibili. Riducendo la distanza tra aree urbane (o ad alto afflusso) e rurali (a minore afflusso) si crea valore economico, sociale e culturale.

Franco Pepe, il pizzaiolo che ha riqualificato un borgo quasi abbandonato

Ad esempio, col lavoro di Franco Pepe a Caiazzo (Ce), gli arrivi e le strutture in questo paese dell’entroterra casertano sono quasi raddoppiati nel periodo 2018-2022 (+93% e 89%). Un caso emblematico quello del pizzaiolo casertano, capace con il suo lavoro di attrarre un numero sempre maggiore di ‘gastroturisti’ in un piccolo borgo praticamente recuperato dall’abbandono grazie all’arrivo di tanti visitatori attratti dalla pizza di ‘Pepe in Grani’, considerata tra le migliori al mondo. Franco Pepe ha creato un rapporto sinergico con i produttori della zona, ha convinto imprenditori ad aprire locali pubblici a Caiazzo, valorizzando un flusso turistico via via sempre maggiore.

 L’enogastronomia favorisce un turismo di sostenibilità

Come creare queste connessioni? Un piano integrato di sviluppo, trasporti più facili, prenotazioni digitali, promozione a livello internazionale, come si legge dal report sopra citato presentato a Salerno nell’ambito di Agrifood Future. Il tutto passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria. Chi governa il turismo dovrebbe supportare l’adozione di approcci sostenibili anche attraverso azioni di soft power – modifiche normative, formazione, scambio di conoscenze, momenti di valorizzazione delle buone pratiche locali anche con premi ad hoc – ed incentivi. Ed accrescere la propria visibilità (e reputazione) come meta enogastronomica sostenibile adottando una strategia di comunicazione coerente verso l’esterno.

I ‘gastroturisti’ preferiscono il prodotto locale

La sostenibilità è un driver di scelta dell’esperienza enogastronomica, genera attenzione, stimola alla partecipazione. Alta è l’attenzione verso la tematica ambientale: per il 75% degli intervistati, degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali sono tra gli elementi determinanti nella scelta. Inoltre, l'adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%), l'essere plastic free (63%) e altre condotte green guidano il turista, ma queste iniziative devono essere spiegate prima e nel corso della visita. Anche comportamenti aziendali ed iniziative di etica sociale sono tenuti in considerazione, sfatando in parte l’opinione diffusa che la sostenibilità riguardi solo l’ambiente. Il 68% si mostra più propenso a fare esperienza laddove l’azienda ha progetti a supporto della comunità locale, ed il 64% se il personale o i fornitori stanno affrontando situazioni di disagio e/o l’azienda ha adottato politiche etiche.

La sostenibilità diventa un criterio nella scelta della meta

Gli italiani valutano attentamente se e quanto è sostenibile la destinazione che si accingono a visitare. Quali elementi prendono in considerazione? La possibilità di alloggiare in strutture green (per oltre 3 viaggiatori su 4), raggiungere la meta con mezzi poco impattanti, muoversi in loco con biciclette. Sono ancora troppo poche le destinazioni (e le aziende) che hanno una certificazione di sostenibilità in ambito turistico. Chi viaggia desidera essere informato in modo chiaro sulla sostenibilità. Prima della partenza e durante l’esperienza: 6 italiani su 10 vorrebbero conoscere in dettaglio le tecniche per minimizzare gli impatti sull’ambiente, le iniziative per il benessere del personale e dell’azienda. L’essere sostenibili deve essere mostrato e comunicato ai propri clienti, fornitori, agli operatori del territorio ed alla comunità locale affinché diventi valore aggiunto. Ed anche ai turisti: una comunicazione integrata e coerente stimola il viaggiatore e lo induce all’acquisto.

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Alberto Lupini


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