Il turismo cola a picco. Lo salverà il piano vaccini del generale Figliuolo?

Il 2021 è partito inevitabilmente male: 14,4 milioni di pernottamenti e 4,8 milioni di turisti in meno, -80% rispetto allo stesso mese del 2020. Indennizzi e vaccini àncore di salvezza . Il nuovo commissario per l'emergenza Covid è chiamato ad attuare un piano di battaglia rapido, efficace e affidabile per rimettere in moto l'Italia

02 marzo 2021 | 15:39
di Federico Biffignandi
Mario Draghi ha scelto il generale Francesco Paolo Figliuolo come nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid. Una notizia che è piaciuta a molti, sia per la caratura del profilo scelto che per il fatto che abbia sostituito Domenico Arcuri, volto che in tanti hanno identificato come l’anello debole del Governo Conte nella lotta alla pandemia tra poche capacità e scandali come quello della fornitura di mascherine.


Il turismo ancora fermo al palo

Figliuolo, via alla campagna vaccinale. Il turismo sorride
A Figliuolo ora il compito primo e più arduo: progettare una strategia d’attacco per una campagna vaccinale che sia estesa, mirata e tempestiva, tutto ciò che fino ad ora è mancato all’Italia (persino il Marocco ha fatto meglio di noi). Tra quelli che più di tutti hanno esultato per Figliuolo c’è senza dubbio il mondo del turismo che si aggrappa con tutte le forze e speranze proprio alla campagna vaccinale per sperare di vivere un’estate di maggiori soddisfazioni rispetto a quella 2020.

Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha invocato ancora una volta il sostegno del Governo affinchè la campagna vaccinale consideri tra le priorità le dosi per gli operatori turistici. Un appello che arriva un po' da tutta Europa con l'Ue sempre più aperta alla possibilità di studiare un protocollo unico per il rilascio; la Grecia ha già reso Covid-free una delle sue isole, Kastellorizo e l'auspicio è che anche l'Italia possa seguirla a ruota. Il test più papabile sembra che lo si possa fare sulla Sardegna che, in zona bianca, parte più avvantaggiata di tutti; rendere una delle mete più ambite sicura sarebbe un gran bel colpo per tutto il Paese.

La protesta del turismo organizzato
La situazione del turismo, come ormai è arcinoto, resta comunque drammatica ad ora. Tra i problemi vari preoccupa soprattutto la mancanza di idee e di progettualità. Ne sono stati una prova gli Stati generali del turismo che questa mattina si sono svolti in streaming da Sorrento. Il ministro Garavaglia ha promesso un tavolo di confronto, l'ennesimo. Al di là di quello, tanto troppo fumo.

Anche il 2021 intanto - in modo prevedibile ma comunque non meno allarmante - si profila all'orizzonte a tinte fosche, almeno secondo i dati di Demoskopika sul primo mese dell'anno, in attesa dei dati ufficiali dell'Istat su base regionale: gennaio parte infatti con 14,4 milioni di pernottamenti e 4,8 milioni di turisti in meno con una variazione negativa pari all'80% rispetto allo stesso mese del 2020.

Già nel 2020 il Covid ha mandato in fumo 232 milioni di presenze (-53,1% sul 2019) e 67 milioni di arrivi (-51,3%). In picchiata la spesa turistica con un crollo di 20 miliardi il cui 73% è concentrato in Veneto, Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige.

Analizzando, in particolare, il quadro per singolo sistema turistico regionale emerge che nel 2020 il Veneto avrebbe ridotto gli arrivi di 12,2 milioni (-60,4% rispetto al 2019) e le presenze di 44,5 milioni (-62,4% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 9,5 milioni di arrivi (-54,2%) e 22,4 milioni di presenze (-55,4%), Toscana con una riduzione pari a 8,3 milioni di arrivi (-58,0%) e 28,7 milioni di presenze (-59,8%), Lazio con una riduzione pari a 6,6 milioni di arrivi (-51,7%) e 19,9 milioni di presenze (-51,0%) e l'Emilia-Romagna con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-52,9%) e 23 milioni di presenze (-57,1%).

«Se si vuole fronteggiare efficacemente l'emergenza sanitaria - dice il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise. C'è un problema prioritario di governance da cui consegue anche la misura dell'efficacia dei fondi messi a disposizione per la ripresa del sistema turistico». E aggiunge: «È ora di riavviare il processo partecipativo per redigere un nuovo Piano strategico nazionale 2022-2027 e dotare il turismo di riforme strutturali».

L'estremo gesto di un agente di viaggio
A creare scalpore in questi giorni è stato il gesto estremo dell’agente di viaggio Stefano Cecchi, della Kublai Viaggi di Carmignano. Secondo i più dietro al gesto estremo con cui Cecchi si è tolto la vita ci sarebbero le difficoltà economiche in cui versa il settore. Il presidente di Fiavet nazionale Ivana Jelinic, con una breve nota ha voluto rendere omaggio all’agente scomparso

«Esprimo il più profondo cordoglio per il suicidio del collega Stefano Cecchi di Kublai Viaggi di Carmignano. Un primo segnale di esasperazione di un mondo, il nostro, che non ce la fa più. Da agosto dello scorso anno non abbiamo avuto più sostegno e nella situazione contingente diventa sempre più difficile andare avanti. Mi auguro che il ministro del turismo, Massimo Garavaglia, possa al più presto venirci incontro e arginare la situazione drammatica affinché episodi così estremi non si ripetano. È un primo segnale gravissimo. Sono vicina alla famiglia e alla socia che con Stefano ogni mattina ha alzato la serranda sperando che qualcosa cambiasse, ma così non è stato. Questo impone una riflessione importante per le Istituzioni e definisce il livello di urgenza in cui ci troviamo».


I viaggi sono ancora fortemente condizionati

Un’urgenza che AIDiT Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Asto Confindustria Viaggi, Fiavet e Fto hanno sottoposto proprio al  nuovo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia in un incontro dedicato alla crisi profonda del turismo organizzato.

Le associazioni hanno presentato il quadro del settore, il più colpito del turismo italiano, che dall’inizio della pandemia ha registrato un calo di fatturato superiore al 90%, rimanendo in uno stato di “lockdown de facto” da oltre un anno. Le perdite registrate nel solo 2020 ammontano a circa 12 miliardi di euro.

Tra le priorità più urgenti i presidenti delle associazioni hanno invocato di sbloccare subito i pagamenti delle risorse già approvate e stanziate. Per non dilatare ulteriormente le tempistiche, che risulterebbero incompatibili con la stessa sopravvivenza delle imprese, è indispensabile che venga assicurata la continuità amministrativa nel passaggio di competenze al nuovo Ministero. Ad oggi il 40% delle imprese non ha ancora ottenuto il pagamento integrale dei primi ristori previsti dal decreto MiBACT del 12 agosto 2020 ed è ancora pendente l’invio della richiesta di autorizzazione alla Commissione Europea per recepire l’innalzamento della soglia del Temporary Framework e per i pagamenti dei contributi superiori a 800mila euro.

Si è espressa la necessità di affrontare, nel Decreto Sostegni di prossima emanazione e nei successivi decreti, il tema della copertura delle perdite subite da agosto 2020 in poi (fabbisogno stimato in almeno 650 milioni di euro) e l’importanza di definire criteri più equi che tengano conto delle imprese turistiche escluse dai ristori, tra cui quelle di nuova apertura, e del mix di fatturato intermediazione/organizzazione.  

È stata richiesta l’estensione della durata delle agevolazioni fiscali, delle sospensioni contributive e degli ammortizzatori sociali per le imprese del settore, oltre alla decontribuzione per tutte le aziende che decidano di far rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione fino a dicembre 2021.

Oltre al tema dei sostegni in favore del comparto, si è ribadita l’esigenza di favorire ed agevolare la ripartenza dei viaggi in sicurezza, al fine di consentire alle imprese di “salvarsi da sole”.  A tal proposito è stato evidenziato il “vuoto normativo” che oggi consente di recarsi in alcuni paesi esteri, prevalentemente dell’area Schengen, ma allo stesso tempo, non considera il viaggio un “giustificato motivo” per spostarsi dal proprio comune o dalla propria regione verso l’aeroporto di partenza in caso di limitazioni agli spostamenti derivanti dai colori assegnati alle Regioni.

È stato ribadito che questi spostamenti riguarderebbero persone in possesso di un certificato di negatività al Covid e che lo spostamento sarebbe limitato al tragitto dalla propria abitazione all’aeroporto. La richiesta fatta dalle Associazioni è che il possesso di un comprovato titolo di viaggio costituisca un “giustificato motivo” per effettuare lo spostamento. Si è poi sottolineata l’esigenza di allineare con l’UE i corridoi aperti e proprio su questo punto il Ministro ha riferito di aver partecipato ad una riunione con gli altri ministri del turismo europei per la definizione di protocolli condivisi per una riapertura coordinata del traffico internazionale, in particolare in area Schengen.

È stata particolarmente apprezzata la proposta presentata dalle associazioni di riconoscere un tax credit per incentivare i viaggiatori a riutilizzare i voucher in loro possesso prenotando un altro viaggio, anziché chiederne il rimborso.

Bonus vacanze ancora sfruttabile
Proprio sul bonus vacanze è utile ricordare che chi non lo ha utilizzato nell’arco nel 2020 potrà farlo per tutto l’arco del 2021, in seguito alla definitiva approvazione e conversione in legge, con modificazioni, del decreto Milleproroghe. Di certo una buona notizia per tutti coloro che, pur avendo inoltrato la richiesta, non sono riusciti ad usufruirne nel corso dello scorso anno.
È importante però evidenziare che la proroga è riferita esclusivamente alla scadenza per l’utilizzo del voucher. Non vi sono infatti cambiamenti rispetto al termino ultimo di presentazione della domanda per richiedere il Bonus, scadenza prevista per il 30 dicembre 2020 che ad oggi non ha subito alcuna modifica o proroga. Interessanti i “numeri” del Bonus Vacanze resi noti dall’app IO.

Sul bonus si erano scatenate diverse polemiche tra gli addetti ai lavori e a livello politica tra chi li riteneva inutili e chi non li riteneva legittimi. Ad ogni modo ne sono stati generati 1.885.802 (numero di codici sconto generati attraverso l’app) dei quali 760.953 utilizzati (numero di Bonus Vacanze già spesi presso le strutture ricettive). Ancora più del 50% dei voucher generati è dunque ancora utilizzabile nel corso del 2021. Molte strutture ricettive continueranno ad aderire a questa iniziativa anche nell’arco del 2021 e tra queste molti campeggi e villaggi turistici situati in tutta la penisola.

Ristorazione e turismo insieme, valorizzando giovani e donne
Intanto però si continua a lavorare anche su progetti e soluzioni che siano realizzabili sul lungo periodo e che non rappresentino solo una pezza temporanea per uscire da questa tempesta. Soluzioni che non si possono che trovare anche nell’unione tra turismo e ristorazione. Per questo - ha spiegato il vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, Matteo Musacci nel corso dell’audizione odierna davanti alle commissioni Bilancio e Politiche dell’Unione europea del Senato - è indispensabile che il Recovery Plan cui sta lavorando in questi giorni il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, punti con coraggio sulla valorizzazione dei pubblici esercizi. In particolare su tre aspetti: giovani, donne e digitalizzazione.

«Negli ultimi 10 anni – sottolinea Musacci – il settore dei pubblici esercizi ha fatto registrare i tassi di crescita occupazionale più alti, soprattutto nelle aree del Paese maggiormente in difficoltà. Oggi la metà dei ristoranti è gestito da imprenditrici donne, e il 20% circa dei giovani che decide di mettersi in proprio, soprattutto in Calabria e Campania, sceglie di puntare su un locale. Abbiamo il dovere di investire su questi giovani, fornendo loro le competenze manageriali da affiancare a quelle professionali già presenti tra gli addetti del settore, per sviluppare un’offerta di qualità così alta da far tornare i turisti nelle nostre città. Non dimentichiamoci che la cucina è il secondo fattore di scelta dell’Italia come destinazione turistica da parte degli stranieri ed è il primo motivo per il qu ale poi vi ritornano. Uno strumento di soft power con ricadute economiche tutt’altro che immateriali, dato che gli stranieri spendono oltre 8 miliardi di euro in servizi di ristorazione e gli italiani altri 12 miliardi l’anno”.

«È altresì necessario – aggiunge il vicepresidente – dare impulso alla produttività dei pubblici esercizi, sostenendo la patrimonializzazione delle imprese che ora sono troppo esposte con banche e fornitori. Così come è necessario incentivare la transizione digitale dei servizi legati alla ristorazione e la riqualificazione energetica dei locali. Non si tratta solo di ristoranti, ma di veri e propri presidi territoriali, indispensabili a rendere vivibili le nostre città».

Crisi lungo tutta la filiera
Infine non bisogna dimenticare che quando si parla di turismo e di ristorazione bisogna considerare tutta la filiera che porta fino all'albergo o al ristorante. Lungo la filiera tanti sono i comparti che risentono della crisi. Ad esempio numeri dell'Osservatorio di Assosistema Confindustria sull’attività delle lavanderie industriali operanti nel mercato alberghiero e della ristorazione nel mese di gennaio 2021 continuano a registrare un andamento negativo: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l’attività di noleggio e sanificazione della biancheria e dei tessili ha rilevato -90% per le strutture alberghiere e – 88% per quelle della ristorazione.

Entrando nello specifico delle grandi città d’arte dell’Osservatorio di Assosistema Confindustria, il servizio delle lavanderie industriali a gennaio ha portato ad una riduzione dell’attività per il settore alberghiero e della ristorazione, rispetto allo stesso periodo del 2020, peggiorativa rispetto all’andamento nazionale ovvero rispettivamente pari a: Milano - 92% e – 88%, Venezia – 90% e - 95%, Firenze entrambi – 95%, Roma – 90% e - 88%, Napoli – 98% e -90%.

«Oltre alle restrizioni degli ultimi Dpcm, allo sviluppo delle varianti del Covid-19 e al blocco della stagione sciistica che hanno prontamente prodotto i loro effetti negativi - commenta il presidente Paoletti - le aperture e chiusure a singhiozzo dei ristoranti hanno contribuito alla difficoltà di pianificare l’attività che ha avuto ovvie ripercussioni su tutti gli operatori della filiera, incluse le lavanderie industriali e i loro fornitori. A fronte di questa situazione negativa, i ristori hanno rappresentato solo il 5% di quanto il nostro settore aveva bisogno, ovvero 158 milioni di euro».

Preoccupa, poi, il dilagare dei prodotti monouso nei ristoranti
Tendenza più preoccupante in questo periodo in cui la garanzia di sicurezza igienica dovrebbe essere al primo posto per tutti, operatori e consumatori e la sostenibilità ambientale uno dei principali obiettivi della nostra società. «Le Lavanderie Industriali utilizzano da sempre processi virtuosi e certificati per la sanificazione del tovagliato delle strutture della ristorazione, per la maggiore tranquillità dei clienti e garantendo, al contempo, proprio tramite il riutilizzo, un basso impatto ambientale, in termini di riduzione dei rifiuti e relativo costo di smaltimento», conclude Paoletti.

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Alberto Lupini


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