Il trend dell'estate 2022? Il ritorno del pranzo al sacco

Risposta economica, leggera e gustosa al caro vita, il packed lunch torna in auge e vede i salumi italiani tra i grandi protagonisti. Ecco tutte le regole per conservarli al meglio anche in estate

27 luglio 2022 | 12:09

Nell’estate dei record per numero di presenze, temperature e prezzi il pranzo al sacco torna di moda. Alternativa economica, leggera e creativa a un pasto al ristorante, il packed lunch conquista sempre più estimatori, e trova nei salumi un ingrediente versatile e molto amato, soprattutto dai giovani. Mangiano infatti con regolarità carne il 62,8% dei giovani, quota più alta di quella di adulti (47,7%) e anziani (30%). Alimenti adatti per ogni stagione, i salumi sono ideali per piatti unici, veloci e nutrienti (meglio se abbinati a frutta o verdura) e vengono scelti perché considerati parte della dieta mediterranea, che l’85,2% degli italiani tenta di seguire ogni giorno (fonte: Rapporto Censis-Assica-Unaitalia).


Cotto, crudo e mortadella i preferiti

I preferiti? Prosciutto cotto, crudo e mortadella conquistano i primi tre gradini del podio, coprendo rispettivamente il 27,1%, il 21,9% e il 18,8% dei consumi totali di salumi nel nostro Paese (dati Assica 2021).


Come conservarli?

Ma con le alte temperature le modalità di corretta conservazione sono fondamentali per evitare lo sviluppo di microrganismi patogeni e alterativi. Non ci sono particolari problemi per i pre-affettati: vanno mantenuti in frigorifero (o borsa frigo) nella loro confezione, non oltre la data di scadenza, oppure, se affettati al banco, nella busta salvafreschezza o in un contenitore chiuso, e consumati preferibilmente entro poche ore (12 per il prosciutto crudo, 48/72 massimo per il cotto).


Conservare correttamente un salame intero è invece meno intuitivo e, a seconda della tipologia, vanno previste diverse accortezze. Ecco allora dal progetto “Trust Your Taste, Choose European Quality”  qualche consiglio per poterli gustare al meglio anche in estate.


Come gustarli al meglio?

La prima differenza da considerare è fra salami preconfezionati e salami sfusi. I primi, la cui stagionatura è stata “bloccata” durante il processo di lavorazione e trasformazione, sono meno delicati e si conservano più a lungo. Sono normalmente venduti sottovuoto o confezionati in atmosfera protettiva e il peso è già stampato sulla pellicola della confezione. Quelli sfusi a peso variabile, invece, vanno incontro a un calo di peso per effetto della naturale perdita di umidità durante la conservazione ed è meglio consumarli entro alcuni giorni, scartando la prima fetta qualora sia già stato aperto e non consumato nelle ore precedenti.


Per entrambe le tipologie di vendita, il salame deve essere conservato in un ambiente refrigerato a una temperatura di circa 4°C e, una volta affettato, si consiglia di proteggere la superficie di taglio con della pellicola.

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Alberto Lupini


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