L'Ue cerca l'intesa, gli agricoltori italiani frenano: «Proposte inadeguate»

Coldiretti e Confagricoltura non convinte delle risposte comunitarie. Lunedì 26 febbraio sono attesi a Bruxelles 1.500 trattori a margine della riunione dei ministri europei dell'Agricoltura

23 febbraio 2024 | 11:11

Prove di intesa tra l'Unione europea e il fronte degli agricoltori. Lunedì 26 febbraio, sono attesi nella Capitale belga 1.500 trattori nel quartiere delle istituzioni Ue a margine della riunione dei ministri europei dell'Agricoltura.

 

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea mette nuove deroghe agli obblighi da rispettare su colture e terreni per ottenere i fondi Ue e ispezioni dimezzate nelle aziende. L'offerta prevede minori condizionalità per accedere ai finanziamenti diretti della Pac e il taglio fino al 50% delle ispezioni nelle aziende agricole. Questo perché, sottolinea l'esecutivo comunitario, «l'insieme degli standard di base" che gli agricoltori sono chiamati a rispettare "si è rivelato difficile da implementare».

Per questo - oltre al già approvato nuovo stop per tutto il 2024 all'obbligo di mettere a maggese il 4% dei terreni - la squadra di von der Leyen propone di modificare già entro metà marzo l'imposizione di mantenere le superfici di prati permanenti nell'Ue stabile rispetto ai livelli del 2018. Previste poi tutela dalle sanzioni per chi, colpito da siccità o inondazioni, non può soddisfare i requisiti della Pac.

Agricoltori, inadeguata l'apertura Ue

Proposte che però non convincono le principali associazioni italiane. Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, «la risposta della Commissione europea è assolutamente inadeguata. Alcune iniziative vengono addirittura rinviate al prossimo autunno. Abbiamo invece bisogno di decisioni immediate ed efficaci».

 

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, invece sottlinea: «Al momento sono solo dichiarazioni: i tempi delle aziende non combaciano con i tempi della burocrazia europea. Noi vogliamo risposte concrete e interventi immediati. Non è più tempo di annunci, serve cambiare le regole che penalizzano l’agricoltura. La posizione di Coldiretti non cambia: lunedì saremo di nuovo a Bruxelles a manifestare in piazza insieme a migliaia di agricoltori per avere tempi e strumenti certi per cambiare le politiche europee che minacciano la sopravvivenza del settore».

Proposte Ue, le posizioni italiane

«Gli orientamenti della Commissione - sottolinea Giansanti - non consentono di risolvere i problemi posti dagli agricoltori, con particolare riferimento alla cosiddetta "condizionalità rafforzata". Prendiamo atto della disponibilità a rivedere gli obblighi fissati dalla PAC in materia di rotazione obbligatoria delle colture e destinazione a finalità non produttiva dei terreni. Intanto, però, in assenza di una deroga totale per il 2024, vanno quantomeno sospese le sanzioni. A riguardo, dovrebbe essere ampliata al massimo la possibilità di riconoscere, a livello nazionale, la condizione di forza maggiore. Vanno poi semplificate e velocizzate le procedure per la modifica dei Piani strategici nazionali».

La Commissione ha anche proposto di esentare dai controlli sul rispetto della condizionalità le aziende con una superficie fino a 10 ettari. «È una proposta inaccettabile - conclude il presidente di Confagricoltura -: se una regola è sbagliata e introduce adempimenti troppo onerosi, va eliminata per tutti. Senza discriminazioni in funzione della superfice aziendale. Sulle proposte per migliorare la posizione degli agricoltori nella catena del valore, ci pronunceremo quando saranno effettivamente licenziate».

«Nelle proposte avanzate dalla Commissione – spiega Prandini - abbiamo letto alcune semplificazioni da noi proposte, ma manca completezza e certezza dei dettagli. Si sono, finalmente, accorti di alcuni aspetti su cui intervenire, come ad esempio la condizionalità ambientale e la razionalizzazione dei controlli. Sono positive anche le ipotesi di intervento per i piccoli agricoltori».

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Alberto Lupini


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