Tni boccia il nuovo decreto sostegni: misure insufficienti. «È solo un contentino»

Per l'associazione ristoratori Toscana il decreto Sostegni Ter è «pura demagogia». Manca la moratoria sui mutui, il credito d'imposta sugli affitti va ad aziende già morte, lo sconto sulla Gig non convince

22 gennaio 2022 | 17:43

«Il nuovo decreto Sostegni? È come se ci avessero tirato in mezzo al mare un salvagente sgonfio. È una sorta di circonvenzione d'incapace. Ci credono davvero stupidi o ingenui. Questo decreto – punta il dito Cristina Tagliamento, segretario nazionale di TNI Italia – è pura demagogia. Siamo punto e a capo, come quando eravamo chiusi e il governo Conte ci ha dato due spiccioli, il 5% del nostro fatturato. Con questo decreto, torniamo ancora agli spiccioli. Un contentino per metterci a tacere, ma con noi non funziona».

Mancano credito d'imposta, cassa integrazione Covid e moratoria sui mutui


  «Noi chiediamo tre cose al governo: credito d'imposta sugli affitti, cig Covid e moratorie sui mutui. Delle moratorie, indispensabili per salvare le nostre aziende – sottolinea Tagliamento – non c'è traccia  nel decreto, almeno nelle bozze che circolano. Si prevede invece il credito d'imposta sugli affitti, ma solo se l'azienda ha perso almeno il  50% del fatturato, mese su mese, da gennaio a marzo 2022 e rispetto al 2019. Ma un'impresa che in questo primo trimestre ha una perdita del 50% rispetto al 2019 significa che è sull'orlo del fallimento, se non già chiusa. Serve che invece siano usati gli stessi parametri del credito d'imposta sulle locazioni concesso nel 2020. I fondi perduti, inoltre – prosegue il segretario nazionale – sarebbe meglio calcolarli sulla perdita di di bilancio, come i fondi perequativi di fine anno 2021».

 


I ristoranti sono aperti ma vuoti

«La cassa integrazione Covid, infine, non è stata prorogata ed è ancora tutto da valutare - su questo ciò che abbiamo letto finora non è chiaro - se in questi tre mesi sarà possibile accedere o meno ad una cig scontata o gratuita per i dipendenti. Di certo – conclude – questo decreto è del tutto insufficiente a salvare le imprese turistico-ricettive. I nostri alberghi e i nostri ristoranti sono aperti, ma vuoti. Servono interventi strutturali, no delle misure per tamponare un'emergenza che dura ormai da due anni».

 

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Alberto Lupini


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