Tenere in Italia il 40% di esterofili La missione di Enit per l'estate
In vista delle ferie pochissimi saranno i turisti stranieri che arriveranno in Italia e così gli addetti ai lavori di tutta la Penisola possono puntare sui viaggiatori connazionali che solitamente si dirigono all’estero
22 maggio 2020 | 16:20
L’incertezza sull’apertura o chiusura delle frontiere internazionali insieme a tutto il resto di punti di domanda che regnano sull’organizzazione dell’estate 2020 in ottica turismo spingono gli addetti ai lavori a studiare mosse per limitare i danni che comunque ci saranno. C’è un dato sul quale si può lavorare e che può rappresentare un bel margine d’ossigeno per alberghi, ristoranti, spiagge, rifugi, agriturismi: è quel 40% che rappresenta i turisti italiani che solitamente scelgono l’estero, ma che quest’anno - se sceglieranno di partire - dovranno dirigersi con molte probabilità in località del Belpaese.
La prospettiva dunque è recuperare in parte con il turismo domestico il calo delle prenotazioni internazionali per l’estate - da giugno ad agosto - una diminuzione anche maggiore dei competitor diretti quali Spagna e Francia: l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso per l’estate, realizza anche il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna. L'Italia, quindi, ha un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi outgoing rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%).
D'altronde il turismo italiano ha sempre registrato presenze massicce di turisti stranieri e quindi risente di più della diminuzione del turismo internazionale. Nei primi 4 mesi del 2020 il traffico aeroportuale internazionale verso l’Italia è diminuito del -64,8%, registrando 655mila arrivi stranieri negli aeroporti italiani. Nel monitoraggio settimanale di Enit, alla nona settimana di osservazione sull’andamento degli arrivi aeroportuali nel 2020, le perdite indicano un dato complessivo del -70,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una tendenza discendente costante nella diminuzione della domanda internazionale fermata dal blocco dei viaggi.
Si avverte la mancanza di Paesi long haul con una diminuzione più evidente delle provenienze dalla Cina che cala del -82% (valore massimo) e dagli Usa (-78,1%), mentre il calo inferiore del si registra dalla Russia (-63,3%) . Quanto ai pernottamenti internazionali nel 2020 si stima che il calo si attesterà al -49%, pari a 31 milioni di visitatori, con pernottamenti internazionali inferiori di 108 milioni rispetto al 2019. Si può sperare, però, in un recupero degli arrivi a corto raggio a luglio mentre il resto del mondo si riprende più lentamente. E' giusto quindi attendersi un recupero degli arrivi dai Paesi vicini dato che rappresentano il 56 per cento del turismo internazionale in italia. Una ripresa attesa anche in virtù di una tendenziale stabilità dei prezzi praticati dal sistema ricettivo italiano che nel mese di giugno, addirittura, registra un valore mediano nella vendita online di 97 euro per camera.
Ma in termini economici totali, i consumi di italiani e stranieri potrebbero determinare una perdita di 65 miliardi di euro (di cui 21 miliardi dall'estero). Il turismo rappresenta la quarta maggiore categoria di esportazioni dell'UE e produce effetti positivi per l'economia europea nel suo complesso: per ogni euro di valore aggiunto generato dal turismo si ottiene un effetto indiretto su altre industrie pari a 56 cent supplementari. L’Italia turistica nonostante il Covid si conferma la più desiderata e ricercata come meta internazionale. Dall’inizio della pandemia si contano un totale di 711,4mila mention relative al Travel Italia - di cui 42,8mila comparse sul web e 669,5 mila sui social - che hanno prodotto 197,3 milioni di interazioni equivalenti ad un investimento pari a 421,3 milioni di euro.
Sarà un'estate italiana
La prospettiva dunque è recuperare in parte con il turismo domestico il calo delle prenotazioni internazionali per l’estate - da giugno ad agosto - una diminuzione anche maggiore dei competitor diretti quali Spagna e Francia: l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso per l’estate, realizza anche il calo più profondo pari a -81,4%, rispetto al -80,1% della Francia e al -77,5% della Spagna. L'Italia, quindi, ha un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi outgoing rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%).
D'altronde il turismo italiano ha sempre registrato presenze massicce di turisti stranieri e quindi risente di più della diminuzione del turismo internazionale. Nei primi 4 mesi del 2020 il traffico aeroportuale internazionale verso l’Italia è diminuito del -64,8%, registrando 655mila arrivi stranieri negli aeroporti italiani. Nel monitoraggio settimanale di Enit, alla nona settimana di osservazione sull’andamento degli arrivi aeroportuali nel 2020, le perdite indicano un dato complessivo del -70,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una tendenza discendente costante nella diminuzione della domanda internazionale fermata dal blocco dei viaggi.
Si avverte la mancanza di Paesi long haul con una diminuzione più evidente delle provenienze dalla Cina che cala del -82% (valore massimo) e dagli Usa (-78,1%), mentre il calo inferiore del si registra dalla Russia (-63,3%) . Quanto ai pernottamenti internazionali nel 2020 si stima che il calo si attesterà al -49%, pari a 31 milioni di visitatori, con pernottamenti internazionali inferiori di 108 milioni rispetto al 2019. Si può sperare, però, in un recupero degli arrivi a corto raggio a luglio mentre il resto del mondo si riprende più lentamente. E' giusto quindi attendersi un recupero degli arrivi dai Paesi vicini dato che rappresentano il 56 per cento del turismo internazionale in italia. Una ripresa attesa anche in virtù di una tendenziale stabilità dei prezzi praticati dal sistema ricettivo italiano che nel mese di giugno, addirittura, registra un valore mediano nella vendita online di 97 euro per camera.
Ma in termini economici totali, i consumi di italiani e stranieri potrebbero determinare una perdita di 65 miliardi di euro (di cui 21 miliardi dall'estero). Il turismo rappresenta la quarta maggiore categoria di esportazioni dell'UE e produce effetti positivi per l'economia europea nel suo complesso: per ogni euro di valore aggiunto generato dal turismo si ottiene un effetto indiretto su altre industrie pari a 56 cent supplementari. L’Italia turistica nonostante il Covid si conferma la più desiderata e ricercata come meta internazionale. Dall’inizio della pandemia si contano un totale di 711,4mila mention relative al Travel Italia - di cui 42,8mila comparse sul web e 669,5 mila sui social - che hanno prodotto 197,3 milioni di interazioni equivalenti ad un investimento pari a 421,3 milioni di euro.
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Alberto Lupini
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