Tassa di soggiorno? «Un sistema datato!» Franceschini annuncia un cambiamento
11 maggio 2016 | 18:24
C'è aria di novità sul fronte del turismo: il governo Renzi, tramite le parole del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini (nella seconda foto), pare voglia rivedere la tassa di soggiorno. Come? Uscendo «dal riferimento alle stelle degli alberghi - ha spiegato Franceschini - che sono un sistema ormai datato e superato», per fare riferimento piuttosto al prezzo della camera. L'occasione colta per presentare l'ancora ipotetica iniziativa è stato il convegno della piattaforma Airbnb a Roma.
Qui Franceschini ha detto la sua, lamentando la tanto antica quanto non equa classificazione delle stelle per gli alberghi, e proponendo di calcolare la tassa di soggiorno in maniera proporzionale al prezzo della camera. «Questo garantisce maggiore equità e trasparenza e uguaglianza tra le regioni». Inoltre la tassa di soggiorno, sempre a parere del Ministro, sarebbe più opportuno fosse pagata direttamente con il conto della camera, e non separatamente, in un secondo momento: «È una cosa che è capitata anche a me e che confonde il turista».
Dario Franceschini
Così conclude Franceschini, puntando il dito contro la classificazione degli hotel come metro di giudizio per assegnare la famosa tassa di soggiorno. A puntare il proprio di dito è anche il Codacons, la differenza sta però nel bersaglio: non tanto il criterio di assegnazione, quanto la tassa in sé.
Carlo Rienzi
«Si tratta di un balzello odioso - afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi (nella terza foto) - che gli utenti pagano mal volentieri e che è vissuto come una ingiusta imposizione In un momento in cui il turismo soffriva enormemente a causa della crisi economica, si è deciso di introdurre questa tassa, che ha avuto come unico effetto quello di incrementare i costi per i viaggiatori e danneggiare il turismo. Ora che il settore dei viaggi sta lentamente riprendendo quota, crediamo non abbia senso soffermarsi sul sistema delle stelle per il comparto alberghiero, ma si debba seriamente lavorare per una abolizione della tassa di soggiorno, che darebbe ulteriore sprint al turismo in Italia».
Qui Franceschini ha detto la sua, lamentando la tanto antica quanto non equa classificazione delle stelle per gli alberghi, e proponendo di calcolare la tassa di soggiorno in maniera proporzionale al prezzo della camera. «Questo garantisce maggiore equità e trasparenza e uguaglianza tra le regioni». Inoltre la tassa di soggiorno, sempre a parere del Ministro, sarebbe più opportuno fosse pagata direttamente con il conto della camera, e non separatamente, in un secondo momento: «È una cosa che è capitata anche a me e che confonde il turista».
Dario Franceschini
Così conclude Franceschini, puntando il dito contro la classificazione degli hotel come metro di giudizio per assegnare la famosa tassa di soggiorno. A puntare il proprio di dito è anche il Codacons, la differenza sta però nel bersaglio: non tanto il criterio di assegnazione, quanto la tassa in sé.
Carlo Rienzi
«Si tratta di un balzello odioso - afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi (nella terza foto) - che gli utenti pagano mal volentieri e che è vissuto come una ingiusta imposizione In un momento in cui il turismo soffriva enormemente a causa della crisi economica, si è deciso di introdurre questa tassa, che ha avuto come unico effetto quello di incrementare i costi per i viaggiatori e danneggiare il turismo. Ora che il settore dei viaggi sta lentamente riprendendo quota, crediamo non abbia senso soffermarsi sul sistema delle stelle per il comparto alberghiero, ma si debba seriamente lavorare per una abolizione della tassa di soggiorno, che darebbe ulteriore sprint al turismo in Italia».
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Alberto Lupini
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