Tassa di soggiorno: diventa variabile? Santanchè: «Sia reinvestita»
Il governo si impegna a cambiarla: potrebbe essere proporzionale al costo del soggiorno. Il ministro del Turismo: «Non appiani i bilanci dei comuni». Ma le associazioni di categoria sono divise
È stata approvata in Senato una risoluzione che impegna il governo a rivedere la legge sulla tassa di soggiorno. L'obiettivo è farla diventare variabile e non più fissa, ma sulla prospettiva i professionisti dell'accoglienza si mostrano divisi. Nel frattempo, il ministro del Turismo Daniela Santanchè punta a farla diventare «una tassa di scopo».
Tassa di soggiorno, la proposta
Invece che essere fissa e in base al numero di notti di permanenza, la nuova tassa di soggiorno potrebbe diventare proporzionale in base al costo del soggiorno. In questa direzione si sta dunque muovendo il governo. Oggi, il costo della tassa è fisso e oscilla tra i 3 e i 10 euro a notte.
Per Santanchè, però, non basta cambiare il calcolo e al Forum in masseria a Saturnia (Gr) ha detto: «Non sono d'accordo per usare la tassa indistintamente. Si potrà rivedere la tassa di soggiorno che deve essere una tassa di scopo, la paghi perché i tuoi soldi andranno reinvestiti nel turismo, mentre oggi serve per appianare i bilanci dei comuni. Sono i sindaci che decidono».
Nuova tassa di soggiorno, le reazioni
Francesco Gatti, presidente di Assohotel, al Tempo si dice favorevole: «Sono soddisfatto e fiducioso. L'imposta così come è attualmente non funziona: incide troppo sui turisti e dà poco e niente al turismo. Rivedere la tassa è ormai una necessità e un fatto di competitività con le altre città d'Europa».
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Tassa di soggiorno: si pagherà in proporzione al prezzo della camera?
Il provvedimento viene invece preso con le pinze da Federalberghi, con Tommaso Tanzilli che sottolinea: «In linea generale non siamo contrari, ma va specificato bene cosa si intende con il concetto di tassa proporzionata al prezzo del soggiorno». Tanzilli si chiede se, oltre all'alloggio, comprende anche la colazione piuttosto che la mezza pensione o il centro sauna e più in generale degli altri servizi. C'è poi un problema di «di verifica di quanto versato dai turisti: a nostro avviso con una norma del genere diventa più difficile da valutare per l'Amministrazione».
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Alberto Lupini
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