Tassa di soggiorno: a Genova aumenta per case vacanza e B&B, non per gli hotel
La giunta comunale ha approvato una nuova misura al rialzo per le case vacanza, B&B e altre strutture ricettive extra-alberghiere. Le nuove aliquote prevedono un raddoppio da 1,5 a 3 euro a notte per persona
La giunta comunale di Genova ha varato una manovra al rialzo sulla tassa di soggiorno, ma con una particolare distinzione: gli alberghi non saranno toccati dall’aumento. La decisione, approvata il 21 luglio, ha imposto un ritocco verso l’alto solo alle aliquote delle strutture extra alberghiere, quali case vacanza, B&B, e altre tipologie di alloggi turistici, che negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale nella città. Le nuove aliquote, già in vigore, prevedono un raddoppio da 1,5 a 3 euro a notte per persona.
Mentre per campeggi, ostelli, agriturismi e marina resort l’aliquota è aumentata a 2 euro a notte per persona. Gli alberghi e i condhotel (alberghi diffusi) sono stati esclusi dall’aumento e manterranno le aliquote precedenti: 1,5 euro da 1 a 3 stelle, 3 euro per i 4 stelle e 4,5 euro per gli alberghi a 5 stelle.
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Perché la tassa di soggiorno a Genova è aumentata solo per le strutture extra-alberghiere?
La scelta di concentrarsi sulle strutture extra-alberghiere è stata motivata dall’incremento notevole dell’offerta di posti letto in queste tipologie di alloggi, soprattutto nel centro storico di Genova. Il provvedimento è stato condiviso dal tavolo dell’imposta di soggiorno, composto dall’amministrazione comunale, la Camera di Commercio e le associazioni di categoria degli albergatori. Gli introiti derivanti dall’aumento verranno destinati a interventi e progetti finalizzati allo sviluppo economico turistico, come previsto per una quota dell’imposta di soggiorno.
A Genova una misura per "tamponare" il fenomeno degli affitti brevi
Tuttavia, la decisione ha suscitato qualche preoccupazione tra i turisti che preferiscono sistemazioni meno costose, ma il vicesindaco Pietro Piciocchi ha argomentato che gli aumenti sono contenuti e che le strutture extra-alberghiere non sempre offrono tariffe più vantaggiose rispetto agli alberghi. Alcuni albergatori, invece, considerano la misura un segnale importante ma non sufficiente per affrontare il fenomeno degli affitti brevi,che ha avuto un impatto socio-urbanistico significativo in molte città, compresa Genova.
Genova non è la prima città ad aumentare gli affitti brevi
La decisione di Genova di aumentare l’imposta di soggiorno segue una tendenza tra i grandi Comuni italiani, che utilizzano sempre di più questa leva per bilanciare i conti locali, come Firenze e Roma. Nonostante ciò, il vicesindaco Piciocchi rassicura che l’aumento non è ancora all’ordine del giorno, e che Genova si posiziona comunque tra le città meno care in termini di tassa di soggiorno. Milano, ad esempio, ha chiesto di arrivare fino a 10 euro per l’imposta di soggiorno.
Tassa di soggiorno: pubblicati i dati del 2022
Il Centro Studi Enti Locali poi, di recente, ha pubblicato i dati relativi alla tassa di soggiorno 2022, rivelando che sono stati raccolti oltre 512 milioni di euro, al netto degli introiti della città di Roma non ricomprese in questa ricerca, ma che da fonti di stampa raccoglie circa 120 milioni. Un dato impressionante tanto più se si considera che è di oltre il 10% superiore rispetto al 2019. Questo malgrado i flussi turistici nel 2022 fossero ancora inferiori. Oltre 48 milioni raccolti da Milano, 42 da Firenze e 31 da Venezia.
Per il 2023 il getto è destinato ad aumentare ulteriormente per effetto della crescita delle presenze turistiche che si registrano in questi mesi, ma anche degli aumenti disposti, come già detto, dal Comune di Roma e di Firenze. Risorse che costituiscono un costo importante che grava in grandissima parte sui clienti delle strutture alberghiere.
«Questi numeri confermano l’impatto del nostro settore sull’economia dei territori. Un gettito importante è quello della tassa di soggiorno che va a finire nelle casse comunali. Fondi di una portata straordinaria che chiediamo vengano riutilizzati a sostegno del settore e della competitività turistica delle nostre destinazioni - ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
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Alberto Lupini
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