Tampone obbligatorio, Draghi all'Europa: «Così manteniamo vantaggio su Omicron»

Dopo le proteste del mondo del turismo e dell'Ue, arriva la risposta del presidente del Consiglio: «Occorre mantenere il vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario». E altri Paesi si tutelano

17 dicembre 2021 | 10:30

Dopo le proteste che si sono levate dal mondo del turismo (soprattutto quello organizzato) e dall'Europa, arriva la risposta del presidente del Consiglio Mario Draghi impegnato a Bruxelles per il vertice del Consiglio dell'Ue: «Occorre mantenere questo vantaggio (sul virus, ndr) a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale. Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento a livello Ue deve essere guidato dal principio di massima cautela».

 

L'Unione europea chiede più coordinazione

Insomma, palla rispedita al mittente. Ossia l'Unione europea. Che, in conclusione del meeting, ha pubblicato una nota in cui si richiama alla necessità di uno «sforzo coordinato» affinché le restrizioni siano «basate su criteri oggettivi, non devono danneggiare il funzionamento del mercato unico e non ostacolare in maniera sproporzionata la libertà di circolazione tra gli Stati membri o di viaggiare in Ue». Il tutto senza mettere a repentaglio gli accordi sull'utilizzo del green pass.

Entro una settimana la Commissione europea dovrebbe fornire un’indicazione che renda omogenee le regole per l'utilizzo della certificazione verde. Finora, soprattutto sul tema della sua durata, si è andati in ordine sparso.

 

L'infettivologo Galli: «9 mesi di validità per il green pass? Mediazione comprensibile»

Sul tema della durata del green pass è intervenuto, in una intervista a La Stampa, l'infettivologo Massimo Galli: «La durata del green pass fissata a nove mesi è un’apparente contraddizione, ma si tratta di una mediazione comprensibile. Nove mesi intanto sono l’indicazione che l’immunità non è infinita, ma va rinnovata con dei richiami come la terza dose e poi chissà. Possono sembrare troppi, però la caduta della risposta immunitaria a partire da 5 mesi è parziale e non riguarda tutti». C’è poi il discorso dei guariti: «Ci sono dati robusti che dimostrano come in 14 mesi di osservazione il rischio per loro di reinfettarsi sia inferiore al 3 per mille. Cinque milioni di italiani guariti, più un milione che non sa di esserlo, non possono sopportare l’idea che i loro anticorpi non valgano nulla». 

 

Il richiamo al prezzo pagato dall'Italia: oltre 135mila morti e Pil caduto del 9%

La decisione italiana, quindi, sebbene abbia fatto storcere il naso a qualcuno ha anche fatto scattare un dibattito a livello comunitario sulla necessità di proteggere l'attuale stato di lotta al virus. Come ha ricordato lo stesso Draghi, infatti, abbassare la guardia non è possibile. Il nostro Paese, ha sottolineato il premier di fronte ai colleghi europei, ha già pagato un prezzo di oltre 135mila morti da inizio pandemia e deve recuperare una caduta del Pil intorno al 9% a seguito del lockdown.

 

Anche Grecia, Portogallo, Irlanda e Francia si tutelano

Vaccini (83-85% per cento di vaccinati in Italia, con circa 500.000 dosi al giorno comprese le prime 15mila dosi somministrate nella fascia di età 5-11 anni) e tamponi per chi arriva nel nostro Paese dall'estero diventano quindi strumenti indispensabili. Tanto che anche Grecia, Portogallo e Irlanda hanno già anticipato l'approccio italiano (sebbene con modi e tempistiche diverse) e la Francia ha chiuso le frontiere con la Gran Bretagna dove è in corso un picco di contagi dovuti alla variante Omicron. Infine, anche la Svizzera, che non fa parte dell'Ue ma rientra nello spazio Schengen, già chiede un tampone dal 4 dicembre per chi proviene dall'estero.

 

 

Niente Natale all'estero per 2,1 milioni di italiani?

Una situazione che rischia di mettere a repentaglio le vacanze all'estero di 2,1 milioni di italiani che solitamente, prima della pandemia, varcavano i confini nazionali per le festività di Natale e Capodanno. La cifra viene riportata da un'analisi Coldiretti/Ixé secondo cui il nuovo giro di restrizioni che sta prendendo piede in tutto il Vecchio Continente a causa della variante Omicron spingerà molti italiani ad accontentarsi della vacanza domestica. Piccoli borghi (5mila i piccoli comuni diffusi su tutto il territorio italiano) e agriturismi (circa 24mila le strutture sparse lungo la Penisola) ne beneficeranno. Così come l'enogastronomia territoriale: 5.333 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate.

 

In Italia si allarga la zona gialla

Nel frattempo, sul fronte interno, tra Natale e Capodanno ci potrebbero essere dei cambi di colore: in particolare, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna potrebbero entrare in giallo il 27 dicembre, mentre il Friuli-Venezia Giulia rischia addirittura la fascia arancione. Meglio al sud dove le regioni hanno ancora numeri da zona bianca. E così, dopo l’ordinanza che manda in giallo da lunedì il Veneto, la Liguria, le Marche e la provincia di Trento, si guarda alla curva epidemiologica ma soprattutto alla situazione degli ospedali: si va in fascia gialla con 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti e un’occupazione dei posti letto in terapia intensiva pari al 10% e in area medica pari al 15%; si passa in zona arancione quando si ha tra i 150 e i 250 casi ogni 100mila abitanti, l’occupazione in terapia intensiva oltre il 20% e in area medica oltre il 30%.

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Alberto Lupini


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