Takeaway ha la meglio su Uber e acquista l'americana Grubhub
La piattaforma creata da Jitse Groen nel 2000 è un colosso delle consegne di pranzi e cene a domicilio. Due mesi fa si è presa Just Eat, ora si espande anche negli Usa acquistando Grubhub per 7,3 miliardi di dollari
11 giugno 2020 | 11:23
Il mondo delle consegne a domicilio è cresciuto esponenzialmente durante questa fase di emergenza. Tantissimi i consumatori che, costretti a casa, hanno ordinato vini e aperitivi, pranzi e cene a domicilio. Una realtà che, prima marginale, si è accostata a quelle più consone di consumo. Questo "nuovo mondo" di consumo oggi ha un nuovo colosso: Just Eat Takeaway si è accaparrato Grubhub, lasciando a bocca asciutta Uber, che aveva presentato un'offerta ma non sufficiente a superare quella di Just Eat.

Con questa acquisizione inoltre Just Eat Takeaway entra a tutti gli effetti sul mercato americano, ampliando così la sua presenza a livello mondiale. La società infatti, fino ad ora, era presente in Europa, Australia, Brasile e Canada.
Dicevamo, Uber è rimasta a bocca asciutta. La piattaforma aveva presentato un'offerta per acquistare Grubhub e crescere nel mercato delle consegne di pranzi e cene, dove la concorrenza sta aumentando e i campi d'interesse accelerano con il coronavirus. Uber però avrebbe poi deciso di fare un passo indietro nell'operazione, sulla scia dei timori antitrust di Grubhub che, temendo un processo di approvazione lungo per l'operazione, temeva di restare nel limbo.

Un'acquisizione da 7,3 miliardi di dollari
Ricordiamo che è di due mesi fa circa l'acquisto da parte di Takeaway (azienda fondata nel 2000 dal miliardario olandese Jitse Groen) del colosso Just Eat, dopo il via libera Antitrust dalle autorità britanniche. Ora si è di fronte a un nuovo colosso mondiale del delivery: Just Eat Takeaway paga 75,15 dollari per ogni azione Grubhub, per un'operazione che in tutto ha un valore di 7,3 miliardi di dollari. Con questa acquisizione inoltre Just Eat Takeaway entra a tutti gli effetti sul mercato americano, ampliando così la sua presenza a livello mondiale. La società infatti, fino ad ora, era presente in Europa, Australia, Brasile e Canada.
Dicevamo, Uber è rimasta a bocca asciutta. La piattaforma aveva presentato un'offerta per acquistare Grubhub e crescere nel mercato delle consegne di pranzi e cene, dove la concorrenza sta aumentando e i campi d'interesse accelerano con il coronavirus. Uber però avrebbe poi deciso di fare un passo indietro nell'operazione, sulla scia dei timori antitrust di Grubhub che, temendo un processo di approvazione lungo per l'operazione, temeva di restare nel limbo.
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Alberto Lupini