La Svizzera non vieta l'import di foie gras, il fegato d'oca è "salvo"

Il Consiglio nazionale elevetico si è espresso. Nessun divieto d'importazione del foie gras, ma viene stabilito un obbligo di informazione in etichetta sul processo produttivo. «Ci vuole più trasparenza», dicono da Berna

14 settembre 2023 | 16:55

Nessun divieto di importazione per il foie gras. In Svizzera il fegato d'oca ingrassato, uno degli alimenti più controversi del mondo, di fatto è "salvo." Il Consiglio nazionale elvetico si è espresso a favore della salvaguardia dell'import cibo di origine francese ottenuto attraverso la nutrizione forzata dei volatili. Il Parlamento della Svizzera ha respinto una proposta per vietare l'importazione di foie gras, 141 voti contro 39 "a favore" del foie gras e della sua importazione.

Un'approvazione "con riserva", per così dire, visto che lo stesso Consiglio svizzero ha disposto che sulle confezioni vengano indicate le modalità in cui il foie gras viene ottenuto. Nel Paese elvetico infatti è vietata l'alimentazione forzata di anatre e oche, il cosiddetto gavage (lettaralmente "fegato ingrassato", pratica vietata in tutti i Paesi europei tranne Francia, Ungheria e Bulgaria) , ma non è bandita l'importazione di prodotti ottenuti da tale procedura come, per l'appunto, il foie gras. 

Il Presidente svizzero Berset: «Trasparenza sui metodi di produzione del foie gras»

«Il divieto di importazione è la misura più radicale possibile, che è giustificata solo se non ci sono altri modi per raggiungere l'obiettivo desiderato: trasparenza sui metodi di produzione e contributo al benessere degli animali», ha detto il Presidente della Svizzera Alain Berset, spiegando una decisione volta anche a salvaguardare i rapporti commerciali con la Francia

Fa eco al numero uno elvetico lo chef Bernard Fournier, che dell'utilizzo del foie gras in cucina ha fatto un marchio di fabbrica: «Sono d'accordo con Berna, sarebbe un grande peccato proibire un prodotto di questa raffinatezza. Al contempo approvo la decisione di obbligare a riportare più informazioni sulle etichette sul modo di praticare l'ingozzamento. Purtroppo in certi Paesi dell'Est, da quello che visto, fin troppe volte non si rispettano totalmente le regole, che invece in Francia sono molto più stringenti».

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Alberto Lupini


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