Su il sipario per DaV Milano: il ristorante a City Life dei Cerea
L'alta cucina del gruppo Da Vittorio approda al primo piano della Torre Allianz. A guidare la brigata di cucina gli chef Paolo Pivato e Nicholas Reina, formatisi sotto lo sguardo attento di Chicco e Bobo Cerea
Grazie al “DaV Milano by Da Vittorio”, l’alta cucina del gruppo “Da Vittorio” approda negli spazi avveniristici di City Life, al primo piano della Torre Allianz. È come dire che in uno dei luoghi più rappresentativi di Milano brillano nuove stelle, visto che la famiglia Cerea, proprietaria del brand, vanta 8 stelle Michelin sparse un po’ ovunque: vanno infatti considerati infatti il tre stelle in provincia di Bergamo, il bistellato di Saint Moritz, la stella conquistata a “Il Carpaccio” al Royal Monceau di Parigi e le due stelle di Shanghai. Il progetto è ambizioso, e non solo per la collocazione prestigiosa all’interno del cuore finanziario e residenziale della metropoli, ma perché con il “DaV Milano by Da Vittorio” Bruna Cerea e i figli Chicco, Francesco, Bobo e Rossella realizzano un sogno coltivato da tempo.
Debutto a Milano per Da Vittorio
«La terrazza è bellissima - dichiara Francesco Cerea - allietata da spazi verdi ed affacciata proprio sulla spettacolare piazza Tre Torri, con i suoi grattacieli. È stato per noi importantissimo debuttare nella città che più di ogni altra in Italia sa intercettare le novità e i trend culinari del futuro. Circondati da tutta questa bellezza, portiamo avanti il nostro lavoro con un nuovo format, che si differenzia dal classico e tristellato ‘Da Vittorio’ ma anche dal nostro catering, sebbene i canoni qualitativi siano gli stessi. Non si trova nel menu la solita ripartizione antipasto-primo-secondo-dolce, siamo più focalizzati sull’esaltazione dell’idea gastronomica in sé e mi riferisco alle uova di montagna con patate, salsa bbq e robiolina, alle tagliatelle con burro e ragù al coltello, ai paccheri alla DaV, ai casoncelli, melanzane alla cenere e pomodorino giallo, ai gamberi croccanti con limone e maionese e ad altro ancora. I piatti sono serviti singolarmente ma c’è anche la possibilità della condivisione: si può ordinare il “DegustiDaV” ovvero il ‘CondiviDaV’ e divertirsi con le varie proposte collocate al centro del tavolo».
Ma qual è il concetto di ristorazione che ci sta dietro?
A noi piace la parola ‘trattoria’. È chiaro che stiamo parlando di una trattoria elegante, visto il contesto e la qualità di materie prime e servizio, ma ci tenevamo a sottolineare che questo è un luogo dove divertirsi, ascoltare un po’ di musica, stare insieme, assaggiare una pizza, perché puntiamo molto pure su quella; una sana reazione, se vogliamo, alle costrizioni imposte dalla pandemia, alla solitudine di chi era costretto a rimanere a casa, magari in precarie condizioni di salute. Stare insieme, ripeto, e rilassarsi comodamente, visto che gli spazi sono ampi: abbiamo novanta coperti in terrazza e sessanta dentro.
Chi sono i vostri concorrenti qui a City Life?
Cambiamo prospettiva: ovunque io vada, non trovo concorrenti ma colleghi. Ognuno deve confezionare al meglio il proprio vestito, ed è normale che il cliente vada dal sarto che ama di più. Più che le classifiche, nella ristorazione conta la tipologia di abito, per rimanere nell’esempio, che vuoi indossare e che si addice al tuo stile.
In cucina Paolo Pivato e Nicholas Reina
A guidare la brigata di cucina gli chef Paolo Pivato e Nicholas Reina, formatisi sotto lo sguardo attento di Chicco e Bobo Cerea: in sala, a garantire la continuità con gli standard di servizio di Brusaporto e degli altri stellati del Gruppo, il General Manager Salvatore Impieri con il supporto del Restaurant Manager Stefano Lotti e del Bar Manager Cosimo Nucera: un approccio fresco, informale, veloce e al contempo internazionale. All’altezza delle aspettative anche la carta dei vini, con etichette accuratamente selezionate e un occhio di riguardo per Champagne e bollicine.
Tutto è pronto, tutte le componenti di un’impresa di ristorazione sugli scudi ormai da decenni sono state riassemblate per affrontare la sfida di Milano e della sua esigente clientela: non resta che andare a provarsi l’abito sartoriale, come dice Francesco Cerea, non solo per star bene a tavola ma anche per sentirsi eleganti.
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Alberto Lupini