Su cosa puntare per fare enoturismo? Tra digitale, personalizzazione ed esperienze

Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini lo hanno scritto nero su bianco: per collocare la cantina tra le wine destination occorre fare un salto di qualità e avviarsi verso buone pratiche

17 aprile 2021 | 18:38
di Emanuele Bottiroli
Sulla scia del decreto del 12 marzo 2019, che definisce “indirizzi e linee guida in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità, con particolare riferimento alle produzioni vitivinicole del territorio, per l’esercizio dell’attività enoturistica”, il senatore Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato della Repubblica, e Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del Vino ed ideatrice di Cantine Aperte, hanno scritto il volume “Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche”. Un contributo importante che accende i riflettori sul fenomeno dell’enoturismo in Italia, contestualizzandolo all’interno di un giacimento vitivinicolo unico al mondo caratterizzato da una varietà ampelografica di alto valore paesaggistico, naturalistico ed economico-produttivo.

Settore calamita per i viaggiatori

Il settore agroalimentare risulta una vera calamita per i visitatori stranieri che lo amano spesso anche più dell’arte e della cultura. «Il vino e, in generale, l’agroalimentare d’eccellenza sono i locomotori della ripartenza turistica», afferma il senatore Dario Stefàno. Del resto, «puntare sul turismo del vino come locomotore della ripartenza turistica- puntualizza Donatella Cinelli Colombini - significa dare concreta applicazione agli obiettivi europei. L’enoturismo richiede, infatti, un ampio uso della tecnologia digitale ed un netto miglioramento della connettività».

Fondamentale puntare al digitale e alle esperienze

L’impatto della rivoluzione digitale è impressionante in ogni settore e anche l’enoturismo deve adeguarsi sostenendo e promuovendo in modo appropriato offerte e pacchetti esperienziali differenziati. Essendo un turismo di prossimità, accessibile, integrato con altre esperienze culturali, gastronomiche, naturalistiche, fruibile anche da parte di piccoli gruppi e praticabile all’aria aperta in mezzo ai vigneti oltre che nelle cantine, l’enoturismo permette di valorizzare le aree meno conosciute del territorio, favorendo una forma di turismo “lento” sempre più apprezzato.

L’Italia deve puntare su cibo e vino

Gli italiani che stanno riscoprendo le destinazioni vicino a casa sono solo una piccola fetta di quel pubblico ampio a cui si era abituati in tempi pre-Covid. Ecco perché l’Italia deve puntare su cibo e vino per attrarre- non appena le condizioni lo permetteranno - turisti da tutto il mondo: europei, in primis, seguiti da americani ed asiatici. Il post pandemia è pronto ad essere caratterizzato da esperienze a tutto tondo basate, per esempio, su degustazioni di prodotti agroalimentari ed enologici che non hanno eguali al mondo: un brindisi, dunque, all’Italia e alle sue eccellenze.

Un manuale per crescere nel settore dell’enoturismo

L'Italia ha un giacimento vitivinicolo unico al mondo e una varietà ampelografica di indiscusso valore paesaggistico, naturalistico e anche economico-produttivo.

Accanto alla produzione enologica, sempre più improntata alla qualità, si è fatta strada negli anni una forma di turismo che oggi rappresenta un asset strategico per lo sviluppo della vitivinicoltura italiana. La recente approvazione del decreto del 12 marzo 2019 che disciplina il settore permetterà di esprimere al meglio le potenzialità espressive delle risorse vitivinicole italiane.

Nella prima parte del volume si affronta l'inquadramento normativo e concettuale dell'enoturismo descrivendone la storia e seguendo l'iter che ha portato alla normativa nazionale oggi in vigore e che dovrebbe portare il settore a sviluppare al meglio le sue eccellenze territoriali.

Nella seconda parte gli imprenditori troveranno tutti i consigli per collocare la loro cantina tra le wine destination più frequentate e per organizzare l'attività secondo i criteri più efficaci.

La preparazione del personale, l'organizzazione della struttura e, in genere, un quadro preciso di riferimento professionale sono imprescindibili per sfruttare al meglio le opportunità del settore come del resto le indicazioni gestionali adeguate agli sviluppi del mercato. Nel testo si affrontano brevemente anche le nuove esigenze determinate dall'emergenza Covid.

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Alberto Lupini


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