Gli stranieri tornano a scegliere l'Italia per le vacanze. Basterà per salvare la stagione invernale?

L'Italia è tra le mete preferite in Europa dei turisti stranieri, soprattutto provenienti da oltreoceano, in particolari americani e brasiliani. Ma basterà questo per far fronte alla crisi energetica? Secondo Confcommercio serve subito un intervento, altrimenti nonostante i dati positivi, la stagione sarà a rischio

11 ottobre 2022 | 05:00
di Silvia Balduzzi

L'italia è tra le mete preferite dei turisti stranieri in Europa, soprattutto provenienti da oltreoceano, con il 75% degli americani, e addirittura l'88% dei brasiliani che la indicano come la destinazione prescelta tra quelle del vecchio continente. A dirlo un'indagine realizzata dall'Istituto Piepoli per Confturismo.

E viene scelta anche per il turismo congressuale: nella Top 20 Destination Performance Index di Icca (International Congress and Convention Association) l'Italia è al quinto posto per meeting a livello globale.

Ma basterà questo per far fronte alla crisi energetica che sta mettendo in difficoltà il settore dell'accoglienza e della ristorazione?

Chi sono i turisti europei più propensi a viaggiare in Italia?

Tra gli europei, i più propensi al viaggiare in Italia sono i francesi (74%), seguiti da tedeschi (70%) e inglesi (65%). Gli stranieri che scelgono il nostro Paese lo definiscono in linea di principio interessante, accogliente e sicuro.

Le mete preferite per oggi e il futuro

A catalizzare l’attenzione sono le grandi città d’arte: Roma, Firenze, Venezia, Pisa ma anche Milano, Napoli, e mete turistiche come la Sicilia, la Costiera Amalfitana, il Lago di Como, il Lago di Garda. Tra coloro che invece non ci hanno scelto come meta, pur programmando un viaggio in Europa, le motivazioni di mancata scelta sono determinate dal fatto che pensano di venire in Italia in futuro, sono già stati nel nostro Paese in passato o ci considerano una meta costosa, soprattutto il target dei giovani (18-34 anni).

Le caratteristiche per cui viene scelta l'Italia

I punti forti indicati da chi è già stato in Italia negli ultimi cinque anni sono cibo, cultura e accoglienza, che però viene anche vista, insieme al costo del viaggio e delle attrazioni culturali, anche come aspetto negativo. Tra gli elementi da migliorare ci sono anche le infrastrutture e la pulizia. 

 

Quanto hanno viaggiato gli stranieri nel 2022?

Gli stranieri hanno effettuato meno viaggi che nel 2019: in particolare i brasiliani -38%, tedeschi -31%, inglesi -27% e francesi -22%. Meno pesante l'impatto per gli americani che sono a -19%. Sono dunque gli Stati Uniti il mercato intercontinentale che più di tutti traina la ripresa.

Come scelgono gli stranieri la destinazione di viaggio

Gli aspetti più importanti che fanno scegliere la destinazione del viaggio, sia in Europa che verso altri continenti, sono al primo posto per tutti i turisti internazionali il rapporto qualità-prezzo, poi l’interesse per la cultura, il comfort e la facilità di raggiungimento della destinazione. Per tedeschi e francesi ricopre un ruolo importante anche l’interesse per il paesaggio. I percorsi enogastronomici interessano una quota più piccola del campione (tra il 15 e il 23%, a seconda del Paese) soprattutto per i francesi: solo il 7% dichiara questa come una motivazione di viaggio internazionale, probabilmente a causa della forte cultura enogastronomica del Paese.

Alcune potenziali criticità 

Tra gli aspetti negativi ci sono alcuni dati dello studio Piepoli sui quali riflettere: se la comunanza linguistica, oltre alla ricerca delle proprie radici, può giustificare il 25% di americani che dichiarano che prossimamente visiteranno il Regno Unito invece dell’Italia, deve fare riflettere l’80% dei brasiliani che andranno in Portogallo adducendo, come principale motivazione, che si tratta del paese europeo più facilmente raggiungibile con i collegamenti. E ancora più significativo è il 42% di inglesi che “strizzano l’occhio” alla Spagna, indice presumibile di un mercato sul quale si potrebbe oggi rafforzare la presenza dell’offerta italiana, dedicandosi ad alcuni segmenti probabilmente non valutati nella loro effettiva potenzialità, a partire dal turismo della silver age.

Ai francesi piace l’Italia: è la seconda destinazione preferita

«Il mercato francese è il terzo in Europa per origine dei volumi di flussi e di spesa dei turisti internazionali. L’Italia è il secondo Paese di destinazione (dopo la Spagna). Si tratta di dimensioni significative per l’Italia considerato che sempre secondo elaborazioni dell’Ufficio Studi Enit su dati Banca d’Italia – la Francia è stata prima del Covid il terzo mercato geografico per peso della spesa dei turisti stranieri in Italia, dopo Germania e Stati Uniti. Secondo gli ultimi dati disponibili (2021), in questa fase di recupero dal Covid, dalla Francia origina il 13% del totale speso dai turisti stranieri in Italia (21,3 miliardi di euro). Questo fa della Francia il secondo mercato straniero (dopo la Germania), in attesa del completo recupero dei flussi di turismo dagli Stati Uniti. Sulla base degli stessi dati, l’Ufficio Studi calcola che, mediamente, la durata del viaggio è di 6 notti per una spesa di 108 euro a notte. I Francesi in Italia prediligono i soggiorni al mare (18,6% della spesa totale) e visitare le città d’arte (16,7%)» - dichiara Roberta Garibaldi ad Enit.

Arrivi turistici internazionali quasi triplicati

Secondo l´ultimi dati diffusi dal Unwto World Tourism Barometer, diffuse da TTG 2022, nei primi sette mesi del 2022 gli arrivi turistici internazionali sono quasi triplicati (+172%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Ciò significa che il settore ha recuperato quasi il 60% dei livelli pre-pandemia. La costante ripresa riflette la forte domanda repressa di viaggi internazionali, nonché l´allentamento o l'abolizione delle restrizioni di viaggio fino a oggi (86 Paesi non avevano restrizioni legate alla Covid-19 al 19 settembre 2022). 

Ancora non in linea con il 2019

La tendenza rilevata a livello interazionale dal WTO trova riscontro anche in territorio nazionale: analizzando i dati relativi alle presenze di ospiti negli alberghi italiani nel primo semestre di quest´anno, balza subito all´occhio la crescita delle presenze dopo la grave flessione del 2020 e 2021, principalmente determinata dalle chiusure per pandemia. Si tratta però di una ripresa parziale, principalmente determinata da un aumento dei clienti italiani (+7,1%), mentre sul fronte degli arrivi dall´estero si registra ancora una calo del 10.4%. Complessivamente il dato riferito al 2022 risulta quindi inferiore del 2.7% rispetto ai livelli del 2019: infatti, sebbene gli arrivi di stranieri nel primo semestre siano più che triplicati rispetto al 2021, rimangono inferiori del 36% al 2019.

I dati dell'estate 2022

Per quanto riguarda invece l´estate 2022, i dati di preconsuntivo registrano un +16,6% degli arrivi e un +14,3% dei pernottamenti; un risultato ritenuto piuttosto soddisfacente alla luce della situazione di incertezza determinata dalla crisi militare in Ucraina e dall´aumento generalizzato dei prezzi, che ha ridotto la capacità di spesa di molti turisti. In particolare per quanto riguarda i turisti stranieri, si evidenzia un aumento del 25,7% (anche se lo stesso dato è ancora inferiore del 28,3% rispetto al 2019). 

Sardegna, la Sicilia, la Campania e la Liguria, le migliori performance

A scegliere l'Italia quest'estate sono stati soprattutto tedeschi, francesi, olandesi, svizzeri, austriaci, britannici, belgi, statunitensi, spagnoli e scandinavi, mentre le regioni che hanno evidenziato le migliori performance sono state la Sardegna, la Sicilia, la Campania e la Liguria; per le altre i dati sono ancora lontani da quelli del 2019. Per quanto riguarda la scelta delle località di vacanza, anche nell'estate 2022 vede una prevalenza delle località di mare, con una forte ripresa delle prenotazioni alberghiere soprattutto in agosto (+71,2%) seguite da quelle montane (+61,9%). In recupero, dopo la brusca frenata del 2002 2021, anche le città d´arte, soprattutto nei mesi di luglio e agosto. (+34% delle prenotazioni alberghiere).

L'italia viene scelta anche per i viaggi di lavoro

Per numero di meeting internazionali promossi dalle associazioni: nella Top 20 Destination Performance Index di Icca (International Congress and Convention Association), il 70% dei paesi e l’80% delle città sono destinazioni europee. Seguono i Paesi asiatici (15%) e i Paesi nordamericani (10%), mentre l’Oceania, rappresentata dall'Australia, ha una quota di mercato del 5%. La Spagna balza di 2 posizioni rispetto al 2019 e diventa la seconda destinazione per meeting a livello globale, dopo gli Stati Uniti che restano saldi al primo posto per numero di congressi ospitati. Dopo la Germania al 3° e la Francia al 4°, l'Italia nel 2021 ottiene il 5° posto, scavalcando il Regno Unito che scende di una posizione rispetto al 2019.

Roma nelle prime 20 posizioni

Nella classifica delle città, Roma entra nelle prime 20 posizioni e si piazza al 16° posto.
Nel 2021 in Italia sono stati realizzati complessivamente 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido con una crescita del +23,7% rispetto al 2020, per un totale di 4.585.433 partecipanti (+14,7% sul 2020). La durata media degli eventi è pari a 1,34 giorni in linea con il 2020 (1,36).
Il 52,5% delle sedi per congressi ed eventi si trova al Nord, il 25,5% al Centro, il 13,9% al Sud e l’8,1% nelle Isole.

Attenzione alla sostenibilità e all’enogastronomia e con avanzata dotazione tecnologica

«Il successo dei meeting face to face dovrà essere basato in futuro sulla qualità dei contenuti e l’apporto che la destinazione può dare al raggiungimento degli obiettivi dell’evento, l’affiancamento di elementi virtuali, l’offerta di un’effettiva esperienza di networking, la sostenibilità. Occorre concentrarsi sul valore intellettuale che la destinazione può offrire agli incontri con interazioni tra pubblico e privato. Esperienze di networking efficaci da parte dall'organizzatore sarà fondamentale per il successo e il ritorno di investimento del meeting in presenza. Se analizziamo i dati disponibili ci rendiamo conto di quanto sia aumentata la determinazione di fattori come la reputazione, l’accessibilità dei luoghi, i fattori ambientali, il clima, le opportunità extra conferenze, le caratteristiche delle strutture ricettive per qualità e standard di sicurezza e come ci si orienti anche su strutture con meno camere con un’ospitalità più familiare. È cresciuto l’interesse per strutture con aree esterne con flessibilità degli spazi, attenzione alla sostenibilità e all’enogastronomia e con avanzata dotazione tecnologica» - ha dichiarato l’Ad Enit Roberta Garibaldi

Le preoccupazioni di Confcommercio

Commentando i dati dello studio dell'Isituto Piepoli sul turismo, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio ha sottolineato che «è un bilancio molto positivo quello del turismo grazie soprattutto al ritorno degli stranieri anche se non ai livelli pre-Covid. I costi fuori controllo del caro energia rischiano, però, di vanificare la stagione invernale. Serve subito un intervento europeo a sostegno delle imprese più penalizzate e accelerare, nel nostro paese, il potenziamento dei collegamenti e delle infrastrutture aeroportuali».

 

 

 

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