Dopo oltre tre anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms-Who), ha ufficialmente dichiarato il 5 maggio scorso la fine dell'emergenza sanitaria globale del Covid-19. Non si parlerà più di pandemia, dunque, ma di un virus che è in grado di causare una malattia che è destinata a rimanere quale patologia conosciuta. L'anno 2023 continua a scorrere a ritmi frenetici verso i nuovi orizzonti disegnati dalla voglia comune di ripartire e recuperare il tempo e le risorse perdute: tutti i numeri e le previsioni portano il segno positivo di una grande ripresa dell'intero comparto dell'accoglienza, che si aspetta addirittura di superare i risultati degli anni pre-Covid.
Secondo il rapporto "Tourism Forecast 2023" dell'Istituto Demoskopika, si prevede che ci saranno quasi 127 milioni di turisti in Italia nel 2023, con oltre 442 milioni di pernottamenti, con numeri che rappresentano il valore più alto registrato dal 2010 ad oggi. Ci sono anche segnali di ripresa sul fronte dell'incoming, con quasi 61 milioni di stranieri che dovrebbero scegliere l'Italia per le vacanze, generando ben 215 milioni di prenotazioni, con un flusso economico atteso che sfiora i 90 miliardi di euro (+22,8% rispetto all'anno precedente).
Sfide imminenti nel Turismo: materie prime, prezzi e risorse umane
Insomma, se ci fidiamo dei numeri e delle previsioni, la stagione turistica sotto il cielo azzurro della nostra penisola sarà più che brillante e prospera. Sull'onda dell'entusiasmo, che diffonde la buona notizia a macchia d'olio anche grazie ai media, gli operatori del comparto iniziano però a rendersi conto che non tutto ciò che brilla è oro colato e che godere del beneficio del crescente numero dei turisti, ha un rovescio della medaglia alquanto ruvido e fastidioso. Con lo sguardo al cielo, ma con i piedi ben saldati per terra, è chiaro che, per affrontare la stagione a testa alta, soddisfacendo le mutate esigenze ed aspettative dei consumatori, sempre più consapevoli del loro potere di regolatori del mercato, sono necessarie diverse risorse, che ahimè scarseggiano con i numeri della bilancia decisamente a segno negativo.
Il difficile reperimento di materie prime, il tunnel della giostra altalenante dei prezzi, oltre alla mancanza di risorse umane (sia a livello direttivo che esecutivo, ndr), rappresentano solo alcune delle nubi all'orizzonte, dipinto per ora in blu, ma a forte rischio di trasformarsi nella prossima tempesta perfetta per il sofferto comparto Food e Hotel.
Mancanza di personale: una grande sfida per il comparto turistico
L’ombrellone dei ripari sottoforma di bonus, incentivi e interventi di ristoro, si sta inevitabilmente chiudendo, lasciando strada ai progetti Pnrr che evidentemente fanno acqua da più di un buco. E se non ci bastasse questo, tra le onde del mare di guai, ci si mette pure il meteo alternando periodi di siccità e infiniti giorni di pioggia incessante, giusto per ricordarci l’esistenza dei discorsi sui cambiamenti climatici di cui, a rigor di sostenibilità, non se ne può più. E se l’abbondanza d’acqua non ci va bene perché non preparati alle alluvioni, non significa che con il caldo in arrivo possiamo cavarcela meglio.
Sulla griglia rovente della stagione estiva, che riempirà le spiagge con persone in cerca di freschezza, il problema che brucerà di più, indubbiamente sarà quello della mancanza di personale. E se in caso venisse a mancare il pane, eufemismo per intendere la carenza di approvvigionamento di qualche prodotto alimentare, gli operatori sapranno arrangiarsi, cambiando offerte e menu e nutrendo le ondate di turisti con la nostra “dieta mediterranea”. Ma ogni sforzo e impegno di raggirare gli ostacoli rimarrà impraticabile se non si trova la forza di braccia e mani sapienti in grado di trasformare il genio imprenditoriale in realtà.
Scegliere il personale per la stagione estiva: equilibrio tra le parti
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Carenza di manodopera: soluzioni provvisorie e spesso improvvisate
Insomma, qualcuno deve pure remare, altrimenti la barca non va. E su questo punto, secondo me cruciale, nonostante tutto si continua a girare la palla, giocandola a rimbalzo tra datori di lavoro e lavoratori, tirando in mezzo sindacati e politici, prendendo e dando colpi, più bassi che alti, ma meritandosi tutti, nessuno escluso, il cartellino rosso e l'esclusione della partita. Confcommercio lancia l’allarme che mancano all'appello 280mila lavoratori a giochi già iniziati, dicesi stagione in corso, così il settore F&H si trova intrappolato e in dovere verso la pioggia di turisti, a ricorrere al riparo con soluzioni provvisorie e spesso improvvisate che non gioveranno di sicuro a mantenere l’immagine di un paese “open to meraviglia”.
Purtroppo, almeno per il momento, non si è fatto avanti alcun giudice imparziale in grado di condurre un fire play risolutivo e aprire un dialogo e confronto costruttivo, senza il quale non ci saranno né vincitori né vinti e il miracolo della ripresa ben presto si trasformerà in sogno non avverato. Insomma, c'è da fare tanto ancora ed è inutile nascondersi dietro reciproche accuse, mettendosi sempre nella posizione di vittima in confronto alla crisi di turno - pandemia, guerra, governo, tassazione, meteo o clima.
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Eccellenze italiane e tradizioni: un salvagente per il comparto Food e Hotel
Evidentemente le problematiche attuali che affronta il comparto Food e Hotel non sono causate esclusivamente dai singoli eventi emergenziali, ma sono frutto di un periodo, fin troppo lungo, durante il quale siamo andati avanti a tentoni, senza un piano preciso per il futuro. E a quanto pare, stando ai fatti e alle conseguenze delle emergenze come quella sanitaria, ma anche quella recente climatica che ha colpito l'Emilia-Romagna, ci mancano anche efficaci strategie di reazione in caso di eventi avversi.
Per fortuna, abbiamo ancora il salvagente delle eccellenze italiane, le tradizioni e la cultura enogastronomica che con le sue unicità ci hanno tenuto a galla anche negli ultimi anni, ma a forza di stare aggrappati e di lasciarsi trainare comodamente dai successi dei nostri predecessori, stiamo perdendo le capacità di mettere in moto i cambiamenti necessari e costruire qualcosa di nuovo, utile e in sincronia con le esigenze dei nostri tempi. Spero e mi auguro che ci siano e che in futuro ci saranno sempre più imprenditori e operatori del settore F&H che riprenderanno il timone delle proprie attività, lasciandosi alle spalle gli errori del passato e guidando l'intero reparto con responsabilità e lungimiranza, affinché si riprenda la rotta giusta che porta verso l'obiettivo comune che non può che essere prosperità e benessere per tutti.
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Alberto Lupini
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