Spiagge, l’accesso è libero anche nei bagni attrezzati. Ecco come e perché

L’accesso al mare deve essere libero e gratuito, ma in molte spiagge italiane ogni estate i cittadini restano vittime di soprusi. Alcuni gestori fanno pagare un biglietto per chi vorrebbe solo raggiungere la riva. Silvia Dodi, avvocato e membro di Consumerismo, ha spiegato quali sono i diritti dei consumatori

19 agosto 2022 | 05:00
di Martino Lorenzini

Impedire l’accesso o chiedere un pagamento per raggiungere la battigia è una vera e propria violazione di legge. L’accesso al mare deve essere libero e gratuito, ma in molte spiagge italiane ogni estate molti consumatori restano vittima di veri e propri abusi. Infatti, alcuni gestori degli stabilimenti balneari, che dovrebbero consentire l’accesso e il transito gratuito per il raggiungimento della battigia, anche al fine della balneazione, costringono i bagnanti che vorrebbero raggiungere la riva, o semplicemente transitare, a pagare un biglietto.

Questo comportamento si configura come un abuso, poiché la spiaggia è un bene pubblico, appartiene al demanio dello Stato, anche se è data in concessione agli stabilimenti balneari.
 
Abbiamo quindi chiesto a Silvia Dodi, avvocato e membro di Consumerismo, associazione che composta da esperti provenienti dalle istituzioni, dal mondo del lavoro e dal no-profit, che operano insieme per essere la lobby indipendente dei Consumatori di spiegare quali sono i diritti e regole dei consumatori in merito all'accesso alle spiagge pubbliche.
 
Diritti che riguardano anche la possibilità di portarsi cibo da casa quando si è in spiaggia, il divieto di fumo o come comportarsi con il proprio amico a quattro zampe quando si passeggia lungo la battigia.
 
 
Silvia Dodi quale è la normativa di riferimento in queste situazioni?
L’art. 11 della legge n. 217/2011 espressamente prevede “il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione“, ed inoltre, la legge n. 296/2006 stabilisce appunto “l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione“.
 
 
Cosa si intende per battigia?
Ricordiamoci che per battigia si intende quella striscia di sabbia su cui l’onda va a infrangersi, per una distanza di 5 metri. Pertanto, impedire l’accesso o chiedere un pagamento è una vera e propria violazione di legge.
 
 
Cosa si può fare se si viene impedito l’accesso?
È necessario chiamare la Polizia Locale, o i Carabinieri oppure la Capitaneria di Porto, eventualmente facendo anche una segnalazione alla Associazioni dei Consumatori.
 
I consumatori hanno il diritto di mangiare in spiaggia, portandosi ciò che desiderano?
Si, purché si rispetti l’ambiente e si eviti di lasciare avanzi di cibo in spiaggia od oggetti, come lattine, piatti di plastica, che potrebbero inquinare il mare.
Purtroppo però anche recentemente si è assisto all'imposizione di limiti e divieti assolutamente illegittimi decisi da alcuni stabilimenti balneari. Dobbiamo però sapere che anche i clienti dello stabilimento non hanno alcun obbligo di consumare solo cibi e bevande venduti da questo, in quanto non esiste alcuna esclusiva sulla ristorazione. Quindi, ci si deve sentire liberi di consumare ciò che si preferite, senza alcun obbligo, nel rispetto dell’ambiente che vi circonda.
 
 
Esiste invece una legge che definisce le quote di spiaggia da lasciare libere?
Nonostante la legge preveda il libero diritto di accesso alla spiaggia, non esiste un riferimento normativo nazionale che preveda quale quota di spiaggia debba essere mantenuta libera, pertanto, alcune Regioni hanno regolato questo aspetto con leggi regionali che, purtroppo, molto spesso non vengono rispettate o comunque sono insufficienti a garantire porzioni rilevanti di spiagge libere. Pensiamo che in una Regione come la Liguria la legge regionale prevede una quota minima del 40% di spiaggia libera o libera attrezzata, tuttavia, le parti occupate dai lidi arrivano fino al 98% riducendo così il diritto dei cittadini alla libera fruizione delle spiagge, perché non sono previste sanzioni a carico di chi non rispetta la normativa. Ma anche questo è un abuso.
 
 
Si può passeggiare sulla battigia con i propri cani?
I bagnanti hanno anche il diritto di passeggiare liberamente sulla battigia con i propri cani, tuttavia, devono sapere che l’accesso è regolamentato, sia da ordinanze comunali e sia dalle libere scelte dei gestori dei lidi che però hanno l’obbligo di esporre in modo chiaro eventuali limiti di accesso agli animali domestici.
Sul tema dei divieti, il Tar di Latina con la sentenza n. 176/2019 ha annullato l’ordinanza di un Comune laziale che vietava l’accesso alle spiagge durante tutta la stagione balneare, dal 1 maggio al 30 settembre, prevedendo che gli animali potessero accedere unicamente negli stabilimenti balneari dog friendly a pagamento. Secondo i giudici amministrativi, i comuni, dovrebbero prevedere tratti da destinare all’accoglienza degli animali da compagnia, valutando se limitare l’accesso in determinati orari oppure individuare aree adibite anche all’accesso degli animali con individuazione delle aree su cui invece è inibito il loro ingresso.

È quindi, illegittimo il divieto generalizzato di accesso dei nostri amici a quattro zampe sulle spiagge, quanto meno nei casi in cui il provvedimento che lo impone non preveda, contestualmente, l’individuazione di idonei spazi a loro riservati, secondo i principi giuridici di “idoneità, necessarietà ed adeguatezza”, in modo che sia possibile per la pubblica amministrazione raggiungere l’obiettivo prefissato, nel miglior modo possibile ma che incida meno negativamente sulla libertà del singolo cittadino.

 

 

Esiste il divieto di fumo sulle spiagge?
Lo Stato italiano, attraverso l’emanazione della Legge n. 3 del 16 gennaio 2003, ha introdotto il divieto di fumare in tutti i locali al chiuso in modo da tutelare la salute dei non fumatori. Ciò nonostante, ancora non è prevista alcune norma che vieti l’utilizzo di sigarette nei luoghi che si trovano all’aperto. Perciò, ne conviene che è ammesso il fumo in spiaggia, a meno che non venga emanata una specifica ordinanza dal Comune nel quale ci si trova. Al di là che venga o meno disposta una specifica ordinanza comunale, sarà comunque vietato gettare i mozziconi di sigaretta all’interno di tutto il territorio nazionale e, dunque, anche al mare, così come viene disciplinato dall’art. 40 della Legge n. 221 del 28 dicembre 2015.

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Alberto Lupini


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