Sostegni e semplificazioni, i decreti rallentano e i ristoratori aspettano

Dal decreto Sostegni (da convertire in legge entro il 21 maggio) al Sostegni Bis (rinviato alla prossima settimana) passando per quello sulle Semplificazioni, la macchina degli aiuti alle imprese sembra ingolfata

06 maggio 2021 | 18:26
di Nicola Grolla
I decreti ingolfano l’agenda del Governo, a partire da quelli sui sostegni economici su cui bar, ristoranti, alberghi e tutte quelle attività bloccate da inizio anno puntano per un ristoro quanto mai necessario. Sostegni al plurale perché se il Bis ritarda (doveva essere sul tavolo del Consiglio dei ministri in settimana ma se ne riparlerà dal 10 maggio), anche il fratello maggiore, quel decreto Sostegni emanato a marzo, sta tenendo banco in Parlamento.

La procedura per tramutarlo in legge sta avanzando non senza difficoltà relative agli emendamenti. In prospettiva, poi, c’è il decreto Semplificazioni in cui dovrebbero comparire importanti semplificazioni burocratiche; prima fra tutte, quelle relative al superbonus del 110% (ora esteso anche alla ristrutturazione e all’efficientamento energetico delle strutture alberghiere).



Maxi emendamento per accelerare i tempi

Ma andiamo con ordine. Il decreto Sostegni di marzo deve essere convertito in legge entro il 21 maggio, pena la decadenza delle misure allora previste dal testo. Per questo, in Senato, per abbreviare i tempi, il decreto è stato tramutato in un maxi emendamento che tiene conto delle modifiche approvate negli scorsi giorni dalle commissioni Bilancio e Finanza. Già in mattinata, sul testo del maxi emendamento, il Governo (attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà) ha chiesto la fiducia. La discussione sarebbe dovuta iniziare alle 15:30, poi è slittata alle 18.00 e la votazione si è conclusa con 207 sì, 28 no e 5 astenuti. Prima del voto, si è attesa la conclusione dei lavori della commissione Bilancio del Senato che doveva esprimere il proprio parere sul nuovo testo.

Di certo c'è che con alcune modifiche introdotte sono state approvate alcune misure contenute (precauzionalmente) anche nel decreto Sostegni Bis. Fra queste, per esempio, c’è:
  • l’estensione dell’esenzione fiscale a beneficio del locatore per i canoni non riscossi anche sui contratti stipulati prima del 2020;
  • la proroga della validità dei voucher rilasciati per la chiusura di palestre e piscine, che ora hanno una durata di sei mesi;
  • la proroga della validità dei voucher per i biglietti degli spettacoli e dei musei fermati a causa del Covid e delle successive misure restrittive, che ora valgono tre anni. Per i concerti, però, l’evento deve essere riprogrammato entro il 2023;
  • lo stop alla prima rata dell’Imu per le attività che hanno subito un calo del fatturato del 30% rispetto al 2019 (l’esenzione vale solo per gli immobili i cui proprietari sono anche gestori di attività);
  • rinvio al 30 settembre del pagamento dell’Irap da parte delle imprese;
  • proroga al 31 dicembre dell’esenzione della tassa di occupazione del suolo pubblico riservata a bar e ristoranti;
  • abolizione del pagamento del canone Rai per gli alberghi e tutti i locali pubblici che sono stati costretti a chiudere;
  • credito d’imposta del 90% per le attività culturali che hanno registrato un calo di fatturato almeno del 20% nel confronto tra il 2019 e il 2020;
  • stanziamento di 40 milioni in favore dei maestri di sci già compresi nel Fondo montagna da icirca 700 milioni ma a cui non era mai stato indicato un plafond a cui far riferimento;
  • differimento di un anno, al 2022, dell’obbligo di segnalazione da parte dell’Inps e dell’Agenzia dellea Riscossione di un’esposizione debitoria rilevante, nell’ambito degli strumenti di allerta finalizzati a far emergere tempestivamente le crisi di impresa.



Sostegni Bis rinviato, si discute sul meccanismo di ristoro

Per quanto riguarda il decreto Sostegni Bis, le categorie coinvolte dovranno attendere la prossima settimana per saperne qualcosa di più. E non solo perché il presidente del Consiglio, Mario Draghisarà impegnato a Oporto per un vertice europeo. Sul testo definitivo, infatti, c’è ancora da lavorare. In particolare, è il meccanismo dei ristori alle imprese che dovrebbe mettere sul piatto circa 14 miliardi di euro di aiuti a fondo perduto. Allo studio, ci sarebbe la sostenibilità per le casse dello Stato della proposta avanzata da Giancalo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, che prevede di sganciare l’erogazione del contributo dal parametro del 30% di perdita di fatturato. L’alternativa sarebbe quella di far scattare gli indennizzi rispetto alle perdite di bilancio.

La doppia data per calcolare la perdita di fatturato

Nella bozza circolata in settimana, il meccanismo messo a punto dal Governo prevede la possibilità di scegliere il periodo di riferimento in cui calcolare le perdite medie mensile su cui successivamente viene parametrato l’importo degli aiuti che spettano alle aziende fino a 10 milioni di fatturato. Oltre al confronto 2020-2019, infatti, sarebbe possibile optare per il lasso di tempo che va dal 1 aprile 2020 al 31 marzo 2021. In questo modo, si amplierebbe la platea dei beneficiari.

Dov'è finito il decreto Semplificazioni? In gioco c'è il superbonus del 110%

Infine, sebbene annunciato dal premier Draghi già a fine aprile durante il discorso alle Camere sul Recovery Plan e il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), si allungano anche i tempi per il decreto Semplificazioni al cui centro c’è la proroga del superbonus del 110% al 2023. L’intenzione del Governo è stata inserita anche nel piano inviato all’Europa per accedere ai fondi comunitari riservati alla ripresa dell’economia italiana (per un totale di 248 miliardi di euro se si considera anche il fondo integrativo messo a disposizione dallo Stato), ma le pratiche per richiederlo sembrano ancora bloccarne l’efficacia. Con buona pace di hotel e alberghi finalmente inclusi nell’agevolazione ma alle prese con la babele burocratica.


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