La guerra tra Russia e Ucraina infuria e non sembra, almeno per il momento, destinata a concludersi in breve tempo. Tra i drammi che i conflitti si portano dietro c'è senza dubbio quello dei profughi. Le stime europee parlano di almeno sette milioni di cittadini ucraini che saranno costretti a lasciare il loro paese. Di questi l'Italia, per ora, ne attende circa 800mila. Bambini, anziani, ma anche adulti, sia uomini che donne. Persone che ora cercano aiuto e conforto immediato. In futuro, non così lontano, potranno avere bisogno anche di normalità, per poter tornare a vivere la loro vita.
È in questo panorama che si inserisce l'idea venuta nelle ultime ore dal Friuli Venezia Giulia e nello specifico dalle sezioni locali di Fipe Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, e Federalberghi, che hanno proposto di offrire ai profughi provenienti dall'Ucraina posti di lavoro come stagionali in alberghi e ristoranti.
In Friuli anche quest'anno mancano gli stagionali
Il Friuli, suo malgrado, deve fare i conti nell'ambito dell'accoglienza e della ristorazione con un annoso problema che affligge in realtà l'intero Paese: la mancanza di lavoratori stagionali. L'anno scorso all'appello nella regione ne mancavano 4mila e in vista della stagione estiva anche quest'anno non sembra esserci la fila di gente che voglia lavorare.
«Siamo in una fase di carenza di personale - ha spiegato Antonio Dalla Mora, presidente di Fipe Friuli - Questo perché la pandemia ha distratto e drenato molte risorse umane del nostro settore, che è stato uno dei più bistrattati: aperti, chiusi, riaperti, richiusi e così via».
Il risultato, sempre secondo Della Mora, è stato che molti lavoratori, anche storici e qualificati, hanno scelto altre strade, in cerca di maggiori certezze in una fase di fragilità ed emergenza. «L'ho vissuto anche io sulla mia pelle - ha aggiunto - Un mio storico collaboratore ha scelto di andare a lavorare in campagna, magari guadagnando meno ma con più sicurezza».
Sostegno concreto per i profughi ucraini
Finita (forse) un'emergenza, quella del Covid, ne è però arrivata un'altra, altrettanto grave. La guerra si è palesata alle porte dell'Europa, sconvolgendo in un attimo l'economia del Vecchio Continente e soprattutto la vita di migliaia di persone, costrette a lasciare il loro Paese, l'Ucraina. Molte, almeno 800mila, stanno arrivando in Italia, dove lo Stato si sta attrezzando per accoglierle. Una situazione di emergenza che potrebbe però protrarsi nel tempo. In quest'ottica va letta la proposta avanzata quindi del Friuli, che vorrebbe offrire ai profughi ucraini la possibilità di lavorare come stagionali nel turismo, andando così a colmare anche l'importante problema dell'assenza di forza lavoro.
«Ci troviamo ad accogliere a braccia aperte e con spirito di solidarietà persone che stanno fuggendo da una situazione terribile e di cui non hanno colpa - ha proseguito Dalla Mora - Di certo non vogliamo approfittarci di loro ma pensiamo che il lavoro porti dignità e che chi arriverà avrà piacere e voglia di farlo, anche per ritrovare un senso di normalità. Ci sono persone che non vogliono e non riescono a stare senza far nulla e noi vorremmo dar loro un'occasione».
Serve aumentare le quote per i lavoratori extracomunitari
Fipe e Federalberghi hanno dato la loro disponibilità, ora tocca però alla politica. Serve infatti prevedere quote in aggiunta rispetto a quelle previste dal Decreto Flussi per rendere possibile l'assunzione di lavoratori ucraini.
L'appoggio della Fipe nazionale
Ha accolto positivamente la proposta friulana anche il presidente nazione di Fipe Roberto Calugi. «La comunità ucraina è già presente e attiva nel nostro settore - ha evidenziato - Spesso la manodopera straniera trova proprio in noi un canale importante per entrare nel mondo del lavoro. Credo quindi sia un'iniziativa da appoggiare e sostenere. Queste persone avranno bisogno di lavoro e normalità per superare il dramma che stanno vivendo. Questa proposta può sicuramente aiutare anche se siamo di fronte a qualcosa di così grande che serviranno soprattutto vicinanza concreta e aiuti risolutivi».
La Cgil non è d'accordo
La proposta non è però piaciuta a tutti. Il sindacato Cgil, sulle colonne del Gazzettino, ha duramente criticato l'idea di Fipe e Federalberghi. «Spiace constatare quelle che è quantomeno una caduta di stile - si legge - nell'utilizzare un tema grave e drammatico come la guerra per nascondere un problema, la mancanza di manodopera, le cui responsabilità sono tutte in capo al mondo delle imprese».
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Alberto Lupini
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