Dopo la bocciatura è il tempo delle decisioni. L'Unione Europea, pur ritenendo la manovra presentata dall'Esecutivo italiano "in linea con gli orientamenti contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022" e "plausibili" le ipotesi macroeconomiche alla base del progetto di bilancio sia nel 2022 che nel 2023, ha bocciato due misure "bandiera" del Governo Meloni: l'innalzamento del tetto al contante e la soglia di 60 euro per il Pos, sotto la quale un commerciante potrebbe rifiutare pagamenti elettronici senza incorrere in sanzioni. Il motivo? Secondo la Commissione Europea le due misure non sono in linea con le raccomandazioni specifiche fatte all'Italia in tema di lotta all'evasione fiscale.
Quindi, ora che succede? Nonostante la bocciatura, il Governo non sembra disposto a particolari cambiamenti. Il tetto al contante dovrebbe rimanere a 5mila euro, mentre la soglia del Pos, dopo gli infiniti tira e molla, dovrebbe scendere di nuovo a 30 euro.
Manovra, dopo la bocciatura Ue il tetto al contante non cambia
Andiamo con ordine. Il tetto al contante è una misura che non ha incontrato posizioni discordanti all'interno della maggioranza, ma anzi ha messo tutti d'accordo. Dopo la prima "sparata" della Lega, che aveva chiesto di innalzarlo a 10mila euro, si è trovato un accordo per i 5mila euro e da lì non ci si è più mossi. Non ci si muoverà nemmeno ora, nonostante il parere contrario di Bruxelles. Il motivo è presto detto: la cifra, pur alta rispetto ai 2mila euro precedenti, è inferiore a molti Paesi dell'Ue. Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Irlanda, Estonia, Finlandia e Cipro non hanno nemmeno un limite all'uso del contante, mentre in Croazia (15mila), Repubblica Ceca (10mila), Malta (10mila) e Lettonia (7.200) il tetto è superiore a quello proposto dal Governo Meloni.
Proprio Bruxelles è comunque recentemente intervenuta sul tema, nell'ambito delle sue nuove politiche anti riciclaggio, introducendo per la prima volta un limite a livello europeo, fissato a 10mila euro. Una volta approvata, all'interno dell'Ue saranno impossibili le transazioni in contanti sopra questa soglia.
Soglia al Pos: niente sanzioni per i rifiuti sotto i 30 euro
Se la linea sul tetto al contante è stata condivisa da subito da tutte le forze di Governo, lo stesso non si può dire della questione relativa alla soglia sotto la quale i commercianti possono rifiutare pagamenti elettronici senza incorrere in sanzioni. Fissata inizialmente a 30 euro, è stata poi innalzata a 60. Nel frattempo, mentre il leader della Lega Matteo Salvini dichiarava che «chi paga il caffè con la carta di credito è un rompiballe», il suo compagno di partito e ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sottolineava: «Un consiglio per chi va in un ristorante che rifiuta il Pos: cambiate ristorante. Se tutti lo facessero, questi ristoranti dovrebbero dotarsi della macchinetta per il Pos». Nei giorni precedenti al parere dell'Europa, infine, il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè aveva parlato di 40 euro, come soglia di riferimento. Ora, dopo la bocciatura di Bruxellese, il Governo sembra orientato all'ennesimo passo indietro: la soglia, a meno di sorprese, sarà fissata a 30 euro.
Resta comunque il paradosso, non di certo secondario, che potrebbe creare la misura. Il testo della legge di Bilancio prevede infatti la scomparsa delle sanzioni, ma non dell'obbligo di avere il Pos e di accettare pagamenti elettronici. La domanda, quindi, è sempre la stessa: cosa accadrà, in un bar o in un ristorante, se il commerciante si rifiuterà di accettare la carta di credito a consumazione già avvenuta?
L'alternativa: credito d'imposta sulle commissioni del Pos
Alla soglia sembra comunque essere un'alternativa. Se rimuovere le commissioni dei Pos è impossibile (il presidente del Consiglio ha parlato di azione "incostituzionale"), la strada potrebbe essere quella di prevedere, come compensazione per i commercianti, un credito di imposta per commissioni e affitto del Pos. In questo senso si è mosso il Partito Democratico, che ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio che ripristina il credito d'imposta 100% per azzerare il costo delle commissioni per i piccoli esercenti.
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Approvazione della manovra, una corsa contro il tempo
Di certo, come dicevamo all'inizio, è ormai giunto il momento delle decisioni. I tempi sono strettissimi, come ammesso anche dal presidente del Consiglio. «L'Unione Europea dice che abbiamo fatto una manovra molto seria, siamo fra quelli che hanno avuto il giudizio migliore e questo richiede al Parlamento di muoversi con rapidità, pur nelle rispetto delle sue prerogative che io ho sempre difeso», ha sottolineato Meloni.
Insomma, una vera e propria corsa contro il tempo. L'orizzonte è il 31 dicembre, termine entro il quale la manovra dovrà ottenere il via libera definitivo. In caso contrario, ci sarà l'esercizio provvisorio e il Governo in carica non sarà autorizzato ad adottare le variazioni di bilancio previste nel disegno di legge della manovra, ma dovrà limitarsi a gestire le operazioni di ordinaria amministrazione.
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Alberto Lupini
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