A Natale si è tutti più buoni, c’è aria di festa e c’è una gran voglia di sedersi a tavola con familiari e parenti per onorare chi ha passato ore e ore dietro ai fornelli per servire ogni ben di Dio. Vale per tutti. Anzi no, quasi per tutti. Perché esiste anche un nutrito gruppo di persone che le festività natalizie proprio non le sopporta e vorrebbe addormentarsi il 24 dicembre per svegliarsi il 7 gennaio, a celebrazioni completamente passate. È la classica sindrome del Grinch, come si dice di chi odia il Natale e l’aria che si respira nell’ultimo mese dell’anno.
Quindi sì, intorno a noi ci sono anche coloro che esattamente a partire da questo periodo cominciano a sperare che il 7 gennaio arrivi il prima possibile, e che possa spazzare via per altri 11 lunghi mesi il luminoso habitat naturale degli Umpa Lumpa della celebre “Fabbrica di cioccolato” che ognuno di noi ama ricreare durante le festività natalizie.
Sindrome fobica natalizia
E no, non è uno scherzo. Esiste una sindrome fobica natalizia vera e propria, riconosciuta, la cui causa principale è dovuta alle scadenze, alla scarsa voglia di rispettare gli impegni sociali e al fatto di doversi far vedere per forza felici. Colpisce soprattutto le persone che vivono da sole, che non amano socializzare e che odiano il caos portato dalla troppa gente assembrata in uno stesso luogo, come in un pranzo di Natale ad esempio. Questa sindrome in effetti colpisce molte più persone di quelle che crediamo. Questi partecipano alle cene, baciano sotto il vischio, scelgono il regalo perfetto per gli altri, ma in realtà dentro il loro animo serbano il continuo e costante desiderio di fuggire da tutto ciò che brilla, che luccica, che grida “oh oh”.
È possibile scappare dal Natale?
Sono più di quel che pensiamo, dunque, le persone che in queste ore si stanno chiedendo: posso scappare dal Natale? Se anche tu sei tra queste, sappi che la risposta è che sì, si può scappare da questi ultimi giorni di dicembre caratterizzati dalle feste, dai ritrovi e dai cenoni. E le destinazioni per vivere al meglio questo periodo lontano da tutto e da tutti non sono poche. Noi ne consigliamo cinque.
Marocco, bello e vicino
Il Marocco è il posto più vicino all’Europa - e, secondo noi, il più interessante - tra quelli che non celebrano il Natale. Ti basta scendere di qualche parallelo per trovarti in un Sahara per nulla festivo, tra i souq di Marrakech o tra le montagne dell'Atlante. Lì il Natale non dovrebbe raggiungerti. Nei grandi alberghi c'è il rischio che qualcuno ti faccia gli auguri: scongiura il pericolo scegliendo un riad nella città vecchia. Babbo Natale non si spinge fino a lì. E c’è di più: puoi passare il Natale esplorando le spettacolari gole e i villaggi berberi a ovest della città o avventurati su per le dune di Erg Chebbi. Insomma, in Marocco i posti belli e tranquilli non mancano affatto.
Il faro di Rubha Reidh in Scozia
Hai voglia di isolarti dal resto del mondo? Abbiamo la soluzione che fa al caso tuo. Su una remota penisola nel selvaggio nord delle Highlands scozzesi si trova il faro di Rubha Reidh, che svolge con tranquillità il suo compito dal lontano 1910. Riesci a pensare a un posto migliore per svicolare dalle feste? Tu, un gruppo di amici, una o due bottiglie di whisky e il faro. Sì, perché oggi la vecchia lighthouse offre confortevoli stanze in B&B e una deliziosa cucina casalinga. Potresti anche affittare l'intera struttura, fare il signore del faro per qualche giorno e andare a spasso nei dintorni per stimolare l'appetito. E ti consigliamo anche un libro: “Gita al faro” di Virginia Woolf, senza dubbio.
In bici tra le bellezze della Nuova Irlanda
Non farti ingannare dal nome, la Nuova Irlanda non si trova in Europa ma da tutt’altra parte del mondo. Si tratta di un’isola vulcanica dell'oceano Pacifico, situata a nord-est della Nuova Guinea. E non è solo il posto perfetto per sfuggire al vischio e a Babbo Natale, è anche il covo ideale di chi vuole lasciarsi tutto il mondo alle spalle e andare all’avventura. Non sarà una passeggiata, ma quando sarai arrivato a Kavieng via Port Moresby (portandoti dietro la bici) potrai scatenarti indisturbato e senza addobbi lungo la Boluminski Highway. Una strada meravigliosa che corre lungo la costa orientale dell'isola. Tenendo una buona media, ogni due ore incontrerai un villaggio di pescatori, spesso nei pressi di una spiaggia sabbiosa. Potrai fare di tutto: passare la notte, nuotare, darti allo snorkeling. In questo periodo la Nuova Irlanda è nella stagione secca, ma metti in preventivo qualche acquazzone. Di neve, però, neanche un fiocco.
Un tour in India, Cina e Giappone
Insomma, il segreto sta tutto lì: trovare posti in cui il Cristianesimo non è così in voga. È il caso di India, Cina e Giappone le quali, avendo una scarsissima presenza di cristiani nel Paese, lasciano trascorrere il 25 dicembre quasi come se niente fosse. Ad esempio in Giappone, con appena 1,9 milioni di cristiani contro gli 89 milioni di shintoisti, il Natale è quasi del tutto irrilevante e il sentimento religioso praticamente assente, soprattutto lontano dalla capitale Tokyo. Stessa cosa in Cina, dove il Natale viene vissuta principalmente come un’occasione consumista e non di celebrazione. Tra le altre particolarità, ci sono Paesi come Taiwan che il 25 dicembre celebra tutt’altra ricorrenza: la Giornata della Costituzione di Taiwan, la quale segna l’anniversario della Costituzione della Repubblica di Cina del 1947.
Aggirare le feste in Europa Centrale e nei Balcani
C’è anche un altro modo per evitare il Natale: aggirarlo. Spieghiamo meglio. Un’altra tipologia di celebrazione è quella dei Paesi cristiani ortodossi, i quali a seguito dello scisma con il cattolicesimo assunsero una celebrazione del Natale unica e differente rispetto alle usanze del mondo occidentale. Stiamo parlando dell’area che attraversa l’Europa Centrale, i Balcani e la Russia (che tuttavia non vi consigliamo di visitare in questo preciso momento storico). In queste aree, il Natale non si celebra il 25 dicembre ma il 7 gennaio. Il motivo sarebbe dietro alla tipologia di calendario utilizzato. Infatti, mentre i cattolici utilizzano il calendario gregoriano, gli ortodossi osservano quello giuliano. Quindi andarci ora vorrebbe dire aggirare in pieno le festività, per poi tornare in Italia quando tutto è finito. Perfetto, no?
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Alberto Lupini
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