Signorvino apre a Parigi (dopo Praga) con tre piani in Place Saint Michel

Dopo l’inaugurazione (poco pubblicizzata) a Praga di novembre, dicembre ha visto lo sbarco nel cuore della capitale francese, a due passi da Notre-Dame. Verso i 60 milioni di euro il fatturato della cantina con cucina . Duemila referenze e 160 coperti su 3 piani per la controllata del gruppo Calzedonia

08 dicembre 2023 | 13:06
di Giambattista Marchetto

L’avevano annunciato e l’hanno fatto. Dopo l’apertura a Praga in novembre, Signorvino ha varato la prima “cantina con cucina” del gruppo in Francia, a Parigi. Se però nella capitale boema il format è andato a localizzarsi negli spazi centro commerciale Westfield Chodov, in un’area direzionale alla periferia della città, lungo la Senna l’insegna del gruppo Calzedonia occuperà tre piani di un centralissimo palazzo in Place Saint Michel, nel cuore del quartiere Latino.

Inaugurazione l’1 dicembre, dopo un’affollata pre-serata dedicata agli operatori, con il coinvolgimento di alcuni dei player nazionali del vino e del cibo Dop – dai salumi ai formaggi fino alla carne. Sì, perché oltre ad avviare un processo di internazionalizzazione di quella che è di fatto la più grande enoteca d’Italia, Signorvino si propone come ambasciatore dell’eccellenza enogastronomica italiana.

A Parigi, Signorvino con 160 coperti su 3 piani

Con 160 coperti distribuiti sui tre piani con l’aggiunta di due dehors a pochi passi dalla cattedrale di Notre-Dame, Signorvino mantiene a Parigi la formula che unisce una cantina da oltre duemila referenze a una proposta gastronomica che parte dalle eccellenze territoriali, per dar vita ad un menu giocato sui sapori della tradizione italiana. Una sfida alla cucina francese? Naturalmente no – assicurano da Verona – ma una spinta all’italianità.

«Con l’apertura di Parigi concludiamo simbolicamente un intenso “viaggio nel gusto” cominciato qualche mese fa a Verona – rimarca per la proprietà Federico Veronesi - siamo sempre alla ricerca di nuovi sapori e felici di portare con noi le eccellenze del nostro territorio. Anche per questo, abbiamo scelto di mantenere gli attuali fornitori anche per i punti vendita all’estero, perché pensiamo che l'originalità e l'autenticità della cucina e della produzione vitivinicola italiana rappresentano non solo un fattore vincente, ma anche un valore che portiamo dentro e che vogliamo raccontare in giro per il mondo».

Anche nei locali di Praga e Parigi sono previsti eventi a tema, degustazioni, incontri con i produttori nell’ambito del progetto “Viaggio nel Gusto”.

 

Espansione internazionale per Signorvino: "un passo alla volta"

L’apertura parigina non era in realtà nei piani di Signorvino, ma paradossalmente un’operazione immobiliare importante come l’acquisizione di un intero palazzo in Place Saint Michel ha portato a bruciare le tappe, con un investimento pluri-milionario. «Stavamo cercando uno spazio che potesse accogliere l’espansione delle filiali francesi per tutte le società del gruppo – riferisce Federico Veronesi – ma considerata la posizione ci siamo subito convinti dell’opportunità di giocare la carta Signorvino. Crediamo molto nella Francia e nella possibilità di stimolare il pubblico francese attento anche alle proposte di eccellenza dall’Italia. Così tre piani sono stati dedicati all’enoteca con cucina, mentre i cinque piani superiori da marzo accoglieranno gli uffici del gruppo».

Un modello di progettualità interessante, che potrebbe esser replicato in altri paesi. «Su questo progetto sono stati coinvolti in maniera trasversale vari dipartimenti del gruppo Calzedonia, dall’amministrazione al personale fino al real estate – chiosa Veronesi – e tutti hanno supportato questa apertura. È indubbiamente un vantaggio che cercheremo di sfruttare anche in altre situazioni simili per il futuro».

Perché dopo Praga e Parigi, le aperture oltre confine non si fermano. «Faremo un passo alla volta al momento giusto», premettono all’unisono Veronesi e il CEO Luca Pizzighella, i quali non nascondono l’ambizione di puntare fuori dall’Europa. «Crediamo che per il modello di business di Signorvino possano avere senso investimenti in Asia, in particolare in Cina, e negli Stati Uniti. Certo, tutti sognano l’America, ma servono spalle robuste per affrontare progetti così ambiziosi. Probabilmente ne riparleremo nel 2025».

Nel frattempo, Pizzighella conferma che gli occhi son puntati prima di tutto su aree più vicine, come Polonia e Ungheria, con l’occhio rivolto anche a Londra. E questo sempre in autonomia, senza cercare partnership locali o addirittura spingersi fino al franchising, «perché altrimenti si perderebbe la vicinanza con il consumatore che è il nostro vero punto di forza».

 Signorivino si avvicina ai 60 milioni di fatturato

Intanto i numeri del successo di Signorvino parlano da soli, con un fatturato che rispetto ai 45 milioni del 2022 salirà a circa 60 milioni alla fine di quest’anno. «Siamo molto soddisfatti per un 2023 che vede una crescita a doppia cifra – riferisce Pizzighella – con un giro d’affari che arriverà a superare gli 80 milioni. L’incremento è legato alla parte vino, ma anche alla ristorazione».

Rispetto ai vini, sono i rossi e le bollicine a trainare l’incremento, ma anche gli Champagne che sono stati introdotti di recente e rappresentano il 10% delle vendite. Inoltre sono state introdotte molte etichette di Triple A, allargando l’offerta di vini “naturali” o artigiani che trovano una domanda crescente da parte della clientela.

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Alberto Lupini


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