Sicurezza alimentare Il consumatore deve fare la sua parte
Nonostante i controlli su materie prime e prodotti alimentari sono da tempo consolidati, casi come quello della Listeria fanno capire che rischi di contaminazione per migrazione di sostanze nocive sono sempre in agguato . A questo proposito il laboratorio Csi dà consigli per portare in tavola solo alimenti sicuri
09 luglio 2018 | 11:01
Secondo il laboratorio di ricerca specializzato nei test sul food, il dubbio che gli alimenti che quotidianamente portiamo in tavola siano salubri è lecito.
Bisogna comunque partire dal presupposto che tutti gli alimenti sono, di norma, controllati durante l'intera filiera alimentare: dalle materie prime alla produzione, dallo stoccaggio all'imballaggio, quello che mettiamo in tavola deve essere al sicuro da sostanze potenzialmente nocive. I controlli vengono fatti anche per garantire i Moca, ossia tutti i materiali e gli oggetti che entrano in contatto con gli alimenti: vengono effettuati test chimici e chimico-fisici volti a verificare il ruolo della "migrazione", ovvero il passaggio delle sostenze indesiderate e nocive del materiale nell'alimento, affinché questo mantenga inalterate le sue componenti organolettiche.
Come quindi poter affermare che tutti i prodotti che mangiamo sono "sicuri"? «I rischi più frequenti - ha affermato Alberto Taffurelli, food packaging materials operating sector manager di Csi - possono andare da semplici manifestazioni di ipersensibilità a forme di allergie più gravi o intossicazioni immediate o sul lungo periodo, a seconda delle quantità ingerite».
Questo accade perché quando l'alimento supera i controlli per essere immesso sul mercato e arriva sui banconi del supermercato, non significa che il rischio di contaminazione sia nullo. Bisogna prestare attenzione anche a ciò che si compra, da dove proviene e come lo si conserva. Ecco quindi alcuni consigli Csi da tenere sempre a mente per evitare malesseri.
Fare la spesa
Quando si è al supermercato si consiglia di controllare sempre la data di scadenza e la modalità di conservazione degli alimenti. Nel carrello, alcuni cibi potrebbero influenzare le componenti organolettiche di altri, motivo per cui è bene non mettere a contatto alcuni alimenti tra loro: le carni rosse vanno tenute separate da quelle bianche e tutta la carne cruda va messa distante e, quando possibile, in sacchetti o involucri separati dagli altri cibi pronti. Tra i loghi stampati sul packaging deve essere presente un riferimento alla conformità del Moca: il classico simbolo “bicchiere e forchetta” o una frase che attesti la conformità del materiale al contatto con alimenti.
La catena del freddo
Arrivati al banco dei surgelati, possibilmente a fine spesa, si consiglia di fare il possibile per evitare di interrompere la catena del freddo, avvolgendo i prodotti in un pezzo di carta o riponendoli in una borsa termica. Bisogna evitare lo scongelamento dei prodotti perché se il cibo non è refrigerato in modo corretto, i batteri più pericolosi possono riprodursi più rapidamente. A medie temperature esterne, è bene non tenere il cibo fuori dal congelatore per più di due ore, con la calda stagione e sopra i 32°C gli alimenti devono tornare alle giuste temperature entro un’ora dall’acquisto.
Organizzare il frigorifero
Una volta a casa, arriva il momento di mettere via la spesa. Non è da sottovalutare l’organizzazione del proprio frigorifero e della propria dispensa: come è bene dividere alcuni alimenti da altri nel carrello, è fondamentale suddividere la spesa su piani diversi per una miglior conservazione. Carne cruda, pollame, pesce e crostacei devono essere tenuti separati dagli altri cibi per evitare la contaminazione incrociata da un cibo all’altro. La carne cruda va sempre avvolta in involucri di plastica in modo che i liquidi non vadano a contaminare altri cibi.
Cucinare il cibo correttamente
I cibi contaminati spesso possono sembrare normali e inodori, ma per assicurarsi che questi non siano a rischio di contaminazione, è fondamentale cucinarli alle giuste temperature. I batteri più pericolosi vengono uccisi a tra i 60 e gli 80°C. Per capire se carne, pollame e uova siano ben cotti, esistono termometri da cibo in grado di garantire una giusta cottura.
La pulizia
Uno dei modi più efficaci per prevenire la trasmissione di batteri dannosi agli alimenti è il porre la massima attenzione all’igiene: lavare sempre le mani con acqua calda e sapone prima e dopo aver cucinato, specialmente dopo aver maneggiato carne cruda, pesce, pollame, crostacei e uova; fare la stessa cosa con tutti gli utensili utilizzati, i taglieri (possibilmente diversi per cibi crudi e cotti) e le altre superfici utilizzate.
Prevenire è meglio che curare
Per alcuni soggetti con basse difese immunitarie, il rischio di intossicazione alimentare è più alto e pericoloso. Bambini, donne in gravidanza e anziani, dovrebbero assumere alcune precauzioni per la loro salute ed evitare il consumo di cibi ad alto rischio come carni e pollame crudo o al sangue, pesce e crostaceo poco cotti, latte e latticini non pastorizzati, formaggi molli o non pastorizzati, insaccati e carni conservate.
La filiera alimentare nazionale ed internazionale è tanto articolata e complessa, nonostante i piani di autocontrollo aziendale, il rischio di non conformità o criticità esiste. Però, grazie ai sistemi di certificazione italiani e a laboratori dediti specificatamente al controllo degli alimenti, i prodotti alimentari venduti possono considerarsi sicuri.
Secondo i dati del ministero della Salute riportati nel “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” del 2016, la percentuale di irregolarità emersa da un’analisi effettuata su 6785 campioni ortofrutticoli è pari allo 0.9%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (1,4%). Si è quindi verificato un aumento dello 0,5% di campioni ortofrutticoli privi di residui (53,7%) e con residui entro i limiti previsti dalla legge (45,4%) rispetto al rapporto del 2015.
Per informazioni: www.csi-spa.com
Bisogna comunque partire dal presupposto che tutti gli alimenti sono, di norma, controllati durante l'intera filiera alimentare: dalle materie prime alla produzione, dallo stoccaggio all'imballaggio, quello che mettiamo in tavola deve essere al sicuro da sostanze potenzialmente nocive. I controlli vengono fatti anche per garantire i Moca, ossia tutti i materiali e gli oggetti che entrano in contatto con gli alimenti: vengono effettuati test chimici e chimico-fisici volti a verificare il ruolo della "migrazione", ovvero il passaggio delle sostenze indesiderate e nocive del materiale nell'alimento, affinché questo mantenga inalterate le sue componenti organolettiche.
Come quindi poter affermare che tutti i prodotti che mangiamo sono "sicuri"? «I rischi più frequenti - ha affermato Alberto Taffurelli, food packaging materials operating sector manager di Csi - possono andare da semplici manifestazioni di ipersensibilità a forme di allergie più gravi o intossicazioni immediate o sul lungo periodo, a seconda delle quantità ingerite».
Questo accade perché quando l'alimento supera i controlli per essere immesso sul mercato e arriva sui banconi del supermercato, non significa che il rischio di contaminazione sia nullo. Bisogna prestare attenzione anche a ciò che si compra, da dove proviene e come lo si conserva. Ecco quindi alcuni consigli Csi da tenere sempre a mente per evitare malesseri.
Fare la spesa
Quando si è al supermercato si consiglia di controllare sempre la data di scadenza e la modalità di conservazione degli alimenti. Nel carrello, alcuni cibi potrebbero influenzare le componenti organolettiche di altri, motivo per cui è bene non mettere a contatto alcuni alimenti tra loro: le carni rosse vanno tenute separate da quelle bianche e tutta la carne cruda va messa distante e, quando possibile, in sacchetti o involucri separati dagli altri cibi pronti. Tra i loghi stampati sul packaging deve essere presente un riferimento alla conformità del Moca: il classico simbolo “bicchiere e forchetta” o una frase che attesti la conformità del materiale al contatto con alimenti.
La catena del freddo
Arrivati al banco dei surgelati, possibilmente a fine spesa, si consiglia di fare il possibile per evitare di interrompere la catena del freddo, avvolgendo i prodotti in un pezzo di carta o riponendoli in una borsa termica. Bisogna evitare lo scongelamento dei prodotti perché se il cibo non è refrigerato in modo corretto, i batteri più pericolosi possono riprodursi più rapidamente. A medie temperature esterne, è bene non tenere il cibo fuori dal congelatore per più di due ore, con la calda stagione e sopra i 32°C gli alimenti devono tornare alle giuste temperature entro un’ora dall’acquisto.
Organizzare il frigorifero
Una volta a casa, arriva il momento di mettere via la spesa. Non è da sottovalutare l’organizzazione del proprio frigorifero e della propria dispensa: come è bene dividere alcuni alimenti da altri nel carrello, è fondamentale suddividere la spesa su piani diversi per una miglior conservazione. Carne cruda, pollame, pesce e crostacei devono essere tenuti separati dagli altri cibi per evitare la contaminazione incrociata da un cibo all’altro. La carne cruda va sempre avvolta in involucri di plastica in modo che i liquidi non vadano a contaminare altri cibi.
Cucinare il cibo correttamente
I cibi contaminati spesso possono sembrare normali e inodori, ma per assicurarsi che questi non siano a rischio di contaminazione, è fondamentale cucinarli alle giuste temperature. I batteri più pericolosi vengono uccisi a tra i 60 e gli 80°C. Per capire se carne, pollame e uova siano ben cotti, esistono termometri da cibo in grado di garantire una giusta cottura.
La pulizia
Uno dei modi più efficaci per prevenire la trasmissione di batteri dannosi agli alimenti è il porre la massima attenzione all’igiene: lavare sempre le mani con acqua calda e sapone prima e dopo aver cucinato, specialmente dopo aver maneggiato carne cruda, pesce, pollame, crostacei e uova; fare la stessa cosa con tutti gli utensili utilizzati, i taglieri (possibilmente diversi per cibi crudi e cotti) e le altre superfici utilizzate.
Prevenire è meglio che curare
Per alcuni soggetti con basse difese immunitarie, il rischio di intossicazione alimentare è più alto e pericoloso. Bambini, donne in gravidanza e anziani, dovrebbero assumere alcune precauzioni per la loro salute ed evitare il consumo di cibi ad alto rischio come carni e pollame crudo o al sangue, pesce e crostaceo poco cotti, latte e latticini non pastorizzati, formaggi molli o non pastorizzati, insaccati e carni conservate.
La filiera alimentare nazionale ed internazionale è tanto articolata e complessa, nonostante i piani di autocontrollo aziendale, il rischio di non conformità o criticità esiste. Però, grazie ai sistemi di certificazione italiani e a laboratori dediti specificatamente al controllo degli alimenti, i prodotti alimentari venduti possono considerarsi sicuri.
Secondo i dati del ministero della Salute riportati nel “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” del 2016, la percentuale di irregolarità emersa da un’analisi effettuata su 6785 campioni ortofrutticoli è pari allo 0.9%, in diminuzione rispetto all’anno precedente (1,4%). Si è quindi verificato un aumento dello 0,5% di campioni ortofrutticoli privi di residui (53,7%) e con residui entro i limiti previsti dalla legge (45,4%) rispetto al rapporto del 2015.
Per informazioni: www.csi-spa.com
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Alberto Lupini
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