La sfida degli hotel di lusso? “Eliminare il concetto di alta e bassa stagione”

Così Luigi Passera, Ceo di Lario Hotels e membro della storica famiglia di albergatori: “Sui prezzi bisogna lavorare tutto l’anno, la qualità di una vera esperienza di lusso non dipende dall’alta stagione”

21 settembre 2022 | 09:30

«La mia famiglia vuole portare il lusso dove ancora non c’è e oggi, alla quarta generazione, lo stiamo facendo con il brand Vista con prezzi e standard internazionali. Intanto ci stiamo preparando a un’altra apertura in Italia». Parole di Luigi Passera, Ceo di Lario Hotels, catena alberghiera specializzata nel lusso, guidata fin dagli inizi del Novecento dalla famiglia Passera. Una carriera imprenditoriale avviata dal fondatore Antonio Passera con un ristorante su una delle eleganti navi a a vapore che solcavano il lago di Como agli inizi del secolo scorso. Da allora la famiglia Passera ha continuato a investire, aprendo tre strutture alberghiere sul lago di Como, mentre l'ultima è stata a Verona.

Luigi Passera è intervenuto in occasione della Luxury Hospitality Conference, manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi presso gli spazi dell'NH Collection Milano City Life in occasione della conferenza "Lusso e ospitalità: visioni, trend e prospettive", moderata da Giorgio Ribaudo, managing director di Thrends, società di ricerca e business intelligence con competenze chiave, dati delicati e approfondimenti del settore nel turismo e nell'ospitalità.

Quali sono state le tendenze emerse dopo la pandemia nel settore del lusso e dell'ospitalità?
Penso che prevarrà la tendenza al "no seasons"; ovvero a eliminare per sempre il concetto di alta e bassa stagione. Non capisco perché una stanza con gli stessi servizi dell'alta stagione debba costare meno in determinati periodi dell'anno.

Nel 2022 che tipo di flussi di visitatori avete avuto?
Il mercato è stato come sempre molto fluido. Sono mancati alcuni flussi di turisti provenienti dall'Est Europa, a causa delle tensioni tra Russia e Ucraina, ma in ogni caso per il nostro mercato il flusso di visitatori russi è sempre stato marginale. C'è stato invece un incremento di visitatori provenienti dagli Stati Uniti e anche dall'Australia, oltre a un aumento delle prenotazioni dirette.

Quali sono le prospettive per il futuro?
Il mercato italiano resterà sempre marginale rispetto alla clientela estera, anche per questioni legate al prezzo delle camere. Come detto, gli americani sono tornati nel nostro Paese e sappiamo che c'è un grande potenziale proveniente dai mercati asiatici, dall'Estremo Oriente e dall'Australia. Continuiamo a investire molto sul trade, grazie alle adv scegliamo la tipologia di clientela con la quale riempire le nostre camere più che puntare sui volumi di vendita. La sfida sarà aprire hotel di lusso in quelle città un po'"snobbate" dalla clientela italiana, perché "già viste in gita con la scuola media". Eppure sono veri e propri gioielli di storia, di arte e architettura ammirate dai visitatori di tutto il mondo.

Vi spaventano inflazione e caro energia?
Per fortuna c'è ancora spazio per aumentare le tariffe e ridurre l'incidenza dei costi; ma senza esagerare. C'è un punto oltre il quale non conviene più. L’importante è rimanere sempre coerenti con se stessi, ovvero, giustificare eventuali incrementi con la qualità del prodotto.
Il nostro scopo è creare negli ospiti un'esperienza indimenticabile, un ricordo indelebile, ma sempre considerando un rapporto ragionevole di prezzo. Sui prezzi bisogna lavorare tutto l’anno, la qualità di una vera esperienza di lusso non dipende dall’alta stagione.

 

 

Quali sono quindi i vostri timori per il futuro?
La domanda è forte, ma questa industria rischia di incepparsi per la mancanza di personale e di formazione. Oggi, oltre al vecchio adagio location, location, location, per avere successo nell’hotellerie occorre aggiungere la nuova triade people, people, people. Il problema è che non ci sono abbastanza persone per soddisfare le esigenze di questo settore. Il rischio è che l’industria si blocchi. Il numero di alberghi, soprattutto nei contesti di fascia alta, sta aumentando vertiginosamente, mentre la formazione stenta e le istituzioni ancora faticano a considerare il turismo come una risorsa chiave per il Paese

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Alberto Lupini


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