Sette mesi di attesa per un crash: il click day per il Bonus bici fa flop

Centinaia di migliaia di italiani hanno provato a collegarsi alla piattaforma per ricevere gli incentivi che permettono di avere sconti su bici e monopattini. Ma per molti è stato impossibile

03 novembre 2020 | 16:36
Poteva essere il bonus giusto per segnare un cambio di mentalità. E invece ha squarciato e infettato ancor di più un sistema pubblico tanto vecchio quanto inefficiente e svilente. Stiamo parlando del “Bonus bici”, varato questa primavera con l’intento di promuovere la mobilità sostenibile (fino a 500 euro di contributo sull’acquisto di biciclette e monopattini) e che solo il 3 novembre sembra essere entrato in funzione dopo mesi di punti di domanda che hanno avuto tanti effetti, tranne quello di invogliare l’acquisto.

Altro disastro per il click day
Diciamo dovrebbe perché per accedere al bonus il ministero dell’Ambiente ha attivato una piattaforma online che prevedeva quello strambo metodo del click day, il quale - come ormai da tradizione dopo il flop dei 600 euro agli autonomi con l’Inps - ha fatto doppietta anche con il Bonus bici.


Piattaforma subito in tilt

Tutti in coda dalle 9
Il via al click è stato dato questa mattina alle 9, ma subito il sistema è andato in crash per l’alta affluenza. A metà giornata gli utenti in coda erano 600mila. La “frittata” è stata perfettamente made in Italy perché al disastro ha contribuito anche Poste Italiane per via del malfunzionamento delle app per autenticare l’identità digitale («Spid»), necessaria per richiedere il bonus.

Come funziona la piattaforma?
E anche chi ha avuto la pazienza di aspettare e la fortuna di passare allo step successivo non ha avuto vita facile. Una volta esaurita la (lunga) lista d’attesa, la piattaforma avverte: «Il turno è iniziato. Hai 20 minuti per completare l’operazione». Si consiglia di avere con sé il codice Iban, copia elettronica del giustificativo di spesa (accetta formati Pdf, Jpg o Png, massimo 3 Mb) e partita Iva del negoziante.

Per validare la domanda bisogna poi autenticarsi con l’Identità digitale, ovvero con lo Spid, al netto dei problemi di dialogo tra app e piattaforma. Nel caso in cui non si riuscisse a completare la richiesta nel tempo stabilito, si deve effettuare un nuovo accesso. Altro giro, altra rabbia.

L'ira (inutile) del ministro Costa
Pare che, saputo dell’inconveniente, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa abbia sbottato. Facendo sapere di aver telefonato agli amministratori delegati di Sogei (la società del ministero dell’Economia che gestisce il sito web per l’erogazione del bonus mobilità) e di Poste (che gestisce lo Spid), per chiedere loro di seguire in prima persona la vicenda del bonus, dopo i problemi della mattinata. Fonti del ministero parlano di un Costa «infuriato» e di telefonate «molto dure». Le solite lacrime di coccodrillo che poco servono ai cittadini.

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Alberto Lupini


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