Serve sicurezza anche nei campi «Tamponi ai lavoratori stagionali»
È la richiesta di Coldiretti, che sottolinea l’urgenza di effettuare su tutto il territorio nazionale test e tamponi ai lavoratori qualificati provenienti dall’estero. Solo il Trentino Alto Adige si è già attrezzato
18 agosto 2020 | 11:10
Il Trentino Alto Adige ha già dato il via ai test sui lavoratori nei campi provenienti dall’estero. In questo modo potranno partecipare subito alla raccolta dell’uva e dell’altra frutta di stagione, che rischia di non avere sufficiente manodopera qualificata a causa del blocco delle frontiere imposto dal perdurare dell’epidemia di Covid. Coldiretti chiede intanto di estendere in tutto il Paese i tamponi ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero. Oltre alla vendemmia, per la quale si stima in Italia una produzione di vino attorno ai 45 milioni di ettolitri (in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno), è già iniziata anche la raccolta di 2 miliardi di chili di mele. I lavoratori stranieri che superano il test potranno dunque svolgere le attività di raccolta in sicurezza: è questo l’obiettivo della campagna di comunicazione che Coldiretti ha avviato rivolgendosi alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica. Tutte le regioni quindi dovrebbero attrezzarsi per consentire le attività di raccolta nel rispetto di tutte le garanzie di sicurezza.
Da nord a sud della Penisola la vendemmia parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale e un impiego di circa 180mila lavoratori stagionali, attivando un motore economico che vale almeno 11 miliardi di euro.
Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.
«L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia», afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. «Bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, che sia agile e flessibile, rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa considerato il periodo di crisi».
Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate, si prevede per l’Italia del vino una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta delle uve dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.
È già iniziata la raccolta di 2 miliardi di chili di mele
Da nord a sud della Penisola la vendemmia parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale e un impiego di circa 180mila lavoratori stagionali, attivando un motore economico che vale almeno 11 miliardi di euro.
Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre soprattutto dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.
«L’Italia non può permettersi di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia», afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. «Bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che semplifichi la burocrazia per l’impresa, che sia agile e flessibile, rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa considerato il periodo di crisi».
Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate, si prevede per l’Italia del vino una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta delle uve dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.
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Alberto Lupini
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