Senza turisti russi a rischio centinaia di posti di lavoro: il caso di Arzachena
La cittadina sarda, cuore della Costa Smeralda, da trent'anni è unita alla Russia da un fortissimo legame e ora deve fare i conti con le conseguenze del conflitto. Il sindaco: “Servono ammortizzatori sociali ad hoc”
La guerra è un dramma per chi la vive in prima persona e anche nel conflitto tra Russia e Ucraina la situazione non è di certo differente. I suoi riflessi possono però colpire duro anche a migliaia di chilometri di distanza. Lo dimostra il caro carburanti ma anche la crisi che sta colpendo gli allevamenti e il mercato di pane e pasta a causa del boom dei prezzi di grano, mais e soia. C'è persino il rischio di rimanere senza olio di semi, fondamentale in cucina ma anche, forse soprattutto, nell'industria.
C'è poi il capitolo del turismo, che sperava, dopo due anni di Covid, di tornare finalmente a respirare ma su cui si sono invece abbattute le conseguenze della guerra. Il mercato russo rappresenta infatti per l'Italia una fetta importante del turismo in entrata. I numeri precedenti alla pandemia parlano di 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze. I russi sono poi per tradizione un popolo altospendente: nel 2019 hanno speso in Italia 980 milioni. Tra le destinazioni preferite la Toscana e la Sardegna.
I russi e la Sardegna: un'assenza che preoccupa
Il legame tra Russia e Sardegna è forte. Negli anni molti oligarchi hanno scelto di investire, passare le vacanze e spesso vivere sull'isola. Federalberghi ha fatto una stima su ciò che potrebbe significare l'assenza dei russi per la Sardegna. Per il 2022 era previsto l'arrivo di 220mila russi. Senza di loro mancheranno nelle casse sarde 40 milioni soltanto nel settore dell'accoglienza e altri 40 per i servizi strettamente connessi, che vanno dalle escursioni allo shopping.
Oltre al turismo tout court c'è poi da considerare l'universo degli oligarchi. Le loro ville rappresentano spesso un mondo a sé, in cui operano decine, a volte centinaia di persone, dal catering, alla manutenzione passando per l'organizzazione di eventi e i trasporti.
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Arzachena, trent'anni d'amore russo
Tra le mete più amate dai russi c'è la Costa Smeralda, che ha il suo cuore in Arzachena. Dagli anni Novanta la cittadina gallurese, che fino ad allora aveva accolto soprattutto facoltosi arabi, ha iniziato ad attirare l'attenzione degli oligarchi provenienti dalla ex Unione Sovietica. «La destinazione rappresentava, e rappresenta ancora oggi, una tappa obbligata per il jet set internazionale e loro, i “nuovi ricchi” dell’epoca, non potevano mancare - ha raccontato il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda - Molti si sono affezionati, amano la natura, il mare e l’atmosfera che si respira a Porto Cervo e nelle località limitrofe. Arzachena è sempre stata un luogo accogliente e aperto. Molti hanno acquistato diverse proprietà, vivono la Sardegna come una seconda casa e, ovviamente, si passano parola e richiamano qui amici, familiari, personaggi noti per trascorrere le vacanze insieme».
La polemica delle cittadinanza a Usmanov
A dimostrare, se ce ne fosse bisogno, il forte legame tra Arzachena e la Russia c'è anche la scelta, fatta nel 2018, di conferire la cittadinanza onoraria al miliardario russo-uzbeko Alisher Usmanov. Il sindaco Ragnedda non ha voluto revocargliela nemmeno dopo l'inserimento di Usmanov nella black list europea, a seguito dello scoppio del conflitto bellico. «Le motivazioni alla base della nostra scelta fanno riferimento all'impegno di Usmanov per la comunità di Arzachena», ha spiegato il primo cittadino.
«Centinaia di buste paga dipendono dal turismo russo»
Al di là delle polemiche, Arzachena è al lavoro per provare a reggere l'urto dell'assenza del turismo russo. È stato convocato un tavolo di crisi con sindacati e associazioni di categoria. Le prospettive sono infatti preoccupanti. «La Costa Smeralda è l’avamposto del turismo russo in Sardegna - ha proseguito Ragnedda - Se il conflitto dovesse proseguire i danni si estenderebbero a macchia d’olio a tutta Europa. Noi, dal canto nostro, invieremo un documento a Regione e Governo centrale per mantenere alta l’attenzione sulla particolarità della nostra situazione. Centinaia di buste paga dipendono dal turismo russo, bielorusso e ucraino. Questi padri di famiglia verranno a bussare alla porta del Comune di Arzachena a breve per chiedere sostegno».
Misure ad hoc e diversificazione
Il Comune chiede misure ad hoc per far fronte all'emergenza. «Servono ammortizzatori sociali specifici e siamo anche disposti a manifestare per far sentire la nostra voce», ha confermato il sindaco.
Per fortuna però Arzachena può contare su un turismo variegato e proprio dalla diversificazione dell'offerta deve partire il percorso alternativo per provare a reggere l'urto. «Il turismo locale è forte e ha target differenziati - ha concluso Ragnedda - Il nostro mercato principale in termini di presenze è quello tedesco, svizzero, francese e del nord Europa in generale. Ovviamente, quello russo è minore per numero assoluto di arrivi, circa il 2% sul totale, ma impatta molto di più in termini di spesa pro capite sul territorio. Non possiamo permetterci di perderlo. Soprattutto dopo due stagioni limitate dalla pandemia».
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Alberto Lupini