Senza turismo l'economia è ferma. Nel 2020 fatturati giù del 60%

Secondo l'analisi di Borsa Italia, nel 2020 il settore turistico ha perso in media il 60% del fatturato e oltre il 50% di presenze. Per ripartire servono investimenti e scelte forti. A partire dai 6,68 miliardi del Pnrr

20 maggio 2021 | 15:53
Senza la ripartenza del turismo, non è realizzabile l'auspicata ripresa economica. Questo, in sintesi, il messaggio racchiuso nell'analisi realizzata da Borsa Italiana nell'ambito del progetto Italian Factory e dedicata al mondo dell'ospitalità turistica. Un settore che, in Italia, vale circa il 7% del Pil e conta 1,7 milioni di addetti impegnati in 32.730 esercizi alberghieri e 185.597 strutture extra-alberghiere con un flusso ari a circa 437 milioni di presenze e una permanenza media di 3,3 notti. Tutto questo, ovviamente, nel 2019. Poi la pandemia che ha azzoppato un comparto essenziale per il Belpaese.



Limitazioni agli spostamenti e chiusura dell'Horeca hanno penalizzato il 2020

Secondo le elaborazioni di Borsa Italiana su dati di Banca d'Italia (qui il report completo), «le limitazioni degli spostamenti dentro il territorio nazionale e dall’estero, aggiunte alle chiusure totali o parziali di attività correlate al comparto turistico, hanno determinato una caduta del fatturato che nel punto di minimo della prima ondata del Covid (aprile 2020) ha raggiunto il 95% rispetto a un anno prima. Dopo il parziale recupero nei mesi estivi, in autunno la seconda ondata di contagi ha reso necessario un rafforzamento delle limitazioni sia in Italia che negli altri Paesi, oltre alla sospensione delle attività legate al turismo invernale. Ciò ha determinato una nuova, profonda, caduta di presenze turistiche e fatturati, che in alcuni comparti ha superato l’80% rispetto a un anno prima».

Tirando le somme, nella media del 2020 il fatturato del comparto turistico è diminuito di quasi il 60% e il calo delle presenze turistiche totali è stato superiore al 50% rispetto al 2019. Numeri aggravati dalle performance dei primi mesi del 2021, momento in cui la gravità della situazione sanitaria dentro e fuori dall’Italia ha impedito la riapertura delle attività del comparto.

Vaccini, green pass e nuove offerta gli strumenti per ripartire

La ripartenza, comunque, si preannuncia imminente. Da un lato, l'avanzamento della campagna vaccinale ha registrato una netta accelerazione nelle ultime settimane (arrivando a quasi 30 milioni di cittadini vaccinati almeno con la prima dose); dall'altro, le delucidazioni sul green pass nazionale e come ottenerlo, in attesa dell'introduzione del certificato digitale europeo, rendono più facili le operazioni di programmazione. Certo che bisognerà tener conto dei cambiamenti prodotti dalla pandemia sulle scelte dei consumatori, con viaggiatori più orientati verso un turismo di prossimità e maggiormente attenti alla sostenibilità ambientale. «Il ruolo della politica - si legge nel comunicato diffuso da Borsa Italiana - è accompagnare questi cambiamenti partendo innanzitutto dall’introduzione di misure adeguate a colmare quei tradizionali gap strutturali di contesto che pongono l’Italia in una posizione arretrata rispetto ai principali competitor. Secondo le classifiche internazionali su infrastrutture, digitalizzazione, burocrazia, trasporti, promozione dell’immagine del Paese c’è ancora molto da fare».

Nel Pnrr 6,68 miliardi per turismo e cultura

Qualcosa, in questo senso, è già stata inserita nel Pnrr: «Sono stanziati investimenti per 6,68 miliardi di euro nel comparto “Turismo e cultura”. Di questi, circa 3,4 sono direttamente dedicati alle attività turistiche e sono destinati a migliorare le strutture turistico-ricettive con l’obiettivo di elevare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Si tratta di un primo, importante, passo per rilanciare un comparto che ha un ruolo cruciale per la crescita italiana», conclude la nota.

Una crisi globale: persi un miliardo di arrivi nel mondo

Il turismo è uno dei settori che ha risentito per primo e in modo più violento della crisi sanitaria. Le misure introdotte per limitare i contagi nel mondo hanno portato a una quasi completa cessazione delle attività turistiche in maniera improvvisa, diffusa e simultanea. Secondo l'Unwto (l'Organizzazione mondiale del turismo), gli arrivi turistici internazionali sono diminuiti di circa il 75% e i livelli sono tornati indietro di quasi 30 anni; è stimato un calo di quasi 1 miliardo di arrivi, con un impatto economico che vale circa 2 trilioni di dollari (il 2% del Pil mondiale); circa 100 milioni di posti di lavoro sono a rischio, specie tra le donne e i giovani.


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Alberto Lupini


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