Senigallia: devastata la gelateria Brunelli, fortunati gli stellati Uliassi e Cedroni
«Tutto il negozio è da buttare, tutti i macchinari sono compromessi», sono queste le parole di Paolo Brunelli, proprietario dell’omonima gelateria, a seguito della terribile ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia di Ancona e Pesaro Urbino
Acqua, fango e terrore hanno travolto tra giovedì e venerdì scorsi la provincia di Ancona e di Pesaro Urbino, che è stata colpita da una tremenda ondata di mal tempo che ha provocato, oltre a vittime e dispersi, danni devastanti anche ad alcune strutture, tra cui la gelateria di Paolo Brunelli a Senigallia.
La più colpita, infatti, è stata proprio Senigallia, città con il più alto numero di stelle Michelin pro capite, a cui si sono aggiunti numerosi comuni, sempre in provincia di Ancona, tra cui Sassoferrato, Arcevia, Ostra, Serra de Conti, Barbara, Trecastelli, Corinaldo e in provincia di Pesaro Urbino, tra cui Pesaro Urbino, Cantiano, Cagli, Frontone, Pergola, Serra Sant’Abbondio.
Anche il premier Mario Draghi ha visitato Pianello di Ostra (An), tra i centri più colpiti dal nubifragio e ha dichiarato: ««Qui è un disastro. C’è un grosso problema idrogeologico. Noi faremo tutto il possibile. Forza, lo Stato è con voi».
Non hanno avuto danni, ma solo tanta paura, invece, come hanno dichiarato a Repubblica, Moreno Cedroni, chef della Madonnina del Pescatore e Anikò di Senigallia e Mauro Uliassi, chef del ristorante tre stelle Uliassi sempre a Senigallia.
Il negozio è da buttare, tutti i macchinari sono compromessi
«Siamo in mezzo al fango – ha dichiarato Paolo Brunelli a IlGusto, commentando la situazione in cui versa la sua gelateria in via Carducci – in un negozio che è tutto distrutto. Certo, di fronte alla tragedia dei morti noi siamo fortunati, ma vedere il negozio così fa male. Tutto è successo all’improvviso senza che ci fosse nemmeno un’allerta meteo. A Senigallia il maltempo è arrivato dopo rispetto ai paesi intorno. Fino alle dieci di sera nella pizzeria di fronte al mio locale c’era ancora gente che mangiava. Poi è arrivato anche e ora la piazza qui di fronte è una piscina di fango con i tronchi che galleggiano. Ci rimbocchiamo le maniche e ricominciamo ma tutto il negozio è da buttare, tutti i macchinari sono compromessi. Non sarà possibile aggiustare».
E ancora ha aggiunto, parlando con Il Corriere della Sera: «Il negozio è interamente da rifare. Al 99 per cento non riapriremo a breve. «Ancora non è il momento delle polemiche, se ne ragionerà più avanti. Io sono un gelatiere, quello non è il mio mestiere, ma credo che qualcosa non abbia funzionato».
È stato tutto assolutamente improvviso
Migliore la situazione alla Madonnina del Pescatore e ad Aniko di Senigallia. «Abbiamo assistito a una tempesta di grande violenza, l’acqua non smetteva di scendere pesante e le strade erano torrenti. Ieri dopo il servizio serale abbiamo scelto anche di non mandare a casa alcuni dei dipendenti, specie i giovani che in motorino non avrebbero potuto affrontare il maltempo. Sono rimasti nelle nostre strutture. Altri locali, specie quelli all’altezza della strada sono inondati - ha dichiarato a La Repubblica Mariella Organi, moglie dello chef Moreno Cedroni - La fortuna è che Anikò (situato nel centro storico di Senigallia) si trova in un punto leggermente rialzato rispetto alla strada e quindi è stato come se fosse su una piccola isola. E in città, sia pure allagata di acqua e di fango – infatti i piani terreni sono sporchi di melma – i danni sono minori rispetto alle zone come i paesi di Barbara più vicini all'ondata di piena del fiume Misa. È stato tutto assolutamente improvviso. Ho chiamato subito mio fratello che vive in quell’area e lui con la famiglia si è messo al sicuro al piano superiore della casa perché era uscito a fumare una sigaretta e ha sentito il rumore minaccioso del Misa in piena».
L'acqua ci ha girato intorno: siamo stati fortunati
Anche per lo chef Mauro Uliassi non ci sono stati danni, ma anch'egli parla di un incredibile e velocissimo apparire del temporale e della piena. «Siamo stati fortunati perché nella nostra posizione sul molo l’acqua ci ha letteralmente girato intorno scorrendo oltre. Già a 50-100 metri di distanza gli altri locali sono inondati di fango e gli esterni sono distrutti - ha dichiarato a La Repubblica - Pazzesco pensare che in due ore sia caduta tanta acqua quanto di solito accade in sei mesi». E ancora: «Ce la siamo cavata ripulendo l’esterno, fortunatamente anche la casa e l’attività di mio fratello non sono state interessate dall’alluvione, ma ci sono attività vicino alla nostra completamente devastate. L’acqua le ha investite in pieno, con una violenza inaudita - ha dichiarato a Il Resto del Carlino. E alla domanda “Avete riaperto?” ha dichiarato sempre al quotidiano dell'Emila Romagna: «Inizialmente avevamo pensato di provare ad aprire per pranzo, ma l’evolversi delle condizioni metereologiche ha fatto emettere un’ordinanza che prevedeva la chiusura delle attività e la messa in sicurezza delle persone. Il percorso per raggiungere il ristorante è un parkour in mezzo al fango».
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Alberto Lupini
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