Il selfie che distrugge: il turismo dei social media minaccia i siti Unesco

L'Unesco ha lanciato un allarme riguardo il "turismo dei selfie", un fenomeno in crescita che, insieme all'overtourism, sta danneggiando i siti storici e culturali di tutto il mondo . Il "turista dei selfie" è motivato più dall'ottenere like sui social che dall'esperienza autentica, trasformando i luoghi iconici in sfondi per foto e contribuendo al sovraffollamento e al degrado dei monumenti

09 settembre 2024 | 16:53

L'ossessione per la foto perfetta, alimentata dai social media, sta trasformando in una minaccia il turismo, erodendo l'autenticità dei luoghi più iconici del pianeta e mettendo a rischio un patrimonio inestimabile. L'Unesco ha lanciato un grido d'allarme: il "turismo dei selfie", un fenomeno in rapida crescita, che insieme all'overtourism, sta accelerando il degrado di siti storici e culturali in tutto il mondo.

La corsa al like: un nuovo tipo di turista

Il "turista dei selfie" è un nuovo profilo di viaggiatore, guidato non dalla sete di conoscenza o dall'esperienza autentica, ma dalla compulsione a catturare l'attimo perfetto da condividere sui social media. La Torre Eiffel, il Colosseo, Machu Picchu: ogni monumento diventa uno sfondo per un autoritratto, una sfida a superare l'immagine più bella già postata. Questa nuova tendenza, nata con la diffusione dei social network, ha trasformato il viaggio in una performance, dove l'esperienza reale è spesso sacrificata sull'altare dell'estetica.

«Le persone hanno sempre scattato foto durante le vacanze, ma ora l'attenzione si è spostata dal creare ricordi al generare momenti condivisibili, spesso con l'obiettivo di ottenere "mi piace" e nuovi follower - ha dichiarato un portavoce dell'Unesco al The Times, quotidiano inglese. Questa ricerca ossessiva dell'immagine perfetta ha conseguenze inaspettate e pericolose».

L'impatto devastante: dal sovraffollamento al vandalismo

Infatti, il "turismo dei selfie" ha un impatto devastante su diversi livelli. Innanzitutto, provoca un sovraffollamento senza precedenti in molte destinazioni, mettendo sotto pressione le infrastrutture locali e peggiorando l'esperienza di tutti i visitatori. Luoghi un tempo tranquilli e appartati sono ora invasi da orde di turisti armati di smartphone, in cerca dell'angolazione migliore.

Inoltre, la ricerca della foto perfetta spinge spesso a comportamenti irresponsabili e dannosi. Il superamento di barriere, atti di vandalismo e persino incidenti sono diventati all'ordine del giorno. L'affollamento eccessivo rende difficile per le comunità locali adottare misure di protezione adeguate, e l'usura causata dal continuo passaggio di persone accelera il deterioramento dei monumenti. Nonché il livello di sporcizia nei pressi del sito.

Tant'è che in molte città italiane si stanno studiando dei rimedi ad hoc: per esempio, tra qualche mese la Fontana di Trevi a Roma sarà accessibile solo previo pagamento di una quota di due euro, che permetterà di entrare nel catino da dove si lanciano le monetine. Hostess e steward controlleranno gli accessi, che potranno essere acquistati online. A Venezia, il centro storico ha già introdotto un biglietto d'ingresso di cinque euro per i turisti nei giorni da bollino nero, mentre alle Cinque Terre, la famosa Via dell'Amore è stata riaperta con l'introduzione di un ticket di accesso

Turismo dei selfie: l'importanza degli influencer

Per contrastare l'impatto negativo del "turismo dei selfie", l'Unesco ha rivolto però un appello agli influencer, figure chiave nella creazione delle tendenze di viaggio moderne. L'organizzazione, infatti, ha invitato loro a sfruttare la loro ampia visibilità per promuovere un turismo più responsabile, orientato al rispetto e alla tutela delle destinazioni visitate: «Scattare una foto non è un crimine, ma è fondamentale farlo con consapevolezza. Ogni luogo ha una storia, una cultura e un'anima che meritano di essere rispettate».

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Alberto Lupini


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