Scontro tra Davide e Golia: con due progetti online Bergamo sfida i colossi del delivery
La città simbolo della pandemia è oggi pioniera del digitale. Avviati per la prima volta in Italia due progetti per liberare i ristoranti dalle aziende di delivery e portare i negozi a sopravvivere ad Amazon . RistoraBergamo, la piattaforma gratuita per i ristoranti della città, e Bergamo Smart Shopping che consegna gli acquisti con Poste Italiane
05 dicembre 2020 | 08:30
Tutta l’Italia si avvia verso il giallo, con le rispettive restrizioni (ristoranti e bar chiusi alle 18), e verso festività che, da nuovo dcpm, avranno sì i ristoranti aperti a pranzo a Natale, Santo Stefano, Capodanno e all'Epifania ma, essendoci il divieto di spostamento, per molti saranno impossibili da raggiungere.
Dunque, ancora una volta, per i ristoranti, o meglio per chi se lo può permettere, non resta che affidarsi al delivery e all’asporto. E con le prossime festività bloccati in casa, i principali player delle consegne a domicilio (Deliveroo, Just Eat e Glovo) sembra abbiano mangiato la foglia e per dicembre “combattono” a colpi di sconti sulle commissioni e alla consegna.
Ma se tutto ciò non fosse necessario? O meglio se ci fossero già esempi virtuosi che mostrano che il delivery non deve passare necessariamente per il filtro dei grandi colossi? Succede a Bergamo. La città simbolo della pandemia di Coronavirus che ora diventa pioniera del digitale.
Bergamo è, infatti, a tutti gli effetti la prima città in Italia a introdurre due progetti online che hanno l’ambizione di sganciare i ristoranti da Deliveroo, Just Eat e Glovo e di portare i commercianti del territorio a sopravvivere alla concorrenza di Amazon.
Il primo progetto è RistoraBergamo, la piattaforma sviluppata da VisitBergamo, online ufficialmente dal 19 novembre. Una vetrina, completamente gratuita (nessuna commissione per gli esercenti e nessun costo di adesione) per i ristoranti della città. Il principio è semplice: il cittadino trova il menu che cerca, può ordinare e il ristoratore può organizzare da sé la consegna senza pagare il 35% di commissioni a un Glovo o Deliveroo.
Il secondo, Bergamo Smart Shopping, è un esperimento unico nel suo genere e primo in Italia: un servizio in cui gli acquisti sono consegnata nella città e in 19 comuni limitrofi da Poste Italiane a prezzi concorrenziali (la consegna è gratuita fino a 40 euro) e in tempi più rapidi di Amazon.
La piattaforma per il delivery, completamente gratuita
Entrambe le iniziative, appoggiate dal Comune e dal Distretto Urbano del Commercio (Duc), sono nate per offrire un aiuto concreto al settore, tra i più colpiti dall’attuale situazione legata all’emergenza Covid-19.
L’obiettivo, dichiarato, di RistoraBergamo è quello di essere un servizio completamente gratuito, a differenza delle app e delle piattaforme esistenti che comportano costi anche molto elevati per gli esercenti, ai quali, appunto, bisognerebbe “togliere” anziché aggiungere, in vista anche di altri mesi non di certo rosei.
Il servizio si rivolge a ristoratori, baristi, pasticcerie, produttori agricoli, gastronomie, ovvero tutto il panorama del cibo, sia pronto sia confezionato, della provincia di Bergamo.
Al momento la consegna resta compito dei ristoranti, ma VisitBergamo è in trattativa per trovare un’azienda che si occupi anche del delivery, a prezzo calmierato.
Il sito è facile da utilizzare: basta scorrere le attività aderenti, scoprire i menu e prenotare il pranzo o la cena da consumare a casa o in ufficio. Il cliente può cercare per piatto, nome del bar/ristorante, tipologia di cibo (tradizionale, vegano, gluten free...), categoria (cucina italiana, cinese, giapponese...). Selezionando il luogo, RistoraBergamo filtra le possibilità nelle vicinanze, anche per fasce orarie. Acquistati i piatti, si passa alla cassa virtuale, pagando tramite carta o alla consegna (a discrezione dell’esercente).
Ristoratori soddisfatti
E i ristoranti sono soddisfatti. Parola di Cesare “Cece” Crippa della Locanda Cece e Simo, in via IV novembre a Bergamo, che raggiunto al telefono da Italia a Tavola ha detto conciso, proprio dopo aver terminato una consegna: «Sono contentissimo. È un servizio che funziona. Mi appoggiavo a diverse altre piattaforme, ma con RistoraBergamo faccio più ordini. Trovo che sia una piattaforma molto più concreta e utile».
Per Luca Brasi de La Braseria a Osio Sotto (Bg) «il progetto è stato allestito in fretta e sicuramente è di qualità», anche se sottolinea come, almeno al momento «sia più funzionale per la città che per la provincia».
L’alternativa locale (e più veloce) ad Amazon
Sullo stesso principio di essere utile e non gravare con ulteriori costi sui commercianti, è sto creato anche Bergamo Smart Shopping.
La piattaforma, infatti, non prevede prezzi di abbonamento: il costo per il commerciante - vantaggioso, inferiore rispetto a quello di mercato - sarà quello fatturato a fine mese da Poste Italiane, in base al numero delle consegne effettuate. Per lui sarà creato un account sulla piattaforma delle Poste, attraverso la quale inserirà gli indirizzi a cui deve essere inviata la merce, in uno scambio poi gestito dal Duc.
Il progetto, nato prima della pandemia, ma che ha preso il via il 28 novembre, permette a clienti e cittadini di farsi spedire acquisti e spesa direttamente a casa o in ufficio.
«Bergamo Smart Shopping è un progetto di sperimentazione al quale il Distretto pensava da tempo e che con la situazione attuale potrebbe diventare strategico per molti dei nostri negozi – spiega Nicola Viscardi, presidente del Distretto Urbano del Commercio - Credo che questo servizio sia una forte leva differenziante rispetto ad altre polarità commerciali e anche ai colossi di internet: la comodità della consegna a casa senza rinunciare alla professionalità dei nostri esercenti, un servizio più rapido di molte piattaforme e, non ultima, una modalità di consegna ecologica e sostenibile».
Il meccanismo è semplice: dopo l’acquisto in negozio, da marketplace, o attraverso i canali social degli stessi commercianti aderenti, sarà possibile prenotare la consegna della merce direttamente a casa propria, anche in giornata. Con una spesa minima stabilita di 40 euro, la consegna standard è gratuita per il cliente e avviene entro mezza giornata. Se si sceglie invece la modalità di consegna instant, al costo di 6 euro, la spedizione verrà recapitata entro soli 90 minuti dall’ordine.
Ad oggi il progetto conta circa cento negozi (quattro le aree di Bergamo al momento coinvolte: Centro, Città Alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina) e diverse decine di fattorini di Poste Italiane coinvolti per la consegna: «È il primo esperimento in Italia, quindi anche se Poste Italiane possiede le conoscenze per gestire una spedizione, questo è un ‘numero zero’ che andremo a costruire insieme – continua Viscardi - E speriamo diventi un progetto non sperimentale ma stabile».
Bisogna unirsi per sconfiggere i colossi
Perché è chiaro a tutti che il mondo non è e non sarà più lo stesso ma che comunque, soprattutto in Italia, ristoranti e negozi del territorio continueranno a rappresentare l’elemento cardine dell’economia nazionale: «È chiaro a tutti ormai il valore più grande rappresentato dal comprare in negozi del territorio, piuttosto che su un online che non paga le tasse in Italia: l’esercizio commerciale della città reinveste sulla città e sulle famiglie che ci lavorano – aggiunge Viscardi – Per sconfiggere il mercato così concorrenziale bisogna associarsi e attrezzarsi a livello comunitario per competere contro i colossi. Non basta la storiella del Davide, indifeso e buono, contro il Golia cattivo, che la fa da padrone. Anche noi commercianti dobbiamo fare rete per crearci delle armi e combattere questa nuova guerra del mercato con strumenti all’avanguardia, tecnologia, servizi, che ci rendano più competitivi di Amazon».
A Bergamo anche la mensa è take away
E la ricerca di nuove soluzioni a Bergamo va oltre i ritornati e i negozi. Qui, infatti, anche la mensa è diventata delivery. Stiamo parlando della Mensa dei Lavoratori della Banca Popolare di Bergamo – Credito Varesino che ha lanciato la “Mensa a Casa”: il servizio take away per garantire ai dipendenti della banca che lavorano in ufficio o in smartworking, ma anche a tutti i soci convenzionati residenti a Bergamo e dintorni, la cucina di tutti i giorni.
Una direzione in controtendenza quella di Bergamo dunque, ma che potrebbe diventare un modello per altre città. E, forse, cominciano a intuirlo anche i grandi colossi del delivery che continuano a sfidarsi a colpi di sconti sulle commissioni.
Meal delivery in Italia: giro d'affari di 706 milioni di euro
Del resto, il piatto è ricco. Il mercato del meal delivery ha, infatti, raggiunto un giro d'affari in Italia di 706 milioni di euro con un incremento del +19% rispetto al 2019 (secondo l’ultimo Rapporto Coop 2020). L'osservatorio The World After Lockdown Nomisma-Crif ha poi evidenziato come il business sia proprio in mano alle grandi piattaforme di consegna: il 28% degli italiani ha ordinato tramite Deliveroo, Just Eat, Glovo e solo il 12% ha contattato l’esercizio direttamente su sito/app o whattspp e telefono.
I colossi rilanciano a suon di sconti
Intanto, per diventare re delle consegne, visto anche il perdurare delle restrizioni, Deliveroo, Just Eat e Glovo stanno aggiungendo nuovi servizi agli iscritti a costi più competitivi.
Deliveroo (società inglese, con 80mila ristoranti partner, 60mila rider nel mondo e 259 città servite in Italia) per i prossimi due mesi ha azzerato tutte le commissioni per il servizio di asporto per ordini sulla piattaforma.
Anche Glovo (piattaforma spagnola presente in 19 Paesi e 690 città), ha avviato a novembre il servizio take away, che permette di ritirare l'ordine presso il ristorante mostrando il codice di prenotazione, a zero commissioni per i ristoranti (dove sono in vigore le limitazioni previste dall’ultimo dcpm) e per i nuovi iscritti.
Diversa la strategia di Just Eat che ha attivato per i 5mila ristoranti partner italiani che usufruiscono del servizio di delivery attraverso rider uno sconto sulla commissione pari al 25%. Nel pacchetto di agevolazioni è previsto anche l’azzeramento delle commissioni per la consegna per il primo mese a tutti i nuovi ristoranti iscritti.
Chissà, se, nonostante ciò clienti e ristoratori decideranno di intraprendere la strada del “locale” affidandosi a servizi per il territorio, nati sul territorio e che, quindi, non sono mossi semplicemente dal mero business.
Dunque, ancora una volta, per i ristoranti, o meglio per chi se lo può permettere, non resta che affidarsi al delivery e all’asporto. E con le prossime festività bloccati in casa, i principali player delle consegne a domicilio (Deliveroo, Just Eat e Glovo) sembra abbiano mangiato la foglia e per dicembre “combattono” a colpi di sconti sulle commissioni e alla consegna.
Ma se tutto ciò non fosse necessario? O meglio se ci fossero già esempi virtuosi che mostrano che il delivery non deve passare necessariamente per il filtro dei grandi colossi? Succede a Bergamo. La città simbolo della pandemia di Coronavirus che ora diventa pioniera del digitale.
Bergamo è, infatti, a tutti gli effetti la prima città in Italia a introdurre due progetti online che hanno l’ambizione di sganciare i ristoranti da Deliveroo, Just Eat e Glovo e di portare i commercianti del territorio a sopravvivere alla concorrenza di Amazon.
Il primo progetto è RistoraBergamo, la piattaforma sviluppata da VisitBergamo, online ufficialmente dal 19 novembre. Una vetrina, completamente gratuita (nessuna commissione per gli esercenti e nessun costo di adesione) per i ristoranti della città. Il principio è semplice: il cittadino trova il menu che cerca, può ordinare e il ristoratore può organizzare da sé la consegna senza pagare il 35% di commissioni a un Glovo o Deliveroo.
Il secondo, Bergamo Smart Shopping, è un esperimento unico nel suo genere e primo in Italia: un servizio in cui gli acquisti sono consegnata nella città e in 19 comuni limitrofi da Poste Italiane a prezzi concorrenziali (la consegna è gratuita fino a 40 euro) e in tempi più rapidi di Amazon.
La piattaforma per il delivery, completamente gratuita
Entrambe le iniziative, appoggiate dal Comune e dal Distretto Urbano del Commercio (Duc), sono nate per offrire un aiuto concreto al settore, tra i più colpiti dall’attuale situazione legata all’emergenza Covid-19.
L’obiettivo, dichiarato, di RistoraBergamo è quello di essere un servizio completamente gratuito, a differenza delle app e delle piattaforme esistenti che comportano costi anche molto elevati per gli esercenti, ai quali, appunto, bisognerebbe “togliere” anziché aggiungere, in vista anche di altri mesi non di certo rosei.
Il servizio si rivolge a ristoratori, baristi, pasticcerie, produttori agricoli, gastronomie, ovvero tutto il panorama del cibo, sia pronto sia confezionato, della provincia di Bergamo.
Al momento la consegna resta compito dei ristoranti, ma VisitBergamo è in trattativa per trovare un’azienda che si occupi anche del delivery, a prezzo calmierato.
Il sito è facile da utilizzare: basta scorrere le attività aderenti, scoprire i menu e prenotare il pranzo o la cena da consumare a casa o in ufficio. Il cliente può cercare per piatto, nome del bar/ristorante, tipologia di cibo (tradizionale, vegano, gluten free...), categoria (cucina italiana, cinese, giapponese...). Selezionando il luogo, RistoraBergamo filtra le possibilità nelle vicinanze, anche per fasce orarie. Acquistati i piatti, si passa alla cassa virtuale, pagando tramite carta o alla consegna (a discrezione dell’esercente).
Ristoratori soddisfatti
E i ristoranti sono soddisfatti. Parola di Cesare “Cece” Crippa della Locanda Cece e Simo, in via IV novembre a Bergamo, che raggiunto al telefono da Italia a Tavola ha detto conciso, proprio dopo aver terminato una consegna: «Sono contentissimo. È un servizio che funziona. Mi appoggiavo a diverse altre piattaforme, ma con RistoraBergamo faccio più ordini. Trovo che sia una piattaforma molto più concreta e utile».
Per Luca Brasi de La Braseria a Osio Sotto (Bg) «il progetto è stato allestito in fretta e sicuramente è di qualità», anche se sottolinea come, almeno al momento «sia più funzionale per la città che per la provincia».
L’alternativa locale (e più veloce) ad Amazon
Sullo stesso principio di essere utile e non gravare con ulteriori costi sui commercianti, è sto creato anche Bergamo Smart Shopping.
La piattaforma, infatti, non prevede prezzi di abbonamento: il costo per il commerciante - vantaggioso, inferiore rispetto a quello di mercato - sarà quello fatturato a fine mese da Poste Italiane, in base al numero delle consegne effettuate. Per lui sarà creato un account sulla piattaforma delle Poste, attraverso la quale inserirà gli indirizzi a cui deve essere inviata la merce, in uno scambio poi gestito dal Duc.
Il progetto, nato prima della pandemia, ma che ha preso il via il 28 novembre, permette a clienti e cittadini di farsi spedire acquisti e spesa direttamente a casa o in ufficio.
«Bergamo Smart Shopping è un progetto di sperimentazione al quale il Distretto pensava da tempo e che con la situazione attuale potrebbe diventare strategico per molti dei nostri negozi – spiega Nicola Viscardi, presidente del Distretto Urbano del Commercio - Credo che questo servizio sia una forte leva differenziante rispetto ad altre polarità commerciali e anche ai colossi di internet: la comodità della consegna a casa senza rinunciare alla professionalità dei nostri esercenti, un servizio più rapido di molte piattaforme e, non ultima, una modalità di consegna ecologica e sostenibile».
Il meccanismo è semplice: dopo l’acquisto in negozio, da marketplace, o attraverso i canali social degli stessi commercianti aderenti, sarà possibile prenotare la consegna della merce direttamente a casa propria, anche in giornata. Con una spesa minima stabilita di 40 euro, la consegna standard è gratuita per il cliente e avviene entro mezza giornata. Se si sceglie invece la modalità di consegna instant, al costo di 6 euro, la spedizione verrà recapitata entro soli 90 minuti dall’ordine.
Ad oggi il progetto conta circa cento negozi (quattro le aree di Bergamo al momento coinvolte: Centro, Città Alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina) e diverse decine di fattorini di Poste Italiane coinvolti per la consegna: «È il primo esperimento in Italia, quindi anche se Poste Italiane possiede le conoscenze per gestire una spedizione, questo è un ‘numero zero’ che andremo a costruire insieme – continua Viscardi - E speriamo diventi un progetto non sperimentale ma stabile».
Bisogna unirsi per sconfiggere i colossi
Perché è chiaro a tutti che il mondo non è e non sarà più lo stesso ma che comunque, soprattutto in Italia, ristoranti e negozi del territorio continueranno a rappresentare l’elemento cardine dell’economia nazionale: «È chiaro a tutti ormai il valore più grande rappresentato dal comprare in negozi del territorio, piuttosto che su un online che non paga le tasse in Italia: l’esercizio commerciale della città reinveste sulla città e sulle famiglie che ci lavorano – aggiunge Viscardi – Per sconfiggere il mercato così concorrenziale bisogna associarsi e attrezzarsi a livello comunitario per competere contro i colossi. Non basta la storiella del Davide, indifeso e buono, contro il Golia cattivo, che la fa da padrone. Anche noi commercianti dobbiamo fare rete per crearci delle armi e combattere questa nuova guerra del mercato con strumenti all’avanguardia, tecnologia, servizi, che ci rendano più competitivi di Amazon».
A Bergamo anche la mensa è take away
E la ricerca di nuove soluzioni a Bergamo va oltre i ritornati e i negozi. Qui, infatti, anche la mensa è diventata delivery. Stiamo parlando della Mensa dei Lavoratori della Banca Popolare di Bergamo – Credito Varesino che ha lanciato la “Mensa a Casa”: il servizio take away per garantire ai dipendenti della banca che lavorano in ufficio o in smartworking, ma anche a tutti i soci convenzionati residenti a Bergamo e dintorni, la cucina di tutti i giorni.
Una direzione in controtendenza quella di Bergamo dunque, ma che potrebbe diventare un modello per altre città. E, forse, cominciano a intuirlo anche i grandi colossi del delivery che continuano a sfidarsi a colpi di sconti sulle commissioni.
Meal delivery in Italia: giro d'affari di 706 milioni di euro
Del resto, il piatto è ricco. Il mercato del meal delivery ha, infatti, raggiunto un giro d'affari in Italia di 706 milioni di euro con un incremento del +19% rispetto al 2019 (secondo l’ultimo Rapporto Coop 2020). L'osservatorio The World After Lockdown Nomisma-Crif ha poi evidenziato come il business sia proprio in mano alle grandi piattaforme di consegna: il 28% degli italiani ha ordinato tramite Deliveroo, Just Eat, Glovo e solo il 12% ha contattato l’esercizio direttamente su sito/app o whattspp e telefono.
I colossi rilanciano a suon di sconti
Intanto, per diventare re delle consegne, visto anche il perdurare delle restrizioni, Deliveroo, Just Eat e Glovo stanno aggiungendo nuovi servizi agli iscritti a costi più competitivi.
Deliveroo (società inglese, con 80mila ristoranti partner, 60mila rider nel mondo e 259 città servite in Italia) per i prossimi due mesi ha azzerato tutte le commissioni per il servizio di asporto per ordini sulla piattaforma.
Anche Glovo (piattaforma spagnola presente in 19 Paesi e 690 città), ha avviato a novembre il servizio take away, che permette di ritirare l'ordine presso il ristorante mostrando il codice di prenotazione, a zero commissioni per i ristoranti (dove sono in vigore le limitazioni previste dall’ultimo dcpm) e per i nuovi iscritti.
Diversa la strategia di Just Eat che ha attivato per i 5mila ristoranti partner italiani che usufruiscono del servizio di delivery attraverso rider uno sconto sulla commissione pari al 25%. Nel pacchetto di agevolazioni è previsto anche l’azzeramento delle commissioni per la consegna per il primo mese a tutti i nuovi ristoranti iscritti.
Chissà, se, nonostante ciò clienti e ristoratori decideranno di intraprendere la strada del “locale” affidandosi a servizi per il territorio, nati sul territorio e che, quindi, non sono mossi semplicemente dal mero business.
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Alberto Lupini
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