Dopo annunci, polemiche, trattative, minacce, scioperi, scontri e aggiustamenti da oggi il Green pass diventa obbligatorio per lavorare sia nel settore pubblico, che in quello privato fino al 31 dicembre 2021, giorno in cui ad ora scadrà lo stato di emergenza. A eccezione di qualche esenzione concessa a chi il vaccino non può farlo per cause di salute conclamate, nessuno sconto, probabilmente nemmeno per chi lavora in smart working anche se su questa questione si attendono altre Faq.
Per evitare spiacevoli situazioni, ma soprattutto sanzioni sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, ecco tutto quello che bisogna sapere per non farsi trovare impreparati.
Come ottenere il Green pass
Innanzitutto, va ribadito che il Green pass è un certificato digitale che viene rilasciato:
- ai soggetti che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Ma in questo caso bisognerà aspettare 15 giorni per l'effettiva attivazione e validità. Dopo il completo dell'intero ciclo, la validità è di un anno.
- ai soggetti che si sono sottoposti a tampone rapido o molecolare con esito negativo. Nel primo la validità è di 48 ore e le farmacie sono obbligate a tariffe calmierate: 15 euro per gli adulti, 8 per i ragazzi dai 12 ai 18 anni; nel secondo caso i prezzi sono più alti e variano a seconda del laboratorio che li effettua, ma la validità è di 72 ore.
- ai soggetti in possesso di un certificato che attesti la guarigione da Covid entro i 6 mesi
Il Green pass si dovrà mostrare sottoforma di Qr code. Questo lo si attiva inserendo il codice authcode che si riceverà sul cellulare via sms o via mail, e che si può inserire sul sito ufficiale dgc.gov.it insieme al codice fiscale per scaricare il green pass; la certificazione verde è disponibile anche sulle app Io e Immuni; in alternativa ci si può recare in farmacia con la tessera sanitaria e la carta d'identità e richiederlo in forma digitale o cartacea.
Come avviene l'accesso al luogo di lavoro
Il Green pass andrà mostrato preferibilmente al momento dell'ingresso sul posto di lavoro per quanto riguarda le aziende private (anche se è data loro autonomia di movimento), mentre nel pubblico i controlli saranno effettuati "a campione" e avverranno entro la mattinata (per un minimo del 20% della forza lavoro totale). Un delegato dell'azienda tramite l'app messa a disposizione dal Governo (Verifica C19) controllerà la validità del documento. Le ultime disposizioni hanno chiarito che non è più possibile chiederlo in anticipo di 48 ore per motivi di privacy. Proprio sulla privacy si è lavorato a lungo per evitare che i non vaccinati vengano smascherati. Ecco perchè i dati acquisiti alla rilevazione saranno automaticamente cancellati.
Eccezioni per le aziende con oltre 50 dipendenti
Negli ambienti di lavoro con oltre 50 dipendenti, il controllo può avvenire attraverso l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale Inps e la Piattaforma nazionale-DGC. Per gli enti pubblici aderenti alla piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso l’interazione asincrona tra la stessa e la Piattaforma nazionale-DGC e per le amministrazioni pubbliche con almeno mille dipendenti (anche con uffici dislocati in più sedi) può verificare attraverso una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi informativi di gestione del personale e la Piattaforma nazionale-DGC.
Regole per lavoratori autonomi
I lavoratori autonomi sono tenuti, ovviamente, ad avere il green pass ma sono "capi di se stessi": un tassista, un rider o il proprietario di un piccolo negozio sono controllori di se stessi. Nemmeno i clienti possono richiedere l’esibizione del certificato.
E chi non ha il Green pass? Caso/1
Chi non ha il Green pass non può entrare in azienda, ma non può nemmeno lavorare da casa come detto. Per chi non si presenta è prevista la segnalazione di un’assenza ingiustificata e quindi sarà sospeso il pagamento dello stipendio e qualsiasi altro compenso per chi non mostra la certificazione. Non è però prevista una sanzione disciplinare e tanto meno il licenziamento. Il decreto stabilisce che, a decorrere dal quinto giorno di assenza (quindi di mancato possesso del green pass) il rapporto di lavoro viene sospeso fino alla presentazione della certificazione verde e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021.
E chi non ha il Green pass? Caso/2
E se il dipendente arriva sul luogo di lavoro pur non avendo il green pass? Non è rilevante in quale modalità avviene, se perché non è rientrato nel controllo a campione o perché ha presentato una certificazione falsa. In questo caso è prevista una sanzione amministrativa che può andare dai 600 ai 1.500 euro. Possono aggiungersi anche sanzioni disciplinari e, nei casi più gravi, può anche essere preso in considerazione il licenziamento.
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Cosa rischiano i datori di lavoro
Il datore di lavoro, in quanto responsabile delle verifiche, va incontro a severe sanzioni in caso di omesso controllo. Chi omette di farlo rischia una sanzione amministrativa dai 400 ai 1.000 euro. Non è consentito conoscere i presupposti dietro al rilascio del green pass, né la scadenza e non è consentito richiedere copia delle certificazioni da controllare ovvero controllate.
La situazione dei lavoratori nel mondo dell'Horeca
Saranno circa 30-40mila i lavoratori dei pubblici esercizi sprovvisti della certificazione verde. A dirlo è la Fipe-Confcommercio, Federazione italiana pubblici esercizi, che stima in meno di un 10% del totale il personale di bar e ristoranti al momento senza lasciapassare sanitario. Una percentuale quasi dimezzata rispetto ad alla media nazionale che si registra in altri comparti. Ma non per questo meno preoccupante, soprattutto in un momento in cui la ricerca del personale rimane ancora complicata.
Va ricordato che per le piccole imprese sotto i 15 dipendenti, come possono essere bar e ristoranti, il decreto che istituisce l'obbligo di green pass al lavoro dà la possibilità di sostituire il dipendente sprovvisto di certificazione verde. Dopo una tolleranza di cinque giorni dalla prima mancata esibizione del certificato verde (che conta come assenza ingiustificata), il datore di lavoro può sostituire il dipendente recalcitrante per un periodo di massimo 10 giorni, rinnovabile una sola volta. Una misura a favore delle piccole imprese che, altrimenti, sarebbero costrette a chiudere per mancanza di forza lavoro.
Nel mondo del turismo invece sono 1,4 milioni i lavoratori che dal 15 ottobre sono chiamati a presentare la certificazione al momento dell'ingresso sul posto di lavoro, strumento richiesto a più riprese nei mesi scorsi per far ripartire la macchina del settore dopo oltre un anno e mezzo di stenti.
Il nodo dei trasportatori che minacciano scioperi: Gdo a rischio
A correre i rischi maggiori di quelli elencati sopra ci sono i portuali (40% di non vaccinati), ma anche gli autotrasportatori (il 30% non sarebbe vaccinato, stando alla stima fornita da Conftrasporto-Confcommercio). Nel complesso, i lavoratori non vaccinati sono 2,5 milioni (di questi oltre 2,2 lavorano nel privato). Proprio i portuali di Trieste stanno minacciando proteste e scioperi a partire dal 15 ottobre: una tensione che sta tenendo sotto scacco l'Italia intera la quale potrebbe essere messa subito in ginocchio da un blocco dei flussi di merci che proprio a Trieste attraversano uno snodo cruciale del mercato intero. Solo nel corso della stessa giornata il Consiglio dei ministri prenderà una decisione in merito: sul tavolo la proposta più grossa è di cancellare il Green pass, poi di rinviarlo, quindi di abbassare i prezzi dei tamponi o prevederli a carico dei datori di lavoro.
Bar, ristoranti, cinema, teatri, stadi: quando esibire il Green pass
Ma il Green pass non è obbligatorio solo nei luoghi di lavoro. Dall'1 settembre infatti bisogna esibirlo anche in alcuni luoghi particolarmente affollati. Ecco quali.
Bar e ristoranti
Il green pass, dal 1° settembre 2021, è indispensabile per accedere ai servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso.
Luoghi della cultura e dello sport
La certificazione verde è obbligatoria per accedere a piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso. Se le stesse attività si tengono all’aperto e nelle aree esterne, non è richiesto il Green Pass. Inoltre è richiesto per accedere a: banchetti di matrimonio, cinema, musei, teatri, discoteche, sale da concerto e via discorrendo. In questi luoghi dall'11 ottobre è cambiata anche la capienza permessa.
Scuola e università
Docenti e personale della scuola e dell’università potranno svolgere servizio solamente se dimostreranno di essere in possesso della certificazione vaccinale, ovvero comprovare di essere guariti dal Covid-19 o risultare negativi al tampone.
L’intera attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado e universitaria sarà svolta in presenza, senza obbligo di green pass per gli studenti.
Regime differente per gli atenei, dove sia gli studenti che professori dovranno esibire la certificazione verde per avere accesso ai servizi universitari.
Trasporti
Dal 1° settembre 2021, il green pass è obbligatorio per i seguenti mezzi di trasporto:
- aerei adibiti a servizi commerciali di trasporto di persone;
- navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale, ad esclusione di quelli impiegati per i collegamenti marittimi nello Stretto di Messina;
- treni impiegati nei servizi di trasporto ferroviario passeggeri di tipo Inter City, Inter City Notte e Alta Velocità;
- autobus adibiti a servizi di trasporto di persone, ad offerta indifferenziata, effettuati su strada in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni ed aventi itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti;
- autobus adibiti a servizi di noleggio con conducente, ad esclusione di quelli impiegati nei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale.
L’utilizzo dei restanti mezzi di trasporto può avvenire anche senza green pass, fatta salva l’osservanza delle misure anti contagio.
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Alberto Lupini
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