Sant'Antioco, in Sardegna arriva il divieto assoluto di picnic in spiaggia
L'ordinanza del sindaco del paese sardo, Ignazio Locci, punta a preservare le spiagge incontaminate e a offrire un'esperienza di balneazione sicura a tutti i visitatori. Per i trasgressori, multe da 25 a 500 euro
Nella pittoresca parte sud-occidentale della Sardegna, le regole sulle spiagge di Sant'Antioco diventano ancora più severe. Il sindaco Ignazio Locci, infatti, ha firmato un'ordinanza straordinaria che impone divieti stringenti per preservare l'ambiente e garantire la sicurezza dei bagnanti. Il provvedimento, pubblicato oggi sul sito del comune, elenca una serie di restrizioni che vanno al di là dei divieti comuni. Oltre alla proibizione di fumare, prelevare sabbia o conchiglie, transitare con veicoli e campeggiare, sono stati introdotti divieti specifici per impedire la consumazione di pasti in spiaggia. Fare picnic o consumare pasti di qualsiasi natura è ora rigorosamente vietato.
Vietato il picnic sulle spiagge di Sant'Antioco: multe da 25 a 500 euro
Il divieto di picnic si applica a tutti i pasti, grandi o piccoli, consumati sulla sabbia. L'obiettivo è evitare assembramenti e la formazione di tende e ombrelloni con tavolini e sedie, spesso presenti durante le giornate festive. Anche il semplice consumo di un panino, un gelato o un frutto può essere punito con una sanzione che varia da 25 a 500 euro.
Questa misura è stata adottata per garantire la fruizione in sicurezza delle meravigliose spiagge di Sant'Antioco, preservandole da eventuali danni eccessivi. Inoltre, l'ordinanza mira a tutelare l'ambiente marino e promuovere pratiche sostenibili. Oltre ai divieti di consumo di pasti, sono stati rafforzati anche i regolamenti sull'igiene pubblica, vietando l'abbandono dei rifiuti e l'uso di contenitori o sacchetti monouso non compostabili.
Sant'Antioco, il sindaco Locci: «Non vogliamo l'assalto alla spiaggia»
«Abbiamo semplicemente ripescato le diciture dell'ordinanza balneare regionale - spiega il sindaco Locci all'Ansa. Il tema è legato al fatto che non vogliamo l'assalto alla spiaggia: è logico che si sta mangiando un panino o un'insalata non ci sono problemi, diversa questione sono le tavolate imbandite. E noi vogliamo disincentivare e prevenire questa pratica. Come anche la cattiva abitudine di portare e utilizzare in spiaggia pietre per ancorare gli ombrelloni in caso di vento: una questione di pulizia e di sicurezza. A Cala Sapone esiste ancora il muro della vecchia tonnara del '700 che ogni anno viene saccheggiato per usare le pietre per ancorare gli ombrelloni. Tutto questo deve finire».
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Alberto Lupini
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