Sempre più fiori commestibili A Sanremo scoperte altre 20 specie
23 maggio 2017 | 18:53
Garofani, begonie, calendule, ma anche nasturzio, margheritine e alcune specie di salvie potranno arricchire, oltre che i davanzali, anche i piatti. Il tutto grazie al progetto "Fiori commestibili" che parte da Sanremo e che vede come protagonista il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea).
Il progetto è stato presentato dal sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, del presidente del Crea, Salvatore Parlato, e dalla responsabile Crea di Sanremo, Barbara Ruffoni. «È un progetto italo-francese - ha detto Ruffoni - finanziato con i fondi europei di sviluppo territoriale. Questa filiera dei fiori commestibili è particolarmente interessante perché in crescita. Ne abbiamo di molti tipi: alcuni li mangiamo già senza saperlo, come i fiori di zucca o il carciofo ma ci sono anche le begonie e i garofani soltanto per citarne alcuni e tanti altri sapori che fanno bene alla salute».
Secondo Ruffoni, «i fiori commestibili sono una cinquantina in tutto, ma noi abbiamo nel cassetto un'altra ventina di specie che ancora non sono sul mercato. Coinvolgeremo gli chef per dare questo importante input». Il progetto viene condotto in collaborazione con diversi enti come la Camera di commercio di Nizza, un istituto di formazione di Antibes e gli atenei di Genova e Torino.
Foto: Slow Food
Il progetto è stato presentato dal sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, del presidente del Crea, Salvatore Parlato, e dalla responsabile Crea di Sanremo, Barbara Ruffoni. «È un progetto italo-francese - ha detto Ruffoni - finanziato con i fondi europei di sviluppo territoriale. Questa filiera dei fiori commestibili è particolarmente interessante perché in crescita. Ne abbiamo di molti tipi: alcuni li mangiamo già senza saperlo, come i fiori di zucca o il carciofo ma ci sono anche le begonie e i garofani soltanto per citarne alcuni e tanti altri sapori che fanno bene alla salute».
Secondo Ruffoni, «i fiori commestibili sono una cinquantina in tutto, ma noi abbiamo nel cassetto un'altra ventina di specie che ancora non sono sul mercato. Coinvolgeremo gli chef per dare questo importante input». Il progetto viene condotto in collaborazione con diversi enti come la Camera di commercio di Nizza, un istituto di formazione di Antibes e gli atenei di Genova e Torino.
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Alberto Lupini
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