Salvini-Lucarelli, scontro social sull'apertura dei ristoranti a cena. Parte la guerra al Ministro Speranza?

Il leader leghista: «Ho chiesto al presidente Draghi che differenza ci sia tra il pranzare in sicurezza a mezzogiorno e il cenare in sicurezza la sera». Piccata la risposta della giornalista che difende invece le chiusure. Al di là dell'ennesimo round tra i due, lo scontro segna l'inizio dell'attacco a Speranza?

19 febbraio 2021 | 13:20
di Federico Biffignandi
Può sembrare solo una baruffa da social visto che i protagonisti di questa storia col mezzo ci sanno fare mica male, eppure solo una baruffa non lo è, anzi può diventare la scintilla per l’inizio di una guerra al ministro alla Salute, Roberto Speranza che è stato riconfermato nel Governo Draghi nonostante il vortice di polemiche dal quale è stato travolto per via delle decisioni prese per arginare la pandemia.


Matteo Salvini e Selvaggia Lucarelli

Lo scontro sui social
Ma partiamo dall’inizio perché come in tutte le guerre c’è sempre l’antefatto, quella goccia che fa traboccare il vaso che apparentemente sembra un piccolo incidente diplomatico, ma che nasconde dietro indizi non da poco. Giovedì sera il leader della Lega, Matteo Salvini ha pubblicato un tweet sul suo profilo Twitter dove ha scritto: “Ho chiesto al presidente Draghi che differenza ci sia tra il pranzare in sicurezza a mezzogiorno e il cenare in sicurezza la sera”.

Un argomento bollente quello dell’apertura dei locali che fa da ago della bilancia in ognuna delle decisioni prese dall’Esecutivo sulle restrizioni. Le parole nelle ultime settimane sono state di apertura e possibilismo, soprattutto dopo che la Fipe aveva chiesto a Stefano Patuanelli (a quel tempo ministro dello Sviluppo Economico) l’apertura anche a cena dei locali nella zona gialla e a pranzo in quella arancione. Il Cts aveva dato un primissimo parere favorevole, ma poche ore dopo ha fatto dietrofront facendo saltare tutto, complice la crisi di Governo in atto.

Ora l’entusiasmo di quel momento sembra essere svanito (nonostante le parole confortanti dell'ex viceministro Sileri), ma il fatto che un uomo di “peso” come Salvini risollevi la questione risolleva anche l’umore dei ristoratori. Ma le faide a questo proposito si creano in un batter d’occhio. E qui entra in gioco la seconda protagonista di questa baruffa social che poi tanto baruffa non è. Selvaggia Lucarelli infatti ha ripreso il tweet di Salvini sul suo profilo Facebook scrivendo: “Questo dopo un anno non ha ancora capito il concetto di contenimento epidemiologico. E chiede a Draghi di spiegarglielo. Fategli i disegnini, poraccio”.

Poi, nei commenti, ha aggiunto per rispondere a chi prendeva le parti di Salvini: “Faccio il disegnino: 500mila persone nei ristoranti al giorno (cifra a caso) vs 1 milione e mezzo di persone al ristorante al giorno. Secondo voi, ai fini del contenimento di un’epidemia in corso, cosa è meglio fare? Su, potete farcela anche voi. E Salvini. Forse”.

Altri scontri tra i due
Non certo il primo round del duello social tra i due. Quest’estate lo scontro era scoppiato dopo che il figlio di Selvaggia Lucarelli, Leon Pappalardo, aveva attaccato verbalmente Salvini definendolo omofobo e razzista. La polizia lo aveva identificato, con l’ex ministro degli Interni che aveva recitato il ruolo del disinteressato alla vicenda, punzecchiando comunque Lucarelli sostenendo che avesse utilizzato il figlio per scopi politici.

La questione cena torna d'attualità
Al di là dei siparietti, l’intervento di Selvaggia Lucarelli, scritto con il consueto stile da spada e non da fioretto, mette in luce un grosso problema che sta rendendo la gestione della crisi ancor più complicata di quanto già lo è, ovvero: sparare numeri “a caso”. Un ragionamento come quello portato avanti dall’opinionista non può basarsi su cifre inventate (per sua stessa ammissione), altrimenti tutto ciò che ne consegue, perde inevitabilmente di credibilità.

Cifre non precise sulle quali sembrerebbe essersi basati anche il Governo Conte che ha sempre chiuso per primi bar e ristoranti e riaperti (neanche al 100%) per ultimi. Ora che le carte si sono rimescolate al Governo l’ipotesi è che la figura di Speranza, con tutte le sue convinzioni annesse e connesse, possano perdere di forza e diventare attaccabili, magari con l’intervento di qualche altro Ministro o dello stesso Draghi.

Non va dimenticato che il Comitato tecnico scientifico, quando si stava decidendo cosa fare con il Decreto Natale, aveva detto espressamente che non aveva mai dato parere contrario alla riapertura dei ristoranti con conseguente piena responsabilità che era ricaduta sullo stesso Conte e il Ministro Speranza. Una bugia grossa che sa tanto di abuso di potere e che la dice lunga sulla linea poco chiara e ragionevole tenuta da quel Governo sulla gestione della crisi sanitaria.

La chiusura totale di Speranza
L’ultima puntata di questo ostracismo è recente, quella accennata poco sopra. Il Cts aveva dato un parere favorevole alla proposta di Fipe, salvo poi fare dietro-front forse su indicazione di Speranza che, al contrario, proprio non voleva saperne di accontentare i pubblici esercizi seguendo la logica. Più volte gli stessi ristoratori hanno infatti voluto sottolineare come non vi sia alcuno studio scientifico che testimonia la pericolosità dei ristoranti a livello di contagio, anche grazie al rispetto di misure rigidissime rispettate da subito.

E allora ecco che il cerchio si chiude perché passino i numeri buttati… selvaggiamente da chi non è esattamente coinvolto nel mondo della ristorazione, ma che ipotesi scriteriate le facciano le istituzioni prima di prendere decisioni che definiscono le sorti degli italiani non è ammissibile.

Fortunatamente questo Governo sembra molto poco social, molto poco incline alle chiacchiere e dedito ai fatti per cui siparietti, scontri, dietro front non dovremmo più vederne. Così come ci auguriamo di non vedere più quelle comunicazioni sulle nuove regole sempre straordinariamente tardive e poco ufficiali (la proroga della chiusura degli impianti da sci è arrivata tramite un comunicato stampa).

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Alberto Lupini


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