Sagre ed eventi, i locali di Padova chiedono lo stop per tutto il 2020
L'associazione provinciale dei pubblici esercizi aderente alla Fipe ha scritto ai sindaci per chiedere di sospendere le autorizzazioni. Troppe manifestazioni incidono negativamente sui bilanci
08 luglio 2020 | 13:57
Stop a sagre ed eventi all’aperto fino alla fine dell’anno in provincia di Padova. È quanto chiede l’Appe-Associazione provinciale dei pubblici esercizi ai sindaci del territorio per evitare ripercussioni non solo sanitarie, ma anche economiche nei confronti delle imprese locali di ristorazione.
Con i primi segnali di miglioramento della situazione sanitaria, sebbene nei giorni scorsi in Veneto ci sia stato un rialzo del numero dei contagi, diverse amministrazioni comunali hanno ripreso a organizzare sagre, eventi e manifestazioni, che per loro natura attirano centinaia, se non migliaia di persone. «Oltre al rischio epidemiologico – dichiara Filippo Segato, segretario dell’Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova – collegato a tali eventi, vi sono anche riflessi, negativi, sul piano economico, visto che ad ogni manifestazione è sempre collegata la somministrazione di alimenti, che anzi quasi sempre è il principale fattore di attrazione dei partecipanti».
Per questi motivi, all’Appe hanno messo nero su bianco tutte le motivazioni che dovrebbero portare ad un’attenta analisi, prima di consentire lo svolgimento di tali eventi. «Per la verità – precisa Segato – ci sono molte amministrazioni comunali che hanno ben valutato tutte le possibili conseguenze e, pertanto, hanno deciso che, per quest’anno non saranno organizzate sagre e feste varie. La stessa posizione che, peraltro, ha assunto con responsabilità anche l’Unione provinciale delle Pro-loco. Per altre amministrazioni, invece, evidentemente valgono considerazioni diverse».
Ragion per cui l’associazione ha evidenziato nella lettera le criticità collegate all’eventuale esecuzione di eventi che calamitano tante persone (in molti casi over 60, i più esposti al rischio contagio), in barba al divieto di assembramenti.
L’affondo dell’Associazione riguarda l’avvio di attività “parallele” di somministrazione di alimenti e bevande, che andrebbe ad erodere i già drammatici bilanci economici delle normali attività di pubblico esercizio (bar, ristoranti, pizzerie, trattorie), che stanno cercando proprio in questi mesi di poter sopravvivere, pur tra mille difficoltà, al fine di non dover cessare definitivamente la loro attività, lasciando così senza lavoro moltissimi dipendenti.
«La missiva – conclude Segato – termina con l’appello alle Amministrazioni Comunali di sospendere, almeno per tutto il 2020, le autorizzazioni allo svolgimento di manifestazioni e attività che comportino la somministrazione di alimenti e bevande o l’organizzazione di balli. Diversamente – questa l’alternativa proposta dall’Associazione – si potrebbe valutare di organizzare “eventi diffusi”, con la compartecipazione dei pubblici esercizi ubicati sul territorio comunale, instaurando un’auspicata collaborazione che potrebbe rivelarsi utile anche per gli anni a venire».
I locali chiedono uno stop delle sagre fino a fine anno
Con i primi segnali di miglioramento della situazione sanitaria, sebbene nei giorni scorsi in Veneto ci sia stato un rialzo del numero dei contagi, diverse amministrazioni comunali hanno ripreso a organizzare sagre, eventi e manifestazioni, che per loro natura attirano centinaia, se non migliaia di persone. «Oltre al rischio epidemiologico – dichiara Filippo Segato, segretario dell’Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova – collegato a tali eventi, vi sono anche riflessi, negativi, sul piano economico, visto che ad ogni manifestazione è sempre collegata la somministrazione di alimenti, che anzi quasi sempre è il principale fattore di attrazione dei partecipanti».
Per questi motivi, all’Appe hanno messo nero su bianco tutte le motivazioni che dovrebbero portare ad un’attenta analisi, prima di consentire lo svolgimento di tali eventi. «Per la verità – precisa Segato – ci sono molte amministrazioni comunali che hanno ben valutato tutte le possibili conseguenze e, pertanto, hanno deciso che, per quest’anno non saranno organizzate sagre e feste varie. La stessa posizione che, peraltro, ha assunto con responsabilità anche l’Unione provinciale delle Pro-loco. Per altre amministrazioni, invece, evidentemente valgono considerazioni diverse».
Ragion per cui l’associazione ha evidenziato nella lettera le criticità collegate all’eventuale esecuzione di eventi che calamitano tante persone (in molti casi over 60, i più esposti al rischio contagio), in barba al divieto di assembramenti.
L’affondo dell’Associazione riguarda l’avvio di attività “parallele” di somministrazione di alimenti e bevande, che andrebbe ad erodere i già drammatici bilanci economici delle normali attività di pubblico esercizio (bar, ristoranti, pizzerie, trattorie), che stanno cercando proprio in questi mesi di poter sopravvivere, pur tra mille difficoltà, al fine di non dover cessare definitivamente la loro attività, lasciando così senza lavoro moltissimi dipendenti.
«La missiva – conclude Segato – termina con l’appello alle Amministrazioni Comunali di sospendere, almeno per tutto il 2020, le autorizzazioni allo svolgimento di manifestazioni e attività che comportino la somministrazione di alimenti e bevande o l’organizzazione di balli. Diversamente – questa l’alternativa proposta dall’Associazione – si potrebbe valutare di organizzare “eventi diffusi”, con la compartecipazione dei pubblici esercizi ubicati sul territorio comunale, instaurando un’auspicata collaborazione che potrebbe rivelarsi utile anche per gli anni a venire».
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