Roma città deserta: alberghi e ristoranti sono allo stremo

Il turismo nella Capitale stenta a rimettersi in equilibrio e l’auspicata ripartenza, di quello che è sempre stato un volano importante per l’economia della città, rischia di non arrivare mai. In due anni chiusi 450 alberghi. E con la crisi pandemica ancora in corso cominciano a palesarsi i primi effetti negativi. Molti hotel, come per esempio lo Sheraton, hanno iniziato a lasciare a casa il personale

05 febbraio 2022 | 12:00
di Berto Silva

Lassenza di turismo in Italia, causata dall'emergenza pandemica in atto, sta colpendo maggiormente le città d’arte come Milano, Firenze e Roma. Alberghi, bar e ristoranti sono deserti se non addirittura chiusi per la penuria di personale o degli stessi titolari, costretti a casa in quarantena. La ripresa dello smart working ha allontanato pure i lavoratori dalle città. Poi ci si è messo anche il caro bollette a peggiorare un quadro già di per sé drammatico. E la situazione a Roma è anche peggiore che in tutte le altre città d'Italia, tanto che alberghi storici, come l'Hotel Sheraton, colosso alberghiero dell'Eur, ha recentemente deciso di lasciare a casa ben 164 lavoratori. Ma la prospettiva è che si crei una sorta di reazione a catena, innescando una serie di licenziamenti in tutto il compartoRoma per il settore del turismo è quindi il malato d'Italia. Non solo, per bar e ristoranti c'è pure un altro problema. Sono ostaggio della malamovida, con il sindaco che ha più volte minacciato di chiudere anticipatamente i locali all'una con una apposita ordinanza per arginare il fenomeno.

 


Gli hotel stanno mandando a casa il personale, chiesti ammortizzatori sociali

Nei giorni scorsi si sono svolte diverse manifestazioni di protesta in piazza da parte dei dipendenti dello Sheraton, l'ultimo incontro che si è svolto in questi giorni tra la società e i sindacati non è infatti andato a buon fine. Il colosso alberghiero dell’Eur non utilizzerà, come richiesto dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, alla presenza di Federalberghi, il fondo d'integrazione salariale (Fis) e non è disposto a siglare quel patto di transizione occupazionale che avrebbe impedito la perdita dei posti di lavoro per 18 mesi, il tempo che Sheraton stima per il completamento dei lavori di ristrutturazione dell'hotel. Così il personale sarà azzerato, a casa ci resteranno 164 lavoratori su 166 totali: dopo quasi due anni di cassa integrazione saranno così lasciati a casa operai, amministrativi, chef, addetti alle camere, prenotazioni e ricevimento oltre che segretari e front office manager.

«Tutta la nostra vicinanza ai lavoratori dell'Hotel Sheraton, che rischiano di perdere il posto di lavoro - hanno spiegato in una nota congiunta Daniele Brocchi, direttore del settore turismo di Confesercenti-Roma e Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio, due associazioni di categoria da tempo sulle barricate per chiedere al Governo un aiuto concreto - Su questo tema, come abbiamo già sottolineato, serve intervenire con ammortizzatori sociali e tavoli con le sigle sindacali. La grande criticità è che il problema non riguarda solo i lavoratori, ma più in generale investe molte strutture alberghiere che da ormai un anno e mezzo sono in grande sofferenza. A oggi hanno chiuso circa 200 alberghi e se il Governo e le Istituzioni locali non intervengo con incentivi economici e con lo strumento della cassa in deroga si rischieranno altri licenziamenti».

In due anni sono stati chiusi 450 alberghi

Purtroppo il caso dello Sheraton è soltanto la punta dell'iceberg. L'intero comparto alberghiero da mesi è in crisi nera e non sembrano vedersi all'orizzonte degli spiragli di luce. L'unica speranza è l'allentamento della morsa del virus e della variante Omicron. Si guarda alla primavera e all'estate per ripartire, ma il presente è critico.

«La situazione del turismo a Roma è drammatica. Da circa due anni abbiamo 450 hotel già chiusi su 1200 e di questi almeno 300 non riapriranno più – ha commentato il presidente di AssoHotel Roma Francesco Gatti - L’ultimo Decreto ristori è risultato insufficiente, il credito d’imposta copriva solo da gennaio e marzo quando si sarebbe dovuto immaginare una copertura che andasse da novembre ad aprile, visto che peraltro questo strumento va in funzione del fatturato. Adesso un’altra criticità è rappresentata dalla cassa integrazione, poiché si è passati dalla Covid all’ordinaria, dove per quest’ultima servono accordi sindacali quindi iter e tempi di attuazione più farraginosi, nonché l’impossibilità a programmare il lavoro. Nel frattempo però sono ripartiti i mutui e i prestiti ed è finita la moratoria, che invece andrebbe allungata come ha fatto per esempio la Francia, che l’ha prorogata lasciando al Governo il pagamento degli interessi. Il nostro comparto adesso paga la discriminante vera dei tour operator: essendo in Italia ancora emergenza nazionale il turismo organizzato di fatto viene bloccato».

Se non decolla il turismo non riparte l'intera filiera enogastronomica

E purtroppo se non ripartirà il turismo l'intero indotto resterà fermo provocando un vero e proprio danno a cascata. «La crisi del comparto turistico romano, in questo momento unita al rincaro delle materie prime, è la cartina tornasole di uno stallo strutturale che investe anche la ristorazione capitolina e in particolare i ristoranti del centro storico - ha spiegato Alessandro Camponeschi, proprietario dello storico ristorante romano Camponeschi a piazza Farnese - Locali che pur avendo un nome conosciuto anche a livello internazionale, come nel nostro caso, risentono comunque del mancato indotto turistico. Se non riparte il turismo non decollano nemmeno i settori legati alla filiera enogastronomica; anzi, subiranno ancora crolli d'incassi come i ristoranti. L'auspicio è che nei prossimi mesi vi sia una ripresa economica in ascesa e non stagionale».

C'è anche il problema della malamovida che tiene in ostaggio i locali

Come se non bastasse, a rendere ancora più difficile la situazione, in particolare per bar e ristoranti a Roma c'è anche il problema della malamovida, o della movida fracassona. Gruppi di giovani violenti che in preda all'alcol stanno mettendo a ferro e fuoco piazze e quartieri storici della città. In questi giorni si è scatenato un acceso dibattito a livello politico, con i rappresentanti dei Municipi I e II che hanno fatto pressione affinché il sindaco Roberto Gualtieri ponesse un freno al fenomeno. E tra le ipotesi in campo c'era anche quella di far chiudere anticipatamente i locali all'una di notte. Un ipotesi che aveva subito generato una vera e propria levata di scudi fra gli esercenti. Alla fine giovedì 3 febbraio il primo cittadino ha optato per firmare un'ordinanza dove si impone la chiusura anticipata dalle 22 fino alle 5 del giorno successi dei negozi del settore alimentati e misto, che si trovano proprio nei territori posti sotto l'egida dei Municipi I e II.

 

«Abbiamo raccolto, in pieno accordo con la Prefettura, la sollecitazione del primo e del secondo Municipio - ha commentato il sindaco - Lo scopo di questa azione è tentare di porre un primo argine agli eccessi connessi alla movida serale di alcune piazze e aree della città, favoriti dalla vendita e dal consumo di bevande alcoliche e superalcoliche da asporto». Quindi stavolta bar e ristoranti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

 

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024