Ristori 5, stanziati 32 miliardi. Bar, ristoranti e sci le priorità; in arrivo anche 10 miliardi per le partite Iva
Il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza del testo che ora passerà al giudizio del Parlamento. Cinque miliardi saranno destinati al prolungamento della cassa integrazione; il turismo chiede la stessa somma
15 gennaio 2021 | 10:51
Buone nuove per il mondo dei bar, dei ristoranti e degli impianti di sci. Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo in cui sono contenute le linee guida per il prossimo decreto Ristori, il quinto dall’inizio della pandemia e della conseguente crisi economica che ne è derivata.
La notizia è positiva in due direzioni: da un lato perché testimonia che la crisi politica non sta fermando almeno per ora l’azione di governo sui provvedimenti per arginare gli effetti economici del coronavirus; dall’altro perché è salita a 32 miliardi la richiesta di scostamento che il governo si appresta a inviare alle Camere. La richiesta dovrà poi ottenere il via libera del Parlamento a maggioranza assoluta. Matteo Renzi - doveroso sottolinearlo proprio alla luce dello stato della maggioranza - annunciando le dimissioni delle sue ministre, ha comunque garantito il voto di Italia viva.
10 miliardi alle Partite Iva
Il nuovo decreto, ha assicurato il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, ha «la massima priorità» e la crisi «non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi» ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci (con tutto il suo indotto) e agli interventi “cospicui” per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure. Alle partite Iva saranno riservati circa 10 miliardi di euro.
La bozza del nuovo decreto Ristori prevede anche altri 5 miliardi per la Cig in deroga anche se il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo già chiede più fondi anche per l'anno bianco per gli autonomi. Il ministro Azzolina chiede anche ristori formativi per la scuola, mentre i ristoratori protestano e si preparano ad aprire per cena venerdì sera e il mondo dello sci è allo stremo. Le Regioni chiedono 4-5 miliardi.
A bar e ristoranti, già erogati 10 miliardi
Con l'ultima tranche di 628 milioni di euro arrivata ai ristoratori tramite il “Decreto Natale” i contributi erogati dall'Agenzia delle Entrate hanno superato quota 10 miliardi e raggiungono quota 3,3 milioni i bonifici accreditati in automatico dall'agenzia guidata dal direttore Ernesto Maria Ruffini sui conti correnti dei beneficiari in base ai decreti "Rilancio", "Agosto", "Ristori da uno a quater" e "Natale".
Il quinto decreto Ristori dovrebbe essere in ogni caso «molto più ampio ed articolato» dei precedenti, provvedimenti ha affermato il viceministro dell’Economia Antonio Misiani.
Deroghe anche sulle cartelle esattoriali
Le nuove risorse serviranno da un lato per nuovi ristori a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un meccanismo “perequativo” che dovrebbe misurare le perdite almeno su sei mesi. Dall’altro, i fondi dovrebbero coprire un nuovo intervento fiscale che potrebbe articolarsi in un pacchetto di misure per intervenire su quella che il viceministro Misiani ha definito una «montagna di cartelle esattoriali in arrivo», circa 50 milioni di atti.
L’idea sarebbe quella di una sospensione di altri due mesi per arrivare fino al 31 marzo e aprire una nuova finestra che arrivi al 30 aprile (data di conclusione dello stato di emergenza). In seguito si punterebbe da una parte su tempi di prescrizione più lunghi in modo da diluire nel tempo la notifica degli atti del 2021 ed evitare l’ingorgo con quelli targati 2020.
Dall’altra su una nuova rottamazione delle cartelle con un sconto su sanzioni e interessi. Nel pacchetto potrebbe trovare spazio anche la “pulizia del magazzino” (cancellazione dei carichi non più esigibili) invocata dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, per rendere più efficace e meno dispersiva la macchina della riscossione.
La notizia è positiva in due direzioni: da un lato perché testimonia che la crisi politica non sta fermando almeno per ora l’azione di governo sui provvedimenti per arginare gli effetti economici del coronavirus; dall’altro perché è salita a 32 miliardi la richiesta di scostamento che il governo si appresta a inviare alle Camere. La richiesta dovrà poi ottenere il via libera del Parlamento a maggioranza assoluta. Matteo Renzi - doveroso sottolinearlo proprio alla luce dello stato della maggioranza - annunciando le dimissioni delle sue ministre, ha comunque garantito il voto di Italia viva.
Pronti altri aiuti per bar e ristoranti
10 miliardi alle Partite Iva
Il nuovo decreto, ha assicurato il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, ha «la massima priorità» e la crisi «non ci impedirà di correre per garantire tempi rapidi» ai nuovi aiuti ad hoc per lo sci (con tutto il suo indotto) e agli interventi “cospicui” per bar e ristoranti e su tutte le attività penalizzate dalle chiusure. Alle partite Iva saranno riservati circa 10 miliardi di euro.
La bozza del nuovo decreto Ristori prevede anche altri 5 miliardi per la Cig in deroga anche se il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo già chiede più fondi anche per l'anno bianco per gli autonomi. Il ministro Azzolina chiede anche ristori formativi per la scuola, mentre i ristoratori protestano e si preparano ad aprire per cena venerdì sera e il mondo dello sci è allo stremo. Le Regioni chiedono 4-5 miliardi.
A bar e ristoranti, già erogati 10 miliardi
Con l'ultima tranche di 628 milioni di euro arrivata ai ristoratori tramite il “Decreto Natale” i contributi erogati dall'Agenzia delle Entrate hanno superato quota 10 miliardi e raggiungono quota 3,3 milioni i bonifici accreditati in automatico dall'agenzia guidata dal direttore Ernesto Maria Ruffini sui conti correnti dei beneficiari in base ai decreti "Rilancio", "Agosto", "Ristori da uno a quater" e "Natale".
Il quinto decreto Ristori dovrebbe essere in ogni caso «molto più ampio ed articolato» dei precedenti, provvedimenti ha affermato il viceministro dell’Economia Antonio Misiani.
Deroghe anche sulle cartelle esattoriali
Le nuove risorse serviranno da un lato per nuovi ristori a fondo perduto per le attività colpite dalla crisi, con un meccanismo “perequativo” che dovrebbe misurare le perdite almeno su sei mesi. Dall’altro, i fondi dovrebbero coprire un nuovo intervento fiscale che potrebbe articolarsi in un pacchetto di misure per intervenire su quella che il viceministro Misiani ha definito una «montagna di cartelle esattoriali in arrivo», circa 50 milioni di atti.
L’idea sarebbe quella di una sospensione di altri due mesi per arrivare fino al 31 marzo e aprire una nuova finestra che arrivi al 30 aprile (data di conclusione dello stato di emergenza). In seguito si punterebbe da una parte su tempi di prescrizione più lunghi in modo da diluire nel tempo la notifica degli atti del 2021 ed evitare l’ingorgo con quelli targati 2020.
Dall’altra su una nuova rottamazione delle cartelle con un sconto su sanzioni e interessi. Nel pacchetto potrebbe trovare spazio anche la “pulizia del magazzino” (cancellazione dei carichi non più esigibili) invocata dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, per rendere più efficace e meno dispersiva la macchina della riscossione.
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Alberto Lupini
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