Ristoratori e albergatori uniti per valorizzare il Poggio, la Collina e la baia di Portonovo
Nata su impulso di Slow Food, la Comunità per valorizzare il Poggio, la Collina e la baia di Portonovo è costituita da persone che condividono i valori del movimento internazionale. Ne parla lo chef Simone Baleani
28 aprile 2021 | 15:47
di Carla Latini
Uniti a sostegno della causa
Simone ricorda che quando arrivò giovane e inesperto al Molo la solidarietà e il “mutuo soccorso” fra gli operatori e gli abitanti aveva già un solco profondo. Gli ultimi arrivati non hanno fatto altro che seguire la rotta tacitamente stabilita dai più anziani. In qualità di portavoce Baleani ci presenta i protagonisti di questo film spiegandoci che la Collina, con C maiuscola, è la collina dove sorge l’Hotel Emilia. Oltre a Angela Pezzuto e allo stesso Baleani ci sono: Raffaella Fiorini dell’Hotel Emilia, Paolo Bonetti dell’omonimo stabilimento, Walter Borsini chef del Fortino Napoleonico, Gabriele Cappannelli della Capannina, Giacomo Giacchetti del Molo, Moreno Cedroni del Clandestino, Adriana de Bosis della Torre, Flavio Fiorini dell’hotel Internazionale, Enrico Giacchetti del Ristorante Giacchetti, Guido Guidi dell’hotel SeeBay, Mauro Maggi di Pesci fuor d’acqua, Marcello Nicolini di Marcello, Federica Rubini del ristorante Emilia, Tommaso Verdini dell’Osteria del Poggio, Lorenzo Zappi chef di Marcello, Lorenzo Focante, chef del ristorante Emilia.Poi ci sono i giovani come Giovanni Nicolini, figlio di Marcello, cresciuti con la baia di Portonovo nel cuore.
Una comunità “partecipata” che si riunirà, come ha sempre fatto, quando ci sarà bisogno. Ed ora più che mai i bisogni saranno tanti perché, come ci dice Baleani, «i soldi sono finiti, non abbiamo ricette per risolvere, servono aiuti immediati per permettere agli stagionali di lavorare sia al mare che in montagna. Dal punto di vista tecnico e dal punto di vista dei più sarà impossibile riaprire».
Prossimi obiettivi rivolti al mare
I prossimi obbiettivi condivisi saranno rivolti al mare e ai suoi abitanti.C’è una tartaruga da liberare e i Moscioli Selvatici da proteggere. Fermo restando che ognuno deve sentirsi libero di esserci o meno. Ma lo spirito del Monte Conero insieme alla presenza rassicurante e professionale di Franco Frezzotti, memoria storica non solo dell’enogastronomia anconetana veglieranno sulla Comunità regalando a ognuno la lucidità per affrontare questa riapertura forzata.Sostegno da Slow Food
La Comunità, formalizzata attraverso Slow Food, sta già dando i suoi frutti con eventi e promozioni mirati a divulgare il modo migliore per degustare prodotti locali eccellenti e per conoscerne i valori nutrizionali e salutari.© Riproduzione riservata
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Alberto Lupini