Ristoratore no vax: “Basta Green pass non possiamo controllare tutti”

Jason Baldassarri, proprietario del Fortunato al Pantheon, storico locale di Roma, ha ammesso di fare solo controlli a campione. Dice che non può e non vuole controllare i documenti di tutti

15 febbraio 2022 | 14:36

Dice di non essere vaccinato e di essere profondamente contrario al Green pass. Per lui non ha senso chiedere il Green pass se poi non è possibile chiedere il documento di identità per verificare se sia vero. A parlare è Jason Baldassarri, ristoratore, figlio di Fortunato Baldassarri, fondatore di Fortunato al Pantheon, noto locale romano, oggi finito, all’insaputa del titolare, sulle mappe online dei cosiddetti ristoranti no-pass. Intervistato dal quotidiano La Repubblica ha raccontato i motivi per cui è fortemente contrario al Green pass.

Nel locale solo controlli a campione ai clienti

Jason Baldassarri nell’intervista di Repubblica ha ammesso di effettuare soltanto controlli a campione. «Tanto il 90% delle persone sono vaccinate e quindi 9 su 10 hanno il Green pass e chiedono pure di verificarlo. Ma poi posso mettermi a controllare i dati sanitari di tutti i clienti che entrano qui dentro? – ha dichiarato il ristoratore all'intervistatore – In caso di sospetti dovremmo chiamare le Forze dell’ordine: se fosse così ogni venerdì e sabato sera dovrei avere un presidio di Polizia fisso». Per questo motivo il ristoratore ha già ammesso di aver subito dei controlli e di essere anche stato multato in quanto privo di Green pass. Ha però fatto ricorso e affidato la sanzione al suo team di legali. «Mi atterrò a tutto il percorso legale richiesto – ha detto sempre a Repubblica – Intanto sono in attesa di della convocazione dal Prefetto, proprio per parlare di quella sanzione. Solleverò anche il problema dei dati sanitari, di cui ho scritto anche al Ministero. Non andrebbe fatto col telefono personale, non c’è garanzia per la privacy».

Il ristoratore non teme un danno di immagine

Baldassarri ha dichiarato di aver ricevuto almeno venti chiamate di insulti per le sue posizioni. «Ormai siamo circondati dall’estremismo – ha ripreso a Repubblica – Il Governo ha detto tutto e il contrario di tutto in due anni. Noi siamo stati chiusi per quasi un anno, ho pagato i miei dipendenti in quel periodo e non ho licenziato nessuno. Abbiamo fatto tutti gli adeguamenti, curiamo l’igiene, il distanziamento, teniamo la mascherina».

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Alberto Lupini


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