Ristoranti: Matrimoni e cresime? Miliardi di euro rinviati (o perduti)

Maggio e giugno sono i mesi delle celebrazioni. Tutto rinviato all'autunno, se l'emergenza lo permette. Solo il settore dei matrimoni registra dall'inizio dell'emergenza una perdita di 26 miliardi

22 aprile 2020 | 14:47
Viene spontaneo pensare, quando si parla di crisi della ristorazione causa emergenza coronavirus, alle cene intime di coppia o tra amici che i locali perdono per via della chiusura. Ma sarebbe limitante: allargando lo sguardo, in particolare a questo periodo primaverile, si comprende come "andata persa" sia un'altra fetta importante di mercato per la ristorazione. Ci riferiamo a comunioni, cresime e matrimoni rinviati (e con essi tutti i banchetti).


I banchetti dei matrimoni sarebbero assembramenti, difficile pensare anche ad un rinvio a settembre

Si considerino i dati forniti da Il Tempo Roma per quanto riguarda i matrimoni nella Regione Lazio, ad esempio: tra maggio e giugno nella Regione di Zingaretti salteranno circa 4mila matrimoni. In media l'investimento delle coppie per le nozze (su base nazionale) è di 24.500 euro. Pertanto solo sul territorio regionale il settore perderà in due mesi un giro d'affare di 98 milioni di euro - non una piccola parte di questi investimenti sarebbe stata destinata alla ristorazione, tra prenotazioni, menu ad hoc e catering. Utilizzando le stime fornite da Rai News, i dati possono essere allargati su scala nazionale. Dopo i matrimoni annullati tra marzo e aprile (17mila su tutto il territorio italiano), le cifre saliranno nei mesi di maggio e giugno, con cancellazioni per 50mila celebrazioni. La perdita stimana? 26 miliardi di euro. È il periodo più proficuo per i matrimoni, quello in tarda primavera/inizio estate.

Commenta così Assoeventi, associazione di Confindustria: «Un intero settore in ginocchio». La wedding planner pescarese Simonetta Quieti ha dato la sua testimonianza: «In molti stanno rinviando al 2021, sarà l'anno dei matrimoni infrasettimanali e invernali». Per Simonetta a rimetterci sono un po' tutti gli operatori coinvolti: «wedding planner, fotografi, operatori video, fioristi, musicisti, negozi di bomboniere, negozi di abiti da sposa» e naturalmente «ristoranti e catering». Proprio per quest'ultima e fondamentale categoria, difficile pensare a rinviare solo a settembre: «Io sono convinta che di fare matrimoni tradizionali non se ne parli, perché un banchetto, così come lo conosciamo, con centinaia di persone, è di fatto un assembramento».

Comunioni e cresime naturalmente seguono a ruota. Era il loro periodo, ma di celebrazioni dedicate non se ne vedranno. Anche qui si può partire dai dati della Capitale: tra maggio e giugno si sarebbero dovute celebrare oltre 20 milioni tra comunioni e cresime. Secondo la stima fornita da Fiepet Confesercenti si tratta di un giro d'affati per il settore della ristorazione pari a 84 milioni di euro (che per il momento dovrebbe essere rinviato a settembre-ottobre, a seconda delo sviluppo dell'emergenza).

Le testate locali di un po' tutta Italia, dall'Alto Adige alla Liguria, dalla Toscana allo stesso Lazio, danno notizie simili. Un altro settore piegato dal covid-19, strettamente legato al periodo, occasione normalmente ghiotta per ristoranti, pasticcerie e gelaterie che questa volta dovranno rinunciare a (o attendere per) un importante fetta del loro fatturato annuale.

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Alberto Lupini


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