Ristoranti e commercio in difficoltà: per gli aiuti si useranno i soldi del cashback?
Da più parti si alza lo stesso coro: utilizzare i 4,7 miliardi totali che finanziano il sistema dei rimborsi dei pagamenti con carta per supportare l'economia e le imprese. Ma si può fare? Tecnicamente solo nel 2022
Il cashback piace agli italiani
Eppure, i numeri dicono che agli italiani il cashback piace. Tanto che a fine febbraio, Consap Spa, Concessionaria servizi assicurativi pubblici - totalmente controllata dal ministero dell'Economia - ha comunicato che nel pieno rispetto delle scadenze previste la fase di liquidazione dei rimborsi per il periodo 8-31 dicembre 2020 ha disposto oltre 3,2 milioni di bonifici per un totale liquidato di circa 223 milioni (circa 69 euro di media a rimborso). Solo lo 0,04% dei bonifici non è andato a buon fine per problemi relativi all'inserimento di Iban errati, conti correnti bloccati o inesistenti.
Numeri importanti che, di fronte alla crisi di molti settori, in primis commercio e Horeca, fanno gola a molti. Tanto che la scadenza del primo semestre, fissata per il 30 giugno, sembra troppo lontana. E qui si spacca l’arco politico. Sebbene sia difficile, per questioni tecniche, stoppare il secondo semestre 2021 prima della prossima legge di Bilancio, l’idea è quella di mettere mano ai programmi per il 2022. Sempre che, nel frattempo, la questione non arrivi al Tar.
Per questo, da un lato, si schiera compatto il Movimento 5 Stelle che difende la bontà dell’operazione (non fosse alto per non rinnegare definitivamente l’esperienza del Governo Conte). Dall’alto lato troviamo una pattuglia composita: da Fratelli d’Italia al Pd, passando per Forza Italia, Lega e Italia Viva. Tutti a vario titolo disposti a stornare i fondi per il cashback a favore di altri usi considerati più impellenti. Fra questi, anche un maggior peso alla voce ristori oppure maggiori risorse da spendere per le Regioni. Magari intervenendo già nel testo del decreto Sostegni.
I furbetti delle microtransazioni
In attesa che la politica prenda una decisione, però, i pagamenti con cashback continuano. E fanno emergere anche le prime storture del sistema: le microtransazioni. Ad accorgersene per primi sono stati i gestori di impianti di carburante che hanno denunciato l’accaduto: gli automobilisti si fermavano nelle aree self-service per fare il classico “pieno”, ma invece che pagare tutto con una transazione la frammentavano per registrare più pagamenti possibile. Il tutto per scalare le classifiche in vista del super rimborso di fine anno che premia con 1.500 euro chi ha fatto più acquisti con carta di credito o simili.
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Alberto Lupini
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