Nessun limite all'aperto, a tavola in 6 al chiuso. Sulle zone bianche Speranza si arrende: ristoranti verso la normalità

Al tavolo tecnico trovata la quadra per il numero massimo di commensali al tavolo in zona bianca al bar e al ristorante. Il limite superabile da 2 nuclei famigliari. In zona gialla resta il limite di 4 posti . Restano da risolvere le questioni sulle limitazioni in zona gialla, sulla riapertura delle discoteche e per i matrimoni

03 giugno 2021 | 17:37
di Nicola Grolla
Con il tavolo tecnico di mercoledì 3 giugno, e la forte pressione di Fipe-Confcommercio, il ministero della Salute, il Cts e le Regioni hanno trovato la quadra sul numero di persone massimo che si possono sedere allo stesso tavolo in zona bianca: 6 all’interno dei locali, nessun limite per gli spazi esterni. Cifra oggetto di continui tira e molla - dalla restrizione a 4 all'allargamento a 8, tutto in una giornata - che mettono in difficoltà chi con questi limiti ci deve lavorare. Tanto che il numero può anche essere superato nel caso in cui due nuclei famigliari volessero pranzare o cenare insieme. In zona gialla, invece, rimane il tetto ai 4 commensali per tavolo a meno che non appartengano allo stesso nucleo famigliare. Non solo all’interno ma anche all’esterno del locale.



Dalle tensioni nella maggioranza, all'accordo sui 6 commensali allo stesso tavolo in zona bianca

L’accordo sul numero 6 (che supera la prima proposta di 8) mette d’accordo il ministro della Salute, Roberto Speranza (da sempre schierato sulla linea rigorista e che premeva per il mantenimento, almeno in questa prima fase, del limite di 4 commensali allo stesso tavolo) e quello agli Affari regionali, Mariastella Gelmini (che si era fatta portatrice delle richieste degli enti locali che chiedevano una totale liberalizzazione). Il limite sarà mantenuto almeno per due settimane, fino alla fine del mese di giugno, quando secondo i dati in miglioramento del contesto epidemiologico, tutta l’Italia sarà zona bianca e la campagna vaccinale avrà dispiegato i suoi effetti anche sui giovani.

È stato così disinnescato uno dei possibili rischi all'interno della maggioranza che, dopo i passi concordati nelle ultime settimane, sembrava essere tornata a dividersi fra aperturisti (Fratelli d'Italia e centro-destra di Governo: Lega e Forza Italia) e rigoristi (Pd, Leu e Movimento 5 Stelle). Sta di fatto che la giornata chiude un capitolo vergognoso in cui l'assenza di una linea condivisa ha mostrato tutti i suoi limiti ... Con le Regioni che fanno un annuncio e che il ministro Speranza, sempre a posteriori, rettifica e ridimensiona.

Oltre il limite solo in caso di due nuclei famigliari

Secondo l’accordo, il numero di 6 persone allo stesso tavolo può essere superato nel caso in cui si tratti di due nuclei famigliari. Detto diversamente, una famiglia con due genitori e due figli (4 persone) potrà stare insieme a un’altra famiglia con due genitori e un figlio (3 persone) per un totale di 7 perone allo stesso tavolo. Secondo l’indicazione precedente sarebbero serviti due tavoli diversi.



Come è nato il dibattito sul numero massimo di persone al tavolo

Il dibattito era seguito alla pubblicazione delle Linee Guida sulle riaperture in zona bianca (regime minimo di restrizioni in cui, al momento, rientrano Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna) avvenuta venerdì 28 maggio e in cui non compariva il riferimento a questa misura anti-contagio. Precisazione arrivata a distanza di qualche giorno, lunedì 31 maggio, da parte dell’Ufficio legislativo del ministero della Salute: «In zona gialla e in zona bianca quando si sta nel locali pubblici seduti a tavola si può stare massimo in quattro persone a meno che non si tratti di conviventi o di un nucleo familiare».

Norma che, di fatto, penalizzava le tavolate in un momento di ripresa dei consumi (dall’1 giugno in zona gialla è possibile tornare a consumare all’interno dei locali sia a pranzo che a cena così come è possibile usufruire del servizio al bancone del bar). Tanto che, secondo Coldiretti, il rischio sarebbe stato quello di deprimere uno dei driver della ripartenza: la voglia di socialità attorno a un tavolo espressa come priorità da quasi il 30% degli italiani (e da buona parte delle comitive di turisti stranieri che spendono quasi un terzo del proprio budget in cibo).



Spazi esterni in zona gialla, discoteche e green pass ai matrimoni le questioni ancora aperte

L'accordo sul numero massimo di commensali in zona bianca non esaurisce tutti i temi all'ordine del giorno. Durante il tavolo tecnico, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia ha rilanciato anche la possibilità di rivedere l'attuale limite di 4 persone allo stesso tavolo in zona gialla almeno all'aperto.

A questo tema si aggiunge quello delle discoteche, che ancora attendono di sapere quando si potrà tornare a ballare in pista. Sul tema si è espresso il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: «Tra i temi rimasti da affrontare c’è quello delle discoteche: non possiamo permetterci di approcciare il problema come lo scorso anno. Dobbiamo essere coerenti e seri, le discoteche vanno riaperte per poter andare a ballare e socializzare. Se si aprono le discoteche, non bisogna tener conto di restrizioni sul distanziamento, il criterio dovrà essere quello di monitorare e tracciare chi entra. Sull’obbligatorietà delle mascherine bisogna invece ragionarci, ma mi sembra al momento prematuro toglierle. Il Cts sta comunque esaminando un protocollo».

Infine, la questione del green pass per accedere alle feste di matrimonio. Sul tema, è intervenuto il Garante della privacy che ha sottolineato come il controllo delle informazioni contenute nel certificato verde siano possibili solo da parte delle forze dell'ordine. Eventualità che, vista la mole di feste arretrate e l'inizio della stagione dei matrimoni, non potrebbe concretizzarsi.




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