Coldiretti: “Dal turismo al cibo, l’Italia che vince”

Il cibo Made in Italy diventa la prima ricchezza d’Italia per un valore di 580 miliardi di euro nell’ultimo anno. A Milano il presidente Ettore Prandini accoglie Daniela Santanchè, Francesco Lollobrigida e Attilio Fontana

10 febbraio 2023 | 14:00
di Gabriele Ancona

Un Teatro Manzoni completo in ogni ordine di posti. A Milano il presidente Coldiretti Ettore Prandini ha fatto gli onori di casa e ha accolto il ministro del Turismo Daniela Santanchè, il ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Introdotti da Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia, hanno sviluppato il tema “Dal turismo al cibo, l’Italia che vince”.

La ripresa del turismo, dopo le difficoltà legate alla pandemia, spinge il cibo Made in Italy che diventa la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 580 miliardi di euro nell’ultimo anno, nonostante la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina. È quanto emerge dal report Coldiretti “Cibo e turismo, l’Italia che vince”.

Al Governo chiediamo maggior stanziamento per quanto riguarda le filiere

«Il connubio turismo filiera agroalimentare è di fondamentale importanza rispetto a quello che rappresenta anche in termini di valore economico, un record assoluto. Non eravamo mai arrivati a questi valori – ha sottolineato Ettore Prandini - Sempre di più il cibo e l’enogastronomia vengono apprezzati nel nostro Paese, ma soprattutto dai tanti turisti. Una filiera che genera centinaia di miliardi e 4 milioni di occupati. In forte crescita anche l’esportazione delle nostre eccellenze, avendo superato il record assoluto di 60 miliardi. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a sostituire l’italian sounding, che vale 120 miliardi, con il vero cibo e i veri prodotti agroalimentari italiani. Abbiamo tante sfide davanti, soprattutto a livello europeo. Mi riferisco alla lotta ai cibi sintetici e al nutriscore; bisogna evitare che ci siano delle forme di etichettatura fuorvianti come abbiamo visto nel settore vitivinicolo dove si è cercato di porre sull’etichetta la dicitura “il vino nuoce gravemente alla salute”. Tutti gli studi di carattere medico-scientifico dicono esattamente l’opposto.

La filiera agroalimentare è diventata la prima in termini di produzione di Pil per il Paese. Al Governo per quanto riguarda il Pnrr chiediamo maggior stanziamento per quanto riguarda le filiere agricole. In relazione al bando filiere abbiamo un valore complessivo stanziato di 1 miliardo e 200 milioni: sono arrivate domande per 12 miliardi. Rispetto ad altri settori che non sanno come spendere le risorse,l’agricoltura e l’agroalimentare hanno dimostrato che dove ci sono le possibilità c’è voglia di investire e innovare. Le sfide sono importantissime, dalla digitalizzazione alla robotica, dall’intelligenza artificiale alla sensoristica. L’agricoltura può essere una filiera particolarmente innovativa, ma abbiamo bisogno di risorse. Ci auguriamo che nella rivisitazione di modelli e dei progetti sul Pnrr ci possa essere una maggiore attenzione rispetto al passato nei confronti della filiera agricola. A livello regionale chiediamo a Regione Lombardia la realizzazione di bacini di accumulo. La piovosità non è aumentata e il livello del Po non è mai stato così basso come nel mese di febbraio. La Lombardia, che è la prima regione per importanza per Pil/prodotto, deve essere la capofila di quelli che sono investimenti lungimiranti e che diano risposte ai bisogni dei nostri agricoltori».

Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza

La ripartenza a pieno ritmo delle attività di ristorazione e accoglienza, dai ristoranti agli agriturismi, ha avuto un impatto importante sul Made in Italy a tavola che vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Non a caso il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie italiane e straniere in vacanza in Italia con circa 1/3 della spesa destinato per consumare pasti fuori ma anche per acquisto di alimenti o di souvenir o specialità enogastronomiche. Specialità che i visitatori esteri continuano peraltro a ricercare anche una volta tornati nei paesi di origine, con un importante effetto promozionale che spinge l’export nazionale.

L’agroalimentare è un pilastro determinante per lo sviluppo turistico

«Ormai i turisti che vengono in Italia vengono anche perché nella nostra nazione si mangia e si beve bene – ha puntualizzato Daniela Santanchè - Nel 2023 supereremo il dato pre pandemia; già nel 2022 il fatturato complessivo è stato di circa 5 miliardi. I turisti come souvenir oggi si portano a casa vino, olio, formaggio e salumi. L’agroalimentare è un pilastro determinante per lo sviluppo dell’offerta turistica del Paese. Il ministero del Turismo sta mettendo fondi a disposizione. Ricordo che è appena partito quello da 1 miliardo e 380 milioni. Stiamo investendo anche sul portale italia.it che sarà la vetrina della nostra nazione».

L’Italia è diventata leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa: 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, sono 316 le specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Vantiamo la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi conservano da generazioni i segreti della cucina contadina e sono 10mila gli agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica. Senza contare le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

Un miliardo per sviluppare le filiere più deboli

«Stiamo già investendo molto sull’agricoltura e continueremo a farlo perché è un asset strategico per la nazione e soprattutto può portare un attivo con l’esportazione dei nostri prodotti – ha dichiarato Francesco Lollobrigida - Solo quest’anno siamo riusciti a ribadire nella Legge di bilancio, condizionata da una contrazione delle risorse per la spesa necessaria a calmierare le bollette energetiche, oltre 1 miliardo di provvedimenti provvisori che gli altri Governi avevano varato e aggiungere un altro miliardo per sostenere alcuni settori e sviluppare alcune filiere che sono più deboli: 100 milioni per il fondo di sovranità alimentare, che implementeremo per aiutare chi è più in difficoltà e a svilupparne l’azione. Abbiamo inserito anche 225 milioni l’innovazione tecnologica e mantenuto il credito d’imposta sul carburante agricolo. In Europa difenderemo sempre di più la qualità dei nostri prodotti e il benessere visibile che essi arrecano».

 

Un patrimonio del Paese che va difeso dalle difficoltà generate dall’aumento insostenibile dei costi di produzione e dalle minacce in agguato, a partire dalla diffusione del cibo sintetico e dalle scelte pericolose dell’Unione Europea che penalizzano i prodotti della Dieta Mediterranea, dalle etichette allarmistiche sul vino a quelle a semaforo che bocciano alimenti come l’olio extravergine d’oliva.

Raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare 

«Per sostenere un settore cardine dell’economia e assicurare al Paese la sovranità alimentare serve ora raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa - ha ribadito il presidente Coldiretti Ettore Prandini - Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti».

Lombardia: la regione più agricola d’Italia

«Il binomio agricoltura-turismo è molto importante per l’economia lombarda – ha annotato Attilio Fontana - Siamo la regione più agricola d’Italia e una di quelle che sta avendo il maggior sviluppo turistico. Mettere insieme le due filiere che possono reciprocamente sostenere lo sviluppo è fondamentale. Stiamo promuovendo misure a favore di turismo e agricoltura. La collaborazione e la sinergia possono far crescere i rispettivi comparti».

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Alberto Lupini


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