La giovane regista Irene Dionisio alla guida del Lovers Film Festival
28 marzo 2017 | 17:16
di Andrea Radic
Irene Dionisio, giovane e talentuosa regista, è la nuova direttrice dell'ex Torino Gay & Lesbian Film Festival alla cui presidenza, nei giorni scorsi, è stato nominato Giovanni Minerba. Sono state anche decise le date della rassegna cinematografica che oggi vuole ulteriormente consolidare il proprio ruolo nel panorama cinematografico nazionale e internazionale: il Tglff si svolgerà dal 15 al 20 giugno 2017 a Torino, nella città in cui è nato, presso la multisala Cinema Massimo del Museo nazionale del Cinema.
La nomina giunge dopo un lungo percorso sia di cambiamento, sia di continuità e valorizzazione, attivato dal Museo nazionale del Cinema di Torino con l’indispensabile sostegno istituzionale della Regione Piemonte e della Città di Torino. «Questa nomina - afferma soddisfatta Antonella Parigi, assessora alla Cultura della Regione Piemonte - è il frutto di un importante lavoro di squadra che ci ha visti, come Regione Piemonte, impegnati in prima linea per garantire il futuro di questa manifestazione. Sono particolarmente contenta che sia Irene Dionisio a dirigere il Tglff perché sono certa che, insieme al nuovo presidente Giovanni Minerba, saprà portare all’interno del festival il suo sguardo originale sulla realtà».
Francesca Leon e Marco Alessandro Giusta, assessori alla Cultura e alle Pari opportunità della Città di Torino che hanno creduto molto in questo percorso di rinnovamento commentano: «Crediamo che a Torino, fra i tanti motivi che la rendono una città all’avanguardia, sia in ambito culturale sia nella salvaguardia dei diritti di tutte e tutti, ai primi posti ci sia senza dubbio il Tglff. Per questo siamo contenti dell'importante lavoro fatto con il Museo del Cinema e la Regione Piemonte per dare l’avvio a un ulteriore potenziamento di questa nostra eccellenza».
«Siamo ancor più contenti - continuano - che una persona giovane e di talento come Irene Dionisio abbia accettato di dirigere il festival e che Giovanni Minerba, figura chiave della rassegna per 32 anni, abbia deciso di assumerne la presidenza. Entrambi, insieme una squadra vincente, porteranno sicuramente il festival verso nuovi importanti e meritati traguardi».
«Il Museo nazionale del Cinema - sottolinea Paolo Damilano, presidente del Museo nazionale del Cinema - è felice che a dirigere il Tglff sia stata chiamata Irene Dionisio. È una giovane risorsa del panorama cinematografico torinese, già conosciuta e apprezzata anche a livello internazionale, e che proprio a Torino, grazie al supporto della Film Commission Torino Piemonte, ha realizzato il suo film "Le ultime cose" presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. A lei l’augurio che consolidi l’esperienza culturale e disciplinare maturata in oltre 30 anni dal Festival in coerenza con le altre iniziative e manifestazioni del Museo nazionale del Cinema».
Il nuovo naming
"Lovers" ha un triplice significato: amante, appassionato e sexual partner. Un nome che racconta differenti e molteplici geografie sessuali, ma anche la cura e il profondo amore per il cinema e la stessa comunità Lgbtqi. Gli obiettivi che con questa scelta si vogliono perseguire sono due: creare un festival dall’identità molteplice ma inclusiva, attraverso un nome unico che faccia da cappello all’intera manifestazione e dare un forte segnale di apertura verso una dimensione internazionale.
Il sottotitolo, "Torino Lgbtqi Visions", riporta invece l’attenzione su Torino, sede storica del festival, e sul desiderio di essere inclusivi valorizzando tutte le differenze che i soggetti incarnano. Nello stesso tempo riconduce all’intento di creare nuovi punti di vista sulla complessa realtà contemporanea, che siano narrativi, visionari e profetici. Il claim di quest’anno, "Queering the Borders", sottolinea, con un gioco di parole, l’intento e la sfida di andare, in maniera inusuale e ironica, oltre le frontiere e le categorizzazioni, spesso soltanto mentali, senza la paura di perdere la propria identità.
Irene Dionisio
Le sezioni competitive. I concorsi principali saranno quattro
All the Lovers. Concorso lungometraggi internazionale al quale possono concorrere film di finzione di ogni genere, che si aggiudicheranno il premio Ottavio Mai, del valore di mille euro. Un omaggio al ricordo di chi, con la propria passione e con il proprio attivismo, ha dato vita al festival.
Real Lovers. Concorso documentari internazionale al quale possono concorrere documentari di ogni genere che si aggiudicheranno un premio Ucca del valore di 500 euro, con un accordo di distribuzione nazionale grazie alla partnership con Ucca - Unione circoli cinematografici Arci.
Irregular Lovers. Concorso iconoclasta internazionale al quale possono concorrere film di ogni genere e formato con particolare attenzione all’innovazione del linguaggio narrativo e visivo. Il vincitore della sezione avrà la possibilità di frequentare una residenza d’artista internazionale grazie alla collaborazione con Artissima. Il film vincitore, poi, sarà riproposto in screening alla fiera del prossimo novembre e al Centre d’Art Contemporain di Ginevra.
Future Lovers. Concorso cortometraggi internazionale al quale possono partecipare film italiani e internazionali di ogni genere e formato. Il vincitore riceverà il premio Fotogrammi Sovversivi del valore di 300 euro, in onore degli scritti storici "Da Sodoma ad Hollywood", dato da Sicurezza e lavoro, mentre la menzione speciale sarà data in partnership con il Divine Queer Festival di Torino.
Last but not least, il premio del pubblico, dato in partnership con My Movies, che sarà assegnato a un film delle sezioni All the Lovers, Real Lovers e Irregular Lovers e consisterà in una produzione ad hoc dell’artista visiva Giulia Caira da sempre attiva sulle tematiche gender fluid.
Selezionatori e consulenti
Il comitato di selezione, in occasione del 32° Lovers Film Festival, sarà composto da Paolo Bertolin, Daniela Persico, Alessandro Uccelli e Stefania Voli. Elsi Perino sarà consulente esterna alla selezione mentre Angelo Acerbi sarà consulente alla direzione artistica.
Paolo Bertolin è un programmer di festival, critico cinematografico e giornalista che vive tra Europa e Asia. Ha scritto per diverse testate internazionali (Il manifesto, Positif, Cahiers du Cinéma tra gli altri) e pubblicato numerosi articoli sulle cinematografie dell’Asia orientale. Sua è l’introduzione all’edizione italiana de Il cinema coreano contemporaneo di Hyangjin Lee.
Dal 2008 è uno dei consulenti della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha collaborato, fra gli altri, con il Festival di Locarno, la Semaine de la Critique di Cannes, il Far East di Udine, il Torino Film Festival e l’International Film Festival di Rotterdam. Dal 2014 è uno dei collaboratori del Doha Film Institute. Si è occupato anche di produzione con tre film che hanno partecipato, in concorso, alla Berlinale: Big Father, Small Father and Other Stories (Phan Dang Di, 2015), Chitrashala (Amit Dutta, 2015) e A Lullaby to the Sorrowful Mystery (Lav Diaz, 2016).
Daniela Persico è un critico cinematografico e programmer, lavora tra Milano, Torino e il Canton Ticino. È presidente dell’associazione Filmidee, di cui dirige la rivista ufficiale, la Summer school in Sardegna e il progetto Video Essay: A New Way to See. Collabora con il Festival di Locarno, per cui cura l’evento primaverile “L’immagine e la parola”. Ha collaborato con il Filmmaker Festival di Milano fino al 2014 e ha pubblicato monografie su Claire Simon, Wang Bing, Ross McElwee e Emanuel Carrère. Ha realizzato il mediometraggio Et mondana ordinare e sceneggiato Tutto parla di te di Alina Marazzi, oltre ad aver contribuito alla scrittura di diversi documentari.
Alessandro Uccelli è un critico cinematografico, scrive per Cineforum, Cineforumweb, Nocturno e Inland, ed è programmatore per il Milano Film Festival e il Bergamo Film Meeting. Ha un dottorato di ricerca sui rapporti tra critica d’arte e cinema documentario, conseguito presso l’Università di Torino, e porta avanti una personale attività di ricerca sull’arte figurativa, lavorando anche per un museo di arte antica.
Stefania Voli è una ricercatrice che si è occupata di Storia delle donne e identità di genere in Età moderna e contemporanea (dottorato di ricerca presso l’Università “Orientale” di Napoli, 2010) e di Sociologia applicata e metodologia della ricerca sociale (secondo dottorato di ricerca presso l’Università di Milano Bicocca, 2016). Dal 2012 collabora con il Mit (Movimento identità trans) di Bologna. Ha realizzato diverse pubblicazioni sul movimento transessuale, sul femminismo e sugli studi di genere.
Elsi Perino è una scrittrice e sceneggiatrice. Ha iniziato a lavorare sui set cinematografici nel 2010, collaborando con Rai, Mediaset, Walt Disney Italia e alcune produzioni indipendenti. Nel 2013, con Mattia Surroz, ha firmato la graphic novel su Ottavio Mai, Negli occhi il cinema, nelle mani l’amore, sotto la supervisione di Giovanni Minerba, pubblicata da Express Edizioni.
Angelo Acerbi, storico selezionatore del Tglff, è programmer al Seattle International Film Festival ed è stato giurato nell’ultima edizione del Festival del Cinema di Berlino. Ha lavorato per Rai Tre, per la società londinese Dangerous To Know, per il Palm Springs International Film Festival, per il Torino Film Festival e per la Film Commission Torino Piemonte. Con la sua società, ha prodotto una serie di cortometraggi per Sky Cinema insieme a Matteo Bianchi (sceneggiatore) e Max Croci (regista).
Lovers Film Festival è amministrato dal 2005 dal Museo nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il patrocinio del Mibact - direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.
«Da mesi ormai sto lavorando intensamente - afferma Irene Dionisio - con profondo rispetto e impegno, perché questo festival sia all’altezza della tradizione che lo contraddistingue e della città che lo ospita. Il Tglff ha avuto un valore storico indubbio e ha aperto la strada a una reale possibilità di rappresentazione e autorappresentazione, attraverso il cinema, della comunità Lgbtqi sul territorio italiano e non solo. Grande onore va a Giovanni Minerba e al suo compagno Ottavio Mai, fondatori e padri nobili del festival che ammiro per il coraggio e la resistenza dimostrati nel creare un festival originariamente così rivoluzionario».
Irene Dionisio
«Il bagaglio culturale e storico del festival - continua la giovane regista - è preziosissimo e unico al mondo. Ne sono profondamente consapevole e sento l’onere e l’onore del compito di coordinarlo. Il mio intento e il mio lavoro e quello di tutta la meravigliosa squadra selezionata vanno e andranno con grande sforzo intellettuale in direzione di una valorizzazione di questo bagaglio in un’ottica più internazionale ed inclusiva possibile che coniughi l’alta arte cinematografica, le esigenze del pubblico e uno sguardo politico sulla complessa realtà che ci circonda. Senza mai cedere alle tendenze di normalizzazione e senza mai perdere la forza eversiva e rivoluzionaria del progetto di partenza di "Da Sodoma ad Hollywood"».
«Coinvolgendo le eccellenze culturali del territorio, le associazioni più militanti e attive Lgbtqi e varcando le frontiere delle etichette e delle categorie - come enuncia il nostro claim "Queering the borders" usato in ambito accademico, ma anche informale, dalla stessa comunità Lgbtqi - desideriamo creare un festival che sia un terreno di dibattito - spiega Ilaria - confronto e anche scontro. Dove la cultura nel senso più alto del termine nasca da uno sforzo, morale, spirituale, estetico collettivo che produca senso e un humus fertile per una società civile consapevole e critica. Il nuovo naming, attraverso un unico nome, richiama molteplici geografie sessuali e identità, passioni e visioni. Ricerca la semplicità delle differenze e la loro virtuosa compresenza sia in ambito sessuale, relazionale, personale sia in ambito artistico».
«Quest’anno le sezioni competitive - continua la neo-direttrice - che hanno reintrodotto i premi in denaro con prestigiose partnership, si sono ristrutturate per accogliere e interrogarsi sulla complessa realtà che stiamo vivendo: spaziano tra la finzione, il documentario e l’esplorazione di linguaggi innovativi in continuo dialogo con le altre arti, seguendo le nuove tendenze contemporanee dell’interdisciplinarietà».
«La squadra scelta per la selezione dei film in visione integra programmer dall’indubbia preparazione internazionale, ricercatori accademici sui temi dell’identità di genere, militanti legati alla comunità e una squadra già presente sul territorio, radicata e attiva. Aspetto con emozione di rivelarvi i nostri prossimi passi che stiamo costruendo con cura e minuzia e vi invito a rimanere aggiornati sugli appuntamenti culturali e cinematografici che riveleremo a brevissimo prima della ricca programmazione cinematografica e culturale di giugno».
Irene Dionisio, regista e artista visiva nata a Torino nel 1986, è laureata in Filosofia della Storia. Si è inoltre formata con il collettivo curatoriale d'arte pubblica a titolo, che attualmente produce i suoi documentari, con il documentarista Daniele Segre e con la regista Alina Marazzi. Ha collaborato come regista e/o autrice con numerose case di produzione nazionali e internazionali. Cura dal 2010 progetti sociali e culturali legati a tematiche politiche quali l'integrazione e le questioni di genere.
La sua produzione artistica include video-installazioni e documentari, fra cui Sponde. Nel sicuro sole del nord (2015) e La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti (2011) che hanno partecipato a vari festival internazionali e ricevuto numerosi premi tra i quali il Premio Cariddi, il Premio Solinas, il Premio Scam e il Premio della Giuria al Cine Verité in Iran. I suoi video sono stati esposti al Pac di Milano, al Museo Berardo di Lisbona e al MamBo di Bologna. Le ultime cose (Tempesta) è il suo primo lungometraggio di finzione, presentato in anteprima mondiale durante la Settimana della critica di Venezia e distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà nell'autunno 2016.
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Alberto Lupini